Amici accordiani, tecnicamente è ancora estate. Vuol dire che sono ancora in tempo per proporvi un giochino, un piccolo trastullo da ombrellone che mi incuriosisce e mi diverte.
Parliamo di pedali e di scelte.
Tra noi - sono pronto a giurarlo - non esiste nessuno che non abbia perlomeno un pedale. Anzi, siamo realisti: i più parchi . Ci sarebbe da scrivere un trattato di antropologia riguardo al fascino alchemico che esercitano su di noi quei piccoli parallelepipedi di plastica e metallo. E infatti sono la prima cosa che un chitarrista, anche cane, desidera ardentemente dopo essersi assicurato uno strumento e uno straccio di amplificatore.
Imprescindicile negli anni '80, il chorus ha molti estimatori ancora oggi
In passato, su queste pagine, : correvano i primi anni ’90 e lo scatolino era il Thrash Metal della serie Tank, una linea Ibanez molto economica. I primi a seguirlo, in ordine di tempo, furono un Flanger BOSS, un fuzz FBT e il Thrash Master DOD. Sistematicamente accadeva che non avessi idea di come regolarli (all’epoca era molto più difficile accedere a certe informazioni).
Ma veniamo al punto, ecco la mia domanda. Se oggi voi, con a disposizione una chitarra (non importa quale) e un amplificatore (valvolare, decente, due canali), poteste comprare un solo pedale, quale scegliereste?
Il Big Muff (in questo caso in formato Nano), particolare tipo di fuzz che rappresenta un altro grande classico per i chitarristi, non solo nel rock e nel metal
Per sgombrare il campo a mille distinguo, faccio una raccomandazione: evitiamo i “dipende dalla chitarra, dai pickup, dal genere, dalle corde, dal cavo” e i “bisogna vedere l’ampli, gli effetti integrati, se ha il riverbero a molla, il send e return…”. Ok? Una chitarra elettrica e un amplificatore tradizionale con un canale clean e un canale overdrive: questo è quello che abbiamo. E potete comprare un singolo pedale, con un solo switch on/off (non con cento pulsanti, non una sciccheria da mille euro: un solo, semplice, tradizionale pedale).
Questo è quanto, ora la palla passa a voi, meditate e poi date il vostro implacabile verdetto, ma non dimenticate che “le decisioni impetuose e audaci in un primo momento riempiono di entusiasmo, ma poi sono difficili a seguirsi e disastrose nei risultati”. Lo scrisse Tito Livio, ma non è dato sapere se suonasse il liuto o forse, come quello scquilibrato dell'imperatore Nerone, la cetra.
E già che ci siete, perché non mi dite anche quale fu, a suo tempo, il vostro primo pedale? Anche voi, come un recente Caparezza, potete affermare “sono contento della scelta che ho fatto, nemmeno un rimorso, nemmeno un rimpianto”? |