di redazione [user #116] - pubblicato il 07 luglio 2022 ore 08:00
Larghezza, profondità, forma e flessibilità alle varie configurazioni: sono molti gli aspetti da tenere in conto quando si acquista una pedana per assemblare la propria pedaliera.
La costruzione di una pedalboard è un passaggio delicato per ogni musicista. Una pedana scelta frettolosamente può rivelarsi troppo piccola per un setup in evoluzione, o viceversa essere inutilmente ingombrante, o ancora risultare terribilmente scomoda a causa di una disposizione infelice dei componenti senza il supporto degli accessori giusti.
Il concetto di pedaliera è cambiato
Con l’arrivo dei simulatori digitali moderni, l’espansione del concetto di rig ibrido e la diffusione dei controller dai costi più accessibili rispetto ai dispendiosi sistemi del passato, il mercato dell’effettistica è cresciuto a dismisura e gli accessori che vi gravitano intorno, pedalboard in primis, hanno seguito il trend.
Pensare a una pedaliera come un semplice gruppo di stompbox dal classico footprint BOSS messi in fila può essere oggi riduttivo. In pochi anni le pedaliere hanno visto stravolgere gli standard di misure e configurazioni con l’arrivo di innumerevoli stompbox dalla taglia particolarmente minuta o con configurazioni peculiari come lo spostamento dei jack sul bordo superiore per ridurre gli ingombri (per esempio Walrus), ma hanno anche cominciato a ospitare grossi sistemi programmabili, interi multieffetto che interagiscono con gli stompbox tradizionali in dei rig di concezione professionale, ora divenuti alla portata di molti.
Progettare a due sensi
Proprio a causa dell’imprevedibilità del risultato finale, è importante avere ben chiara l’idea di cosa si sta andando ad assemblare. Non si tratta però di un lavoro a senso unico, e il prodotto finale dovrà tenere conto degli standard offerti dal mercato.
A meno che non si stia costruendo una propria pedana su misura, infatti, occorre fare i conti con dei prodotti dalle misure precise, con peculiarità che li rendono più indicati per un utilizzo piuttosto che un altro. Per fortuna, oggi ce n’è davvero per tutti i gusti.
Mai comprare una pedana prima di aver deciso - quantomeno in buona parte - cosa e come montarvi. Allo stesso modo, mai progettare un rig senza tenere conto delle opportunità offerte dal mercato in quanto a misure, formati, accessori.
Facciamo nomi e cognomi
Tra i maggiori costruttori di pedane al mondo è impossibile non citare Pedaltrain. Il catalogo dell’azienda specializzata in pedalboard e accessori inerenti è ampio a sufficienza da coprire la maggior parte delle necessità. Per questo, faremo riferimento ad alcuni dei modelli più rappresentativi per evidenziare le caratteristiche principali di cui tenere conto nella progettazione di un rig.
Naturalmente, le considerazioni si applicano a qualsiasi prodotto in commercio.
Quanto deve essere profonda?
Il colpo d’occhio di una grossa pedalboard a più “file” di pedali è innegabile, ma non è sempre ciò che serve.
Nel catalogo Pedaltrain è possibile individuare modelli dotati di due binari (barre orizzontali) o tre, quattro fino anche a cinque binari.
I due binari della serie Nano sono sufficienti in altezza per ospitare la gran parte dei pedali di dimensioni standard, mentre il terzo binario sfoggiato per esempio dalla gamma Metro torna utile per i pedali più grossi, come i pedali volume o wah wah tradizionali.
Una soluzione simile è senza dubbio indicata per i musicisti che agiscono direttamente sui propri stompbox, senza controller o looper ad azionarli in remoto. La struttura a una singola fila di pedali permette di avere tutto a portata di piede, e i modelli più grandi come la Nano Max consentono di mettere in fila un gran numero di effetti, tutti raggiungibili con la stessa comodità, in ben 71 centimetri di larghezza.
L’adozione di pedali “micro” aumenterà ancora la capienza, mentre la preferenza verso gli effetti con i jack disposti sul lato superiore permetterà cablaggi particolarmente puliti.
Ci sono vari motivi, d’altro canto, per preferire pedalboard a quattro o anche cinque binari come le Classic, le Novo e le Terra.
Queste sono indicate per chi si affida a looper e controller. Sarà per esempio possibile disporre i pedali nelle barre in fondo senza preoccuparsi troppo dell’accessibilità degli stessi, perché l’attivazione avverrà unicamente dai controller che avremo posizionato in prima fila. Tutte le manopole resteranno comunque a portata di mano per regolazioni rapide senza la scomodità di un sistema a rack che obbligherebbe a lasciare la propria postazione per modificare un settaggio.
Allo stesso modo, una pedaliera più sviluppata in profondità è essenziale per montare un grosso multieffetto: in casi come questo è importante assicurarsi che le dimensioni siano compatibili.
