Humbucker al ponte e due single coil per centro e manico sono senza dubbio la seconda configurazione più apprezzata in assoluto per una Stratocaster. Nasce per avere una marcia in più in saturazione, corpo nei riff e consistenza nelle svisate più “ottantiane”. La Player Plus HSS è anche questo, ma non solo.
Con la serie Player Plus, sul finire del 2021 Fender ha messo sul piatto una gamma di strumenti dal taglio fortemente contemporaneo. Stratocaster e Telecaster ricevono finiture originali, talvolta legni meno convenzionali, ma soprattutto configurazioni elettroniche votate a una precisa filosofia sonora, fatta di una modernità ben diversa da quella a cui i chitarristi sono abituati.
Il suono della chitarra moderna secondo Fender non è quello dell’hard rock e del metal, come si poteva intendere fino a una manciata di anni fa. Si tratta piuttosto di un timbro estremamente attento alla definizione delle note in saturazione quanto nei clean, dove lo strumento deve suonare comunque ricco di colore, articolato, con il giusto focus per non perdersi nell’eventuale uso di modulazioni ed effetti più pesanti.
Se si guarda la Stratocaster Player Plus in quest’ottica, ci si rende conto di non avere davanti una “semplice super-Strat HSS”.
Su Accordo abbiamo già avuto a che fare con l’edizione a tre single coil e tastiera in acero, nella finitura Tequila Sunrise. L’abbiamo e poi . Stavolta, lo sguardo si sposta su un affascinante Belair Blue, uno Stratoburst dal profondo blu al bianco che nel mezzo sembra voler passare in rassegna tutte le sfumature tipiche dei “Green” Fender, tra Seafoam e Surf.
L’abbinamento con una tastiera in pau ferro e la presenza di un humbucker al ponte ne fa una bestia diversa, complemento stimolante di quanto abbiamo già avuto sotto mano.
I legni
Ontano per il body e acero per il manico funzionano da ormai 75 anni in casa Fender, e tutti ne conosciamo l’equilibrio sonoro, la brillantezza delle note bilanciata da una quantità giusta di medie frequenze e bassi fermi, non troppi né pochi, che nei decenni sono diventati il marchio di fabbrica per l’azienda californiana. Meno scontato è l’uso del pau ferro, che negli ultimi tempi sembra aver raccolto il testimone del palissandro sulle fasce di prezzo più accessibili. Tutt’altro che un legno di seconda scelta, il pau ferro adottato dalle messicane Player Plus dona fermezza e decisione alle note, con un’estetica senza dubbio sopra le righe a causa del punto di marrone estremamente chiaro che, se l’occhio non cadesse sul caratteristico giallino della paletta, potrebbe quasi far credere di avere a che fare con dell’acero “cotto” non verniciato.
Le misure
La suonabilità è esattamente quella della che abbiamo già avuto modo di testare.
Il manico a C è scorrevole, piacevolmente satinato e con un fine lavoro di smusso sui bordi della tastiera che fa sentire a casa anche chi è abituato a raggi minori dei suoi 12 pollici. Ennesima conferma che la produzione messicana non è affatto sinonimo di economia in fatto di materiali e lavorazione, ma sa garantire cura e continuità tanto quanto i colleghi oltre confine.
L’elettronica
I rinnovati Noiseless ci hanno già colpito positivamente, e ribadiscono qui la loro profondità sonora - tutta moderna e con un discreto output - che in qualche modo riesce a restare 100% Stratocaster.
L’abbinamento dell’humbucker al ponte è sempre un’operazione delicata: è facile creare uno squilibrio sonoro o in fatto di volume, soprattutto se - come in questo caso - il pickup è anche splittabile.
La voce dell’humbucker in effetti c’è e non fa nulla per nascondersi, aggiungendo alla “ultra-definizione” della brillante Stratocaster una voce alternativa più grossa e smussata sugli acuti, prona alla saturazione, ma che riesce a ripulirsi con una certa facilità al tocco e al potenziometro del volume, e che comunque non sacrifica mai l’articolazione sugli alti che caratterizza un po’ tutti i suoni dello strumento.
È inoltre apprezzabile il modo in cui lo split conserva volume, rendendo l’output molto equilibrato, sempre utilizzabile e coerente a se stesso.
Ne ascoltiamo alcune sfumature con Cristian Concio al Blap Studio di Milano.
La Stratocaster Player Plus ci è piaciuta dal primo momento, e conferma il nostro giudizio riguardo una chitarra ben fatta, per una fascia di prezzo non propriamente economica per una produzione messicana (che di certo non è la “messicana” di un tempo) ma nemmeno fuori dalla portata di un appassionato intenzionato a portarsi a casa una compagna efficiente, ben suonante e ben suonabile, con un carattere originale, eppure dal forte DNA Fender. |