Mentre scorrevo la bacheca di Instagram durante un pomeriggio primaverile, ho visto la foto di una bellissima Nash T2HB in una configurazione alquanto insolita su una Telecaster: P90 al manico e Humbucker al ponte. Sono rimasto letteralmente impressionato da cotanta bellezza. Desideroso di sentire come suonasse e come si comportasse nella posizione centrale, quindi P90 insieme all’Humbucker, ne sono uscito davvero scioccato.
Era un periodo in cui sentivo la necessità di avere una chitarra con l’humbucker al ponte. Riflettendo un po’, non volevo nel mio gear una cosa che hanno tutti: sentivo la necessità di dover cambiare un po’ le carte in tavola. E mi sono detto? Perché non realizzare una Tele-style come la T2Hb di Nash?
Inizialmente il progetto era quello di farmi costruire una Telecaster con due P90 da un noto liutaio italiano, però le cifre erano un po’ alte. Volevo risparmiare.
Nel lontano 2016/2017 conobbi un ragazzo di nome Nicola, anche lui grande cultore come me di Fender. Questa sua passione per la musica, insieme alla mia, nonostante non abitiamo proprio dietro l’angolo, ci ha dato la possibilità di conoscerci. Gli anni passano, la nostra amicizia si rafforza e Nicola comincia ad ampliare il mondo legato alla realizzazione di chitarre elettriche. Con le nostre solite chiacchiere da bar legate al mondo Fender e non solo, parlo di questo progetto “Telecaster T2Hb”. A sorpresa decide di accettare la sfida.
Ci siamo confrontati su quale legno fosse meglio usare, dato che, avendo già due chitarre in ontano e una in pino, era meglio rompere gli schemi. Sono venuto a conoscenza di questa falegnameria italiana, della Brianza, con un’ampia di scelta di legni di altissima qualità. Pertanto, dopo un lungo consulto: due pezzi di pioppo, uno ebano e uno di acero fiammato sono i legni che ho scelto.
I disegni del body sulla tavola sono stati fatti tramite delle dime che raffigurano al 100% la forma di una Telecaster, idem per il manico e per la tastiera.
Tutti i lavori eseguiti sono stati fatti senza l’ausilio di CNC, a mano e con piccole attrezzature.
Per quanto riguarda la tastiera, ho optato per un raggio da 12” per dare modernità allo strumento, con 22 tasti medium jumbo e dot madreperlati.
Il manico invece, un pezzo unico in acero fiammato, come forma è un mid-C che risulta molto ergonomico e fornisce un’ottima impugnatura. Risulta preciso e scorrevole.
Per risaltarne le fiammature, Nicola, ha applicato della vernice color Noce.
Una volta terminati manico e tastiera, ci siamo concentrati sulla verniciatura del body. Per prima cosa abbiamo applicato del fondo turapori, per far aderire meglio la vernice alla nitro. Sono state applicate cinque mani di fondo e, una volta che ha aderito bene su tutto il body, abbiamo carteggiato per rimuovere le piccole imperfezioni. A seguito, è stata applicata della vernice Daphne Blue Nitro, tramite la pistola spray collegata a un compressore.
Terminata la verniciatura, ci siamo occupati dell’assemblaggio dell’elettronica e dell’hardware della chitarra.
Per risparmiare qualcosa, ho deciso di comprare potenziometri, selettore, manopole, battipenna, ponte, meccaniche, control plate, strings ferrules, strings guide, cover humbucker e trussrod direttamente su Aliexpress. Humbucker e P90 invece sono due Tonerider: Hot P90 al manico e un Birmingham Alnico V al ponte. Ponte e meccaniche sono Wilkinson.
A fine lavori, la chitarra si presenta così, con un peso di circa 4.3kg.
Nonostante il peso sia importante, rimane una chitarra molto versatile e con molto carattere.
Il fatto di aver scelto un radius 12” ti dà la possibilità di eseguire dei bending precisi, morbidi e senza impegno. Nonostante ci siano un P90 e un humbucker, la posizione centrale non viene snaturata, in quanto abbiamo deciso di tenere quest’ultimo un pelino più vicino al P90.
Il P90 al manico si comporta davvero molto bene, molto definito sia sui puliti sia su suoni più distorti. È anche piacevole da sentire perché allo stesso tempo è anche morbido.
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