Un po' di tempo fa, con uno dei miei articoli da pipparolo a cavallo tra il sofisma e la filosofia spicciola (precisamente ), avvertivo che alcune cose che ci sembrano ovvie, spesso non lo sono affatto. Del tipo, dopo aver ascoltato un disco scopriamo che quello scintillante lick - che pareva un lampante esempio di Telecaster sound - era invece stato registrato con una Les Paul Custom, minando ogni nostra certezza. Insomma, era un discorso sulla fallacia delle nostre percezioni, che non di rado sono influenzate da schemi che abbiamo assunto, digerito e fatto nostri con il tempo. Qualche mese fa mandai a un amico - chitarrista rock di lunga militanza - l'audio di una mia registrazione, era il solo di "Crabsody In Blue" degli AC/DC: lui si complimentò per il suono, aggiungendo "riconoscerei a un chilometro di distanza una SG con i '57". Peccato che avessi usato una Ibanez RG (non ricordo i pickup ma certamente non erano dei Gibson '57).
Ecco, gli schemi mentali sono sempre, in qualsiasi contesto, simili ad antichi vogatori, tenaci ma bendati, che remano in direzione contraria a quella della verità. Nella mia posizione di chitarrista amatoriale, appassionato, che suona southern rock con la sua band ma che a casa si diverte con il blues e con il country, ho raggiunto da qualche tempo la convinzione che la Stratocaster sia la chitarra che fa per me e in effetti i miei sforzi (e i miei soldi, mannaggia) negli ultimi anni sono andati nella direzione dell'ammiraglia di casa Fender, soprattutto verso modelli con specifiche vintage (possiedo una AVRi '57 e una Road Worn '60, oltre a una bella assemblata e alla mia amata '78 di cui ho parlato . Se qualcuno, incautamente, mi chiedesse "perché proprio la Strat?" immagino che, dopo un pippone sul timbro, sulla suonabilità, sulla brillantezza unica del suono, aggiungerei con nonchalance che "beh raga poi la Stratocaster è anche la chitarra più versatile: si sa, con lei fai praticamente tutto. Se poi al ponte monti un humbucker splittabile allora avrai un passepartout assoluto e definitivo, non sentirai mai l'esigenza di un'altra chitarra". Ora, tralasciamo il fatto che è impossibile non sentire più l'esigenza di un'altra chitarra: noi siamo come sacerdoti, anzi come monaci tenuti a osservare una ferrea regola di vita, che prevede l'acquisto di un tot di chitarre l'anno. Ma di questo abbiamo già parlato spesso, per esempio .
Buona solo per alcuni generi? No, con la Telecaster c'è chi suona di tutto!
Ma concentriamoci per un momento su questa faccenda della versatilità: io, lo dico e lo confermo, continuo a ritenere che la Fender Stratocaster non abbia rivali, nel senso che offre una tavolozza di colori ampia e un'infinità di sfumature. E il concetto di super-Strat è nato proprio per portare alle estreme conseguenze questa peculiarità della creatura di Leo, traghettandola persino verso il metal, lo shredding e quant'altro. Eppure... voi avete mai visto gente suonare TUTTO con una Telecaster? Io sì. E con una 335? Mio dio, sì. E con una Les Paul? Sì, in questo caso un Sì grande come una casa. Vi sembrava limitato Jeff Beck con una LP al collo? Non cito le PRS, chitarre alle quli do meno del tu, ma che mi hanno sempre stupito in positivo, soprattutto tra le mani di "quelli bravi".
Allora, dopo aver - come al solito - provato a sparigliare un po' le carte, chiedo a voi: è oggettivo il concetto di versatilità? Escludendo le chitarre nate per fini specifici (magari non mi presenterei sul palco con Albano brandendo una B.C. Rich Warlock, intendo questo) è solo la Stratocaster (magari HSS) a essere in grado di coprire tutti i generi, o è una storia che ci raccontano da decenni e alla quale abbiamo finito per credere? Ditemi la vostra nei commenti! |