Yamaha è motori, strumenti musicali, fuoribordo e potenti due-ruote che convivono sotto lo stesso tetto di chitarre, batterie e pianoforti, tutti in grado di toccare vette di altissima qualità dietro lo scudo dei tre diapason.
Quando ci si muove in territori così eterogenei è quasi impossibile che le diverse passioni non finiscano per sfiorarsi, talvolta fondersi, partorendo commistioni di stili che danno una forma concreta a legami da sempre esistenti nell’immaginario del pubblico, come il filo rosso che lega il più aggressivo degli strumenti musicali - la chitarra elettrica - al più audace dei mezzi di trasporto - la motocicletta.
Due simboli di libertà per eccellenza in un unico corpo di legno e saldature: è questa la genesi della serie Revstar, chitarre elettriche ispirate per estetica, stile e impronta alle moto Cafè Racer che impazzavano a Londra e a Tokyo negli anni ’60.
La serie Yamaha Revstar si aggiorna al 2022 con un’intera collezione di strumenti, ampliati per forme, colori e contenuti. All’appello rispondono finiture metallizzate, goldtop, con racing stripe fino al singolarissimo Sunset Burst che sfuma dal giallo verso il marrone, da una spalla all’altra della chitarra. È nell’appariscente finitura Swift Blue, invece, la RSS02T su cui abbiamo messo le mani e che ci apprestiamo a raccontarvi.
La RSS02T fa parte della serie Standard, prodotta in Indonesia per una fascia di prezzo adatta a studenti e giovani professionisti.
Come tutte le sue compagne, vede un body leggermente più grande rispetto ai modelli introdotti nel 2015 e sfoggia una struttura interna inedita, fatta di camere tonali disegnate attraverso la tecnica che Yamaha definisce “Acoustic Design” per controllare la risposta timbrica dello strumento e contenerne al contempo il peso.
Il modello si distingue in catalogo per i due P90 e l’abbinamento di un ponte fisso a sei sellette con un tailpiece a trapezio di derivazione archtop, elementi che lasciano immediatamente immaginare una predisposizione dello strumento al rock classico, al blues e a tutti quei generi in cui si ha bisogno di corpo, incisività e tanto carattere.
I magneti sono a base Alnico V, corposi nel suono ma caratterizzati da una spiccata brillantezza e apertura sulle alte, ed è intorno ai due pickup che Yamaha ha costruito un “motore” sonoro dalla flessibilità inaspettata.
Il circuito è controllato da un selettore a cinque scatti, che fornisce posizioni intermedie dalle sfumature inedite, per viaggiare tra combinazioni più rotonde nella risposta ai tipici suoni svuotati, legnosi e percussivi delle bobine in parallelo e dei giochi di fase.
In aggiunta, sotto il potenziometro dei toni si cela un dispositivo indicato con Focus Switch, un filtro passivo che lima le frequenze più acute e sposta l’attenzione verso i medi, facendo in modo che la chitarra trovi il suo posto nel mix con maggiore precisione e donando una voce per certi versi più vicina a quella di un humbucker.
Chitarra a scala corta da manuale, con body in mogano e top in acero incollati a un manico in mogano, la RSS02T è leggera - non leggerissima - grazie alla struttura chambered e garantisce stabilità del setup a qualsiasi condizione climatica con due rinforzi in carbonio.
Il manico è accogliente, offre una presa salda senza sacrificare la predisposizione a eseguire parti veloci con tutta la scorrevolezza di una finitura satinata, per quanto la sua naturale inclinazione sia senza dubbio quella degli stili esecutivi più classici. La tastiera in palissandro, ben rifinita come ci si aspetta da Yamaha, ha un raggio da 12 pollici in grado di regalare buone sensazioni in prima posizione per l’esecuzione di accordi e riff, quanto nelle zone più avanzate per affrontare con pulizia intricati chord melody.
L’abbiamo testata al Blap Studio di Milano con l’aiuto di Cristian Concio.
Dal jazz al rock fino a degne escursioni nell’hard rock e nel metal, la Yamaha RSS02T si dimostra uno strumento variegato nel suono, ma non per questo impersonale. Il suo timbro è quello di una chitarra vintage, con una sensazione di “legno” sempre ben presente a cui si affiancano le ampie possibilità di personalizzazione date da un’elettronica ben al di sopra degli standard per la categoria.
Le cinque posizioni e il Focus Switch offrono suoni che altrove, semplicemente, non esistono. Tutto a vantaggio della creatività del musicista in una chitarra che - in una fascia di prezzo accessibile, medio-alta - si rivela affidabile, bella da guardare e assai piacevole da maneggiare quanto da ascoltare.
L’intera serie Revstar aggiornata al 2022 merita senza dubbio un approfondimento, dalle entry level della collezione Element, passando per le Standard fino al top di gamma Professional di fabbricazione giapponese. Sul sito Yamaha, . |