Quando si parla di suono, ci si concentra spesso soltanto sull'elettronica dello strumento, sulla qualità delle corde, sul tipo di pickup montati o sui pedali utilizzati.
Anche i plettri possono però fare la differenza in termini di qualità di suono, tanto che ne esistono di varie forme e materiali. Ci sono plettri che possono arrivare a costare anche alcune decine di euro.
Se da una parte molti liutai e "plettrai" hanno compiuto parecchi studi a riguardo proprio per riuscire a creare il plettro perfetto, dall'altra sempre più musicisti decidono di acquistare plettri realizzati in vari materiali così da potersi fare un'idea della sonorità di ciascuno. E poi c'è anche ovviamente chi li acquista tanto per collezionarli.
Personalmente dopo aver provato plettri di tantissimi materiali differenti - dal cocco, al plexiglass, a vari tipi di legno, fino ad arrivare all'osso, o addirittura al metallo - ho pensato che sarebbe stato carino provare a realizzarne alcuni a mano, non tanto per venderli, ma per utilizzarli o al massimo per regalarli a qualche amico musicista.
Ovviamente i materiali più facilmente reperibili sono il legno, il cocco e il plexiglass. Così, dopo averne costruiti alcuni ed esserne rimasto pienamente soddisfatto, ho cominciato a pensare a quale potesse essere un materiale che di certo non potevo aver mai provato, ed ecco che cercando qua e là mi viene un lampo di genio: visto che ormai ho provato praticamente tutti i materiali terrestri, perché non provare a realizzare un plettro con un materiale extraterrestre?
Da astrofilo e appassionato di stranezze varie, conoscevo alcuni venditori di meteoriti molto affidabili. Così, senza pensarci troppo, ne ordino subito una fetta (sì perché, per chi non lo sapesse, i meteoriti si vendono anche a fette).
Fondamentalmente i meteoriti esistono di tre tipi: quelli rocciosi, formati cioè da roccia, quelli ferrosi, formati prevalentemente da metallo, e quelli ferrorocciosi, che sono un po' un mix di metallo e roccia. Per il mio plettro ho optato ovviamente per un meteorite ferroso, in particolare per il "Muonionalusta".
Questo meteorite è stato ritrovato per la prima volta nel 1906, fra la Svezia e la Finlandia, vicino al fiume Muonio, da cui prende il nome. Databile a circa 4,5 milardi di anni, è attualmente uno dei meteoriti più antichi conosciuti. Si è schiantato sulla Terra almeno un milione di anni fa e ha visto passare ben quattro ere glaciali, fino a che un bel giorno, Mike Miller (IMCA n. 2232) me ne ha inviato un pezzo. Si tratta di uno dei meteoriti più difficili da tagliare e onestamente non possiedo neanche gli attrezzi adatti a tale scopo, ma in qualche modo sono riuscito a lavorarlo e a tirarne fuori un bel plettro.
Il procedimento di realizzazione di questo plettro è relativamente semplice: ci si disegna sopra la sagoma di un plettro con un pennarello e si ritaglia. Facile, no?
Per quanto riguarda gli attrezzi, ho utilizzato un seghetto alternativo e un seghetto a mano. Poi, dopo aver ritagliato la sagoma in maniera abbastanza grossolana, sono passato alla levigazione con lime di varie misure e carta vetrata.
L'intenzione non è sicuramente quella di suonarci spesso, per paura che si possa rompere o peggio ancora di poterlo perdere, lo vedo più come un pezzo da collezione da mostrare agli amici musicisti, fanatici dei plettri e non, che mi vengono a trovare.
Per chi volesse vedere alcune immagini della lavorazione, ho realizzato un video che trovate su YouTube.
Per chi invece volesse altre informazioni riguardo questo meteorite, vi lascio .
In ogni caso, fatemi sapere nei commenti che cosa ne pensate e qual è il plettro più strano con cui avete mai suonato. |