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Posizione effetti con l'overdrive dell'ampli
Posizione effetti con l'overdrive dell'ampli
di [user #51829] - pubblicato il

L'utilizzo della saturazione interna all'amplificatore comporta alcuni accorgimenti sulla catena di effetti che gli si dà in pasto. Un nostro lettore chiede consigli per una situazione tipica.
Chiedo un consiglio. Per l'ordine di collegamento dei pedali ho seguito la solita classica:

chitarra - wah - compressore - distorsore - chorus - phaser - delay - ampli

Ma quando per esempio utilizzo la distorsione dell'ampli, il suono esce impastato e non mi convince. Premetto che ho un ampli Blackstar HT20R mkII.
Che sia utile collegare almeno il delay in send-return? O devo farlo con tutti i pedali ambiente? Oppure devo cambiare la disposizione dei pedali?
Datemi un consiglio per migliorare il mio suono, grazie.

Posizione effetti con l'overdrive dell'ampli

Risponde Pietro Paolo Falco: quando utilizzi la distorsione dell’amplificatore, devi pensare al pre dello stesso come a un ulteriore distorsore. In quanto tale, è molto probabile che tu voglia posizionare alcuni effetti a valle e, quindi, in send-return.
Tale prassi si può considerare uno standard per gli effetti d’ambiente quali delay e riverberi: per quanto a qualcuno piaccia colorare con una leggerissima saturazione i segnali già passati attraverso questi effetti, applicarvi un overdrive più consistente genera inevitabilmente un segnale più confuso.
Non è invece una regola per le modulazioni. Posizionarle a valle della catena vuol dire renderle più evidenti e “hi-fi”, in un certo senso. Quando sono a monte, invece, il loro effetto si applica al segnale pulito e viene distorto con esso nei pedali di drive: così facendo, il colore predominante sarà quello degli overdrive e la loro modulazione potrà risultare meno incisiva, con qualche frequenza e sfumatura inattese. Per scoprire se preferisci uno o l’altro risultato, non ti resta che provare.
amplificatori effetti e processori effetti singoli per chitarra il suono
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di MAURIZIO [user #49375]
commento del 01/11/2020 ore 22:21:19
Mi pare che il Blackstar abbia il send-return. Io farei così (cioè come faccio con il mio Egnater Tweaker 88):
Chitarra- wah-compressore-equalizzatore-distorsore-overdrive-ampli(input strumenti)
Send-pedale volume-chorus-noise gate-delay-reverbero-Return

