Meccaniche bloccanti: quando e perché usarle… oppure no
di redazione [user #116] - pubblicato il 03 giugno 2021 ore 07:30
Esploriamo il funzionamento, i punti di forza e quelli deboli delle meccaniche autobloccanti - o locking tuners - insieme a Luca di Zed & Venarossa.
Le meccaniche autobloccanti sono uno tra gli upgrade più diffusi tra i fanatici delle customizzazioni. Anche su uno strumento nuovo, scoprire che monta un set di meccaniche cosiddette “locking” è una gradita sorpresa.
Un set di locking tuners si basa su un meccanismo, bloccante appunto, che stringe la corda senza dover eseguire più giri intorno all’alberello. Un espediente tanto semplice quanto efficace può modificare nel profondo il modo in cui si approccia lo strumento e la sua manutenzione.
Abbiamo voluto approfondire il tema per analizzare come funziona il meccanismo, perché usare delle meccaniche bloccanti e quando invece possono creare più problemi di quanti ne risolvano.
Tra i vantaggi maggiori nell’avere un set di meccaniche bloccanti, c’è senza dubbio la facilità di montaggio.
A differenza delle meccaniche tradizionali, non si praticano giri di corda intorno all’alberello, il che riduce sensibilmente il rischio di non distribuire uniformemente la tensione e quindi di montare male la corda.
Tale aspetto si traduce in linea generale anche in una maggiore stabilità d’accordatura.
Inoltre, tutto il processo si velocizza: basta un attimo per mandare le corde in tensione, anche senza ricorrere a un avvolgicorde. Soprattutto quando si è su un palco, ciò aiuta a correre più rapidamente ai ripari in caso di rottura di una corda.
Il risvolto della medaglia sta nel fatto che un meccanismo simile, per certi versi, si presta poco ai rimaneggiamenti.
Allentare le corde per poi rimetterle è una prassi abbastanza comune su chitarre tradizionali, quando si deve regolare un truss-rod, smontare un battipenna o fare una semplice pulizia della tastiera. Con le autobloccanti, a lungo andare la “morsa” che blocca la corda nella sua asola potrebbe segnare e infine spezzare la corda all’altezza della meccanica.
Dal momento che non abbiamo il margine di manovra che avremmo avuto con gli avvolgimenti extra fatti su una meccanica tradizionale, non c’è modo di recuperare centimetri e la corda rovinata andrà semplicemente buttata via.
Dal suo laboratorio, Luca di Zed & Venarossa illustra il meccanismo, le particolarità e le possibilità offerte da un set di meccaniche autobloccanti sul piano pratico.