Allora, cominciamo con un brevissimo riassunto delle puntate precedenti. A chi avesse tempo a disposizione e non volesse perdere i dettagli (che sono in effetti la parte più intrigante e istruttiva della storia) lascio comunque i link alla e alla .
A favore di tutti gli altri invece sintetizzo così la vicenda: pochi giorni prima di Natale io, che vivo a Milano, su un importante portale di annunci (non Mercatino) trovo l'annuncio di un Line 6 POD GO a buon prezzo. Contatto la persona, che si mostra disponibile e cortese. La persona mi chiede di pagare con Paypal, strumento che uso di rado ma che mi risulta sicuro. Al momento di pagare, il tizio mi chiede di usare la "modalità amici" di Paypal, io sono un po' titubante ma accetto. Il tizio scompare. Faccio denuncia ai Carabinieri (alla Polizia Postale mi rimbalzano in quanto si tratta di truffa e loro non se ne occupano), dopo essere stato rassicurato da un impiegato della mia banca sul fatto che, una volta fatta la denuncia, la banca stessa mi rimborserà.
Ecco, la novità è quella che io immaginavo e che anche molti di voi mi avevano impietosamente (ma con notevole realismo) anticipato: la banca non mi rimborserà un fico secco. Ho infatti ricevuto una fredda comunicazione dal mio istituto bancario (per la precisione, dall'apposito ufficio al quale mi era stato chiesto di inviare moduli compilati e tutta la documentazione necessaria a spiegare lo snodarsi della vicenda). La comunicazione, tradotta dal burocratichese all'italiano, in sostanza dice questo: "Tu il pagamento lo hai fatto a tuo rischio e pericolo, nessuno ti ha rubato pin, password o altri dati criptati, nessuno ti ha clonato carte o dati, non sei vittima di phishing, perciò da noi che vuoi?". E infatti, come detto, questa era esattamente la risposta che mi aspettavo, non colpevolizzo la banca, al massimo tiro un orrecchio a quell'impiegato che - forse non avendo capito cosa effettivamente mi fosse successo, o forse preda di un accesso di ottimismo patologico - mi aveva dato per assolutamente certo un rimborso da parte loro.
E quindi, in questa valle di lacrime, io il Line6 Pod Go continuo a non averlo. Un peccato? Un segno del destino? Voi che ne pensate?
Ok, questo è quanto. Che ci portiamo a casa da questa storia? Senz'altro non un POD GO, dite? A. Ha. Ha. Non siete spiritosi, sappiatelo.
No dai, ci portiamo a casa la conferma che ai sospetti è meglio dare ascolto: come spiegavo nei capitoli precedenti, di motivi per dubitare del tizio ne avevo più di qualcuno (per esempio non mi tornava la questione della spedizione e del presunto amico spedizioniere, ma anche il modo in cui aveva condotto la trattativa), ma poi in me ha vinto la voce "massì, ho comprato centinaia di strumenti in questo modo ed è sempre andata bene, basta menate". Ecco, ERA sempre andata bene, ma non stavolta. Ricordate che un chitarrista che vende un prodotto particolare ama parlarne, dare un parere, raccontare delle sue chitarre, delle sue band, o chiederti delle tue. Ricordate che uno che deve spedirti qualcosa potrà pure essere molto gentile ma difficilmente glissa sul punto "spese di spedizione" (piuttosto, ti dirà che è disposto a pagarle lui, sottolineando giustamente la propria signorilità). E, soprattutto, se la persona non è davvero un vostro amico o un vostro parente, non usate per nesun motivo la "modalità amici", ma dichiaratevi disponibili a pagare voi l'equivalente della commissione Paypal. Se il vostro interlocutore rifiuta, c'è una sola spiegazione... indovinate quale.
Un'ultima nota riguarda l'eventuale proseguimento del percorso legale, perché in effetti io la denuncia l'ho fatta, perciò - non sono esperto in materia - prima o poi qualche seguito dovrà esserci. Ecco, su questo devo dire che parto già con una certa negatività, perché sono deluso da come i Carabinieri hanno accolto la denuncia: non soltanto, infatti, mi hanno anticipato che con ogni probabilità questa non sarebbe servita a nulla (in quanto il numero di telefono del truffatore si sarebbe certamente rivelato intestato a qualche straniero non più in Italia, rendendolo quindi impossibile da identificare), ma non hanno preso in considerazione nessuno dei tanti dettagli che avevo e che volevo trasmettere loro, a partire dalle chat (avevo stampato tutti gli screenshot), la transazione Paypal e molto altro, lasciandomi la chiara impressione di volermi giusto dare un contentino, per poi liquidarmi in tre minuti. È ovvio che non mi aspettassi chissà quale attenzione, dato l'importo contenuto e data la natura stessa del fatto (una piccola truffa, in fondo), tuttavia il momento della denuncia, fidatevi, è stato al limite dell'imbarazzante. Alcuni di voi accordiani, poi, mi hanno raccontato la propria esperienza, dimostrandomi come la denuncia sia finita per un motivo o per l'altro in un nulla di fatto, anzi a volte sia stata foriera di ulteriori seccature ed esborsi di denaro per avvocati o per trasferte, visto che le udienze erano fissate non nella loro (dei truffati) città ma in quella del truffatore, spesso lontana molte centinaia di chilometri. Tutto molto triste, molto amaro e soprattutto molto ingiusto.
Che ne pensate? Come andrà a finire questa faccenda? Vi è mai capitato qualcosa di simile? Raccontatemelo nei commenti! |