di redazione [user #116] - pubblicato il 10 marzo 2021 ore 14:00
Legni scelti ai massimi livelli, trattamenti estetici accurati, ricerca tecnica per proiettare le creazioni mezzo secolo avanti nel tempo: Gibson solleva il sipario sul catalogo Murphy Lab.
Gibson e vintage vanno da sempre a braccetto. Quando gli anni aumentano e i segni d’usura crescono, il fascino di un pezzo d’epoca diventa considerevole. Laddove gli originali d’annata diventano introvabili o inaccessibili, gli appassionati del marchio hanno imparato a conoscere e ad apprezzare l’accuratezza delle riedizioni Custom con finiture anticate, trattate a mano per restituire il feel di una vecchia chitarra insieme con la suonabilità e l’affidabilità di un oggetto appena uscito di fabbrica.
Ora la produzione Custom di Gibson si appresta a compiere un balzo in avanti con il Murphy Lab.
Per chi apprezza il genere, il nome di Tom Murphy è un riferimento assoluto. Ora l’artista del relic diventa ufficialmente parte della famiglia Gibson con un intero laboratorio sotto la sua gestione e un ricco catalogo di grandi classici impreziositi da elaborazioni estetiche impressionanti.
L’enorme esperienza di Tom Murphy nell’ambito dell’invecchiamento di strumenti musicali garantisce una resa estetica di alto livello, dove ogni segno del tempo è ricostruito con dovizia di particolari e con precise ragioni.
Studiando esemplari originali, attraverso reverse engineering il laboratorio ha ricostruito la composizione della vernice alla nitrocellulosa usata negli anni ’50 e ’60. È un elemento cardine perché il trattamento d’invecchiamento generi risultati credibili per l’occhio quanto per il tatto.
Il processo è applicato a tutti i punti in cui uno strumento tende a invecchiare naturalmente, con la vernice che si vela e si crepa via via, si consuma dove c’è più attrito.
L’invecchiamento dell’hardware è un aspetto delicato del processo. Ponte, viti e parti metalliche in generale sono cruciali per il corretto funzionamento di uno strumento, ma non possono apparire come nuove su una chitarra anticata. Così lo staff ha messo a punto una tecnica capace di donare alle parti la caratteristica opacizzazione e il deterioramento dovuti all’usura senza però compromettere la struttura e l’affidabilità dei componenti.
Al momento, il Murphy Lab offre vari livelli d’invecchiamento.
Ultra Light tende a simulare uno strumento d’annata conservato con cura nella sua custodia e nelle condizioni ideali per preservare legni e finitura, intaccata appena da una leggera patina.
Light ricostruisce l’estetica di una chitarra suonata per mezzo secolo negli agi di un appartamento, dove i segni del plettro diventano più evidenti e gli spigoli si smussano, ma lo stato generale è comunque ottimo.
Heavy imita uno strumento da lavoro, usato sul palco e portato in giro sì con cura, ma con le inevitabili cicatrici che l’usura porta con sé. Compaiono i graffi da cintura sul retro, la vernice sul manico sbiadisce, l’hardware si macchia.
Ultra Heavy è l’ultimo stadio dell’invecchiamento Murphy Lab, a ricreare la classica chitarra preferita dal guitar hero di turno, che l’ha usata in modo intensivo per decenni portando in superficie parte dei legni sulle zone più esposte, con colpi e segni su tutto il corpo e con evidenti segni di ossido sulle parti metalliche.
Tutto ciò, è superfluo specificarlo, va a braccetto con una cura liuteristica di alto livello, con legni selezionati e lavorazioni a mano per la rifinitura dei binding e della tastiera che assicurano un suono e una suonabilità al top per l’universo Gibson.
Sul sito Gibson, i modelli Murphy Lab possono essere visti a questo link.