Ovviamente questa non è la Bibbia, e varie opzioni sono possibili: ad es. la posizione dell'equalizzatore, il wah, l'inversione od/dist. Io mi sono trovato bene così.
Insomma il classico consiglio è: tutto quello che modifica il suono va dritto nell'input (od, comp, wah, eq); invece i suoni aggiunti (delay, rev, chorus, flanger, phaser) vanno dopo il pre dell'amplificatore, cioè nel send-return.
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 02/11/2020 ore 06:25:36
boh non esiste una regola. ma esempi e/o principi generali. il principio è che il suono finale deve raggiungere lo scopo (ad esempio che sbuchi fuori dal mix; oppure che sia adeguato allo stile del gruppo; oppure che imiti quel sound; oppure che sia originale, graffiante, insolito, ecc.). per me il suono finale deve essere innanzitutto chiaro, riconoscibile e adeguabile tramite i potenziometri del tono e del volume, e infine sensibile alla plettrata.
inizia a scrivere esattamente una cinquantina di catene, scrivi dettagliatamente che plettro hai usato, che effetti, in che modo, con che regolazioni e anche il pannello dell'amplificatore.
prova questa "cinquantina" di combinazioni nel mix in saletta.
torna a casa e rivedi tutto alla luce del gruppo e dell'acustica della saletta. solo così impari a sfruttare la tua attrezzatura.
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 02/11/2020 ore 08:40:37
Secondo me i problemi sono due:
Il primo è che l'eco, messo nel front in di un canale overdrive, si comporta diversamente da quando entra nel canale clean. Per intenderci l'effetto del gain non fa altro che tirare su il volume delle ripetizioni che invece dovrebbe diminuire come succede col suono pulito o in natura. Questa cosa genera una confusione sonora tremenda. La soluzione è mettere l'eco nel s/r stando attento all'intensità del segnale che gli si da in pasto, che potrebbe saturarlo. Alcuni echi hanno l'opzione -10/+4, come il mio Nux Atlantic, oppure c'è un apposito selettore vicino ai jack del s/r.
Il secondo problema invece è, a mio aviso, dovuto al fatto che dai in pasto al canale OD un distorsore. Non sempre questa operazione va a buon fine. Una cosa che sicuramente funziona è il clean boost. Un aumento di 15/20 Db porta il canale overdrive di un ampli ad un buon lead senza alterarne la timbrica ,ottenendo una spinta extra "naturale". A tale scopo molti chitarristi usano gli overdrive in modalità Boost con il drive a 0 e il volume al massimo. La riserva di Db però è più esigua di quella del clean boost e, con alcuni OD, praticamente nulla.
Per quanto riguarda gli effetti d'ambiente bisogna considerare con quale canale dell'ampli li usi. Nel canale clean avrai già capito che non ci sono problemi, mentre col canale OD si può manifestare lo stesso problema che si ha con l'eco. Se un effetto d'ambiente produce una variazione di volume, questa verrà annullata dal guadagno dell'ampli (il tremolo è il più sensibile ovviamente). A questo si aggiunge il fatto che alcuni effetti si comportano diversamente, dal punto di vista timbrico, se messi prima o dopo gli stadi di distorsione.
Usare le distorsioni dell'amplificatore comporta tutti questi piccoli problemi. La cosa più semplice è mettere tutto in un canale clean. Si ha a che fare solo con segnali di chitarra, si mettono gli effetti dove si vuole prima o dopo i distorsori e si alza il volume con un boost o un equalizzatore post distorsioni.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 02/11/2020 ore 08:43:29
Secondo me, il vero quesito del lettore sta tutto nell'imparare a gestire la distorsione propria dell'ampli quando si ha una catena effetti in cui sono presenti OD e distorsori a pedale. Vale anche nel mio caso: abituato da sempre ad un ampli Brunetti monocanale, andava tutto benissimo con la catena dei pedali. Ed avevo imparato a conoscere bene il pedale OD low gain e quello Hi gain.
Nel momento in cui ho affiancato al Brunetti una testata più cassa Mini Silver Jubilee della Marshall... addio. O non uso la saturazione dell'ampli (ma allora cosa ho comprato a fare un Marshall?) ottenibile sia con il pull del gain per avere un crunch gagliardo, sia con il pull del master per avere il canale distorto; oppure la uso ma in questo caso far ragionare quel canale distorto con i miei OD è un'impresa. Mi viene quasi da toglierli e lasciare solo le modulazioni. Oppure usare solo un OD light (tipo il Wessex della Bogner) tanto per spingere un po' la saturazione dell'ampli.
Rispondi
di francescolomunno [user #38311]
commento del 02/11/2020 ore 14:51:22
Le regole, già...il mai troppo compianto EVH buttava tutto (delay compreso) nell'input della plexi, con quei risultati. Le regole esposte sono validissime, vanno conosciute e poi adattate ai propri gusti.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 04/11/2020 ore 18:43:33
Salvo situazioni particolari, l’approccio è sempre lo stesso: effettivi di wah, dinamica, overdrive e distorsione (in sequenza secondo le proprie esigenze) in fronte, modulazioni, delay e ambienti nel send return. Non c’è altro da dire.
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 21/11/2020 ore 10:53:00
Ciao, ho visto che questo thread è un po' datato ma rispondo ugualmente perché potrebbe essere utile se qualcuno cercasse queste informazioni.
Ho quasi sempre avuto ampli con S/R e di solito monocanale (tranne un 100W 3ch marshall testa-4/12 all'epoca dei grossi palchi), sicché la cosa era facile: pedali gain staging al front e modulazioni e ritardi nel S/R a piacimento, tanto l'ampli era sempre pulito o al limite del breakup e comunque tutto era sempre sotto controllo. Poi mi sono innamorato di un piccolo brunetti metropolitan e l'ho sposato diventando monogamo. Problema, l'ampli è bicanale senza S/R e ha una voce crunch così bella che usare solo il pulito pur splendido è una sconcezza imperdonabile. Dovendo mettere tutto in front ho dovuto ricominciare da capo, come Rocky che passa da guardia sinistra a destra! La domanda è stata: ma come cavolo facevano nei settanta quando non c'era tutta 'sta roba a disposizione? Anche perché i miei suoni di riferimento son quelli, Hendrix e Gilmour per capirci. Quindi sono tornato a scuola e ho fatto un anno (1 anno!) di sperimentazioni, in studio e live per avere suoni veri. In fondo la risposta era molto semplice, come più semplice è il setup di partenza senza il collegamento a quattro cavi, e ha a che fare con quello che dice fenderpassion61 qui sopra. I suoni si comportano diversamente entrando nel canale overdrive. Devi considerare innanzi tutto che all'epoca le distorsioni non erano quelle dei mesa moderni: anche se distorti i suoni avevano un sacco di dinamica ed erano più scarichi. Io non uso mai distorsioni estreme da djent ma il mio ampli non è pensato per quelle e chi le volesse userebbe un ampli moderno con il S/R quindi il problema non si pone. In pratica poi il problema ce l'hai solo con il delay perché il riverbero di solito è in post all'ampli ma se l'ampli non ce l'ha come sul mio, devi usarne uno a pedale, e allora la risposta è analoga a quella per il delay (le modulazioni fanno un po' come gli pare semmai le metti in pre/post a un pedale OD/dist, ma tranne il tremolo a me piacciono tutte in pre).
Tornando ai delay/riverberi, hai presente che quando sei in crunch e abbassi il volume dal pot della chitarra il suono prima di abbassarsi di volume si pulisce? Ecco il principio è lo stesso, se il segnale effettato del pedale di ritardo (che essendo tale arriva un pochino dopo quello diretto) ha un volume troppo alto l'ampli lo distorcerà come è normale che faccia, ma se il segnale wet, rispetto al dry è molto più basso, l'ampli si comporterà con lui come quando si ottiene un clean abbassando il volume sullo strumento e dunque avrai i ritardi molto più puliti. Pertanto l'accortezza entrando nell'input dell'ampli anche con i ritardi è quello di settare il mix del suono diretto molto più alto di quello wet, o viceversa il wet molto più basso del dry, di quanto dipende dai gusti ma il consiglio è tarare il volume dell'ampli al suo livello di lavoro ideale, da lì capisci molto come si comportano i suoni. Il suono dei delay così ottenuto non è identico alla risposta che avrebbe nel S/R (qui i suoni wet sono regolati molto più alti che su ampli senza SR, io mi tengo a un 10-20% e man mano che aumenti il wet, tutto comincia a essere un po' più confuso), ottengo un suono molto dinamico, organico e naturale e ad oggi lo preferisco, in quanto nativo dal pre, è un po' compresso in esso come il gluing di compressione che si fa missando in studio (e se mandi in saturazione le finali l'effetto si accentua), risultando un tutt'uno con il dry, e in mano ha un feeling molto più diretto, quindi la voce della mia chitarra ha acquistato più personalità rispetto a prima perché risponde meglio alle mie mani. Ovviamente non esiste una regola categorica per tutto questo ma impostando il setup con questa idea di base i suoni sono decisamente convincenti, l'accortezza è di essere più sensibili del solito, le sfumature contano molto in questo tipo di setup e penso che possa essere un buon punto di partenza se uno ha dei dubbi su dove mettere le mani.
Spero di aver dato qualche informazione utile.
Ciao
Rispondi
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