A comunicarlo è la moglie dell’artista, Jan Dance, tramite un comunicato affidato al magazine Variety: David Crosby muore all’età di 81 anni, a seguito di una lunga malattia.
Il chitarrista e cantante ha segnato mezzo secolo di storia della musica contemporanea, con innumerevoli riconoscimenti e ben due inserimenti nella Rock and Roll Hall of Fame: la prima volta la prima volta con i Byrds, poi di nuovo con il supergruppo Crosby, Stills, Nash & Young.
È proprio la formazione di “supergruppo” che consegna Crosby e i suoi compagni alla storia. Si tratta di un format oggi impensabile: quattro musicisti di livello altissimo che collaborano, fondono i propri talenti e conquistano le classifiche per quattro decadi. Con la scomparsa di David, finisce un’era.
La strada di David si incrocia con quelle di Stephen Stills e Graham Nash nel 1969. È l’epoca di Woodstock, la scena musicale catalizza l’attenzione e i sogni dei giovani. Le loro tre voci, accenti diversi, stili diversi, si miscelano alla perfezione. Dell’esperienza, David ricorderà: “Come cominciammo a cantare, sapevamo di essere in qualcosa di nuovo, in una splendida terra incognita. C’era qualcosa di magico lì. Quella sensazione, amico, era come di qualcuno che ti fa un pompino all’improvviso. Come svegliarsi fatti di acido. Un flash, giuro”.
Arriva un primo album di debutto, poi l’aggiunta di Neil Young e una luminosa carriera che ha portato la formazione a costellare dischi fino al 1999, con LOOKING FORWARD.
Attivo fino alla fine, gli ultimi lavori di Crosby suonano come una premonizione della fine che si avvicina. Nel 2019 è il tempo del documentario “David Crosby: Remember My Name”. Magica è la sua “I won’t stay for long”, inclusa nell’ultimo album solista dell’artista, FOR FREE, uscito nel 2021.
Da allora, David non è rimasto per molto, ma siamo certi che il suo nome sarà ricordato.
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