La preferenza verso una pedaliera “lunga e stretta” a soli due binari o “corta e larga” a tre o quattro binari è dettata anche dal comfort: chi non utilizza looper può avere necessità di azionare e disattivare più effetti in un tempo strettissimo, dedicandosi al cosiddetto “tip tap”. Così può essere sensato disporre i pedali a più file per tenere vicini tra loro gli stompbox che - secondo la propria esperienza - ci si trova più spesso a dover schiacciare insieme. Tale prassi però deve fare i conti con la scomodità di un pedale “nascosto” dietro un altro, e qui entra in gioco la possibilità di inclinare la pedana e applicarvi dei rialzi. Ma su questo torneremo tra un attimo.
Dritta o inclinata?
Nella sua concezione più essenziale, la pedana è una struttura bassa, sottile e leggera, che poggia semplicemente sul pavimento e offre il necessario per ancorare i pedali tramite velcro, adesivi o altri sistemi. Esistono però numerose varianti che modificano sensibilmente la comodità nell’interagire con footswitch e pedali d’espressione.
È il caso delle strutture rialzate con superficie inclinata, come i modelli Classic scaturiti dalla storica Pedaltrain PT-3.
In linea di massima, una pedaliera bassa e dritta come i modelli Nano e Metro è preferibile per i sistemi più semplici, dove tutti gli elementi sono montati sulla parte frontale.
Una pedaliera più alta come le già citate Classic fino alla mastodontica JR Max permette invece di montare alimentatori, DI Box e altri accessori nella facciata inferiore, raddoppiando di fatto la superficie a disposizione.
Allo stesso tempo, però, una pedaliera alta e inclinata costringe il musicista a un approccio differente ai pedali rispetto a quello che avrebbe coi soli stompbox poggiati sul pavimento. Mentre gli effetti classici con footswitch montato dritto in cima potrebbero giovare del comfort donato da una leggera inclinazione, gli chassis già inclinati come i recenti pedali programmabili BOSS o i classici MOOG potrebbero risultare in un angolo eccessivo che rende poco naturale il movimento per il piede. È il caso anche dei wah wah, la cui troppa inclinazione all’indietro potrebbe risultare scomoda per l’escursione del piede. Qui, e non solo per questo, entrano in gioco gli adattatori.
Adattatori e accessori
Una pedalboard è una tavolozza neutra che il musicista può adattare alle proprie esigenze, trasformandola a volte anche in modo significativo.
Pedaltrain provvede a questo con accessori quali i Pedal Booster: basi da applicare sui binari per modificare l’inclinazione dei pedali e rialzare gli stompbox.
Una “rampa” come il Pedal booster si rivela utile per rendere più accessibili i pedali fissati sui binari più lontani dal musicista, per rendere inclinati i pedali su una board dritta o per rendere piatti i pedali su una board inclinata.
Un rialzo permette di disporre pedali su due o più file in una pedalboard inclinata creando dei gradini e scongiurare così il rischio di toccare involontariamente il pedale sottostante. Così facendo, anche una pedaliera meno sviluppata in larghezza e con più binari sarà adeguata a un rig minimale in cui si ha necessità di accedere a tutti i footswitch, in poco spazio.
Un supporto simile torna inoltre comodo per nascondere cavi e spinotti di alimentazione. Si può così contare su un ulteriore livello per sbrogliare i propri cablaggi, alla ricerca di un risultato pulito e funzionale.
Trasportabilità
Tutte le strutture per pedaliere sono generalmente leggere. Il grosso del peso sarà rappresentato dagli effetti che ci verranno montati sopra. Nei rig più elaborati, il peso della pedana diventa quasi trascurabile.
Non bisogna quindi sentirsi obbligati di rinunciare a qualche centimetro extra, che potrà tornare utile in futuro per un eventuale ampliamento o una riprogettazione del rig.
Occorre tenere presente invece la custodia: la classica valigetta è una garanzia di sicurezza, e proprio nel catalogo Pedaltrain ne compaiono di nuove con strutture trolley a rotelle per un trasporto facilitato. Ma, a meno che non si conti di affrontare tour particolarmente impegnativi e violenti, una buona scelta può essere affidarsi alle borse morbide e imbottite che, come la custodia di una chitarra, sono ora provviste di tasche e scomparti in cui riporre cavi, corde di scorta e altri accessori, con un peso sensibilmente inferiore rispetto al flight case rigido ma garantendo al contempo una buona protezione.
Quella più adatta
Come si è visto, sono molti i parametri da tenere in considerazione, e una buona progettazione a monte è il primo passo per un risultato soddisfacente.
A questo scopo possono tornare utili tool virtuali come Pedalboard Planner, simulatore che permette di posizionare gli effetti dei maggiori marchi sulle pedane per trovare quella più adeguata al caso. Un consiglio: nell’assemblare i vostri progetti, tenete bene a mente gli spazi necessari per far passare i jack, i cavi e i percorsi necessari per l’alimentazione.
Buona progettazione e, soprattutto, buon divertimento!