Fender ammicca al vintage giapponese con la Gold Foil Collection
di redazione [user #116] - pubblicato il 31 gennaio 2023 ore 19:10
Tre best seller reinterpretano i classici della produzione asiatica anni ’60 con estetiche in stile e pickup Gold Foil ridisegnati per l’occasione.
Nell’immaginario collettivo, Fender è da sempre sinonimo di single coil. Nella lunga storia del marchio californiano non mancano però le escursioni nei lidi solitamente associati alla concorrenza. Gli humbucker si sono fatti largo in molteplici occasioni ed è recente il tributo al mondo dei P90 con la collezione Noventa. Per il 2023 sotto i riflettori c’è una precisa corrente stilistica, stavolta dal fascino vintage prepotente e con riferimenti timbrici inaspettati. Fender reinterpreta i pickup Gold Foil e ci costruisce intorno una Telecaster, una Jazzmaster e un Jazz Bass per la Gold Foil Collection.
Tipici della produzione giapponese anni ’60, resi celebri da strumenti come Teisco e DeArmond, i pickup Gold Foil sono caratterizzati da un suono aperto, con acuti brillanti e medi piuttosto definiti per un single coil.
Nella versione Fender, diventano tecnicamente dei mini-humbucker e si promettono capaci di offrire un timbro tipico con la resistenza a interferenze e ronzii che gli amanti delle distorsioni apprezzeranno.
I Gold Foil hanno infatti guadagnato nel tempo i favori dei fanatici del grunge, del garage rock e dell’indie, generi che hanno riscoperto i vecchi strumenti d’importazione immergendoli in inaspettati contesti sperimentali in cui saturazioni ed effettistica la fanno da padroni.
Forme profondamente retrò, talvolta con body asimmetrici, sono in prima linea. Forse per questo non compare una Stratocaster nella Gold Foil Collection: l’ammiraglia Fender è un classico senza tempo capace di trovare posto anche nei contesti estetici più moderni, mentre bisogna ammettere che un effetto diverso fanno i tre modelli scelti per il restyling.
La Telecaster, la Jazzmaster e il Jazz Bass ricevono nuovi legni, elettronica e finiture inedite per l’occasione, con tanto di palette matched, verniciate in tinta col body a eccezione delle versioni burst - da non perdere l’originale Candy Apple Burst applicato alle due chitarre - che abbinano una paletta nera. L’adozione di meccaniche con palettine in plastica bianca sulle due chitarre è un piccolo tocco di classe che risulterà subito familiare agli appassionati di produzioni giapponesi o est-europee di metà secolo scorso.
La Telecaster abbina un body in mogano a un manico in acero con profilo anni ’60 a C e tastiera in ebano con raggio da 12 pollici, per un mix di suonabilità vintage e affidabilità moderna sui bending e per ciò che riguarda l’intonazione generale, grazie anche ai 21 fret medium jumbo.
Il ponte a tre sellette è più piccolo rispetto allo standard Telecaster perché il Gold Foil al ponte siede direttamente sul body mediante un pickup ring in metallo.
Anche per la Jazzmaster il mix è di mogano, acero ed ebano, ma l’impronta si sposta maggiormente verso i canoni vintage con un raggio da 9,5 pollici e tasti narrow tall.
Deliziosamente retrò è anche la scelta di adottare un vibrato Bigsby B50 che, insieme all’originale sistema di switch, il binding e i segnatasti a blocco tipici del modello, danno vita a uno strumento dal fascino inedito, come uscito dagli scaffali di un pawn shop.
L’impronta è simile per il Jazz Bass, che preferisce però un più convenzionale corpo in ontano. Il manico in acero con tastiera in ebano adotta qui un profilo anni ’60 e raggio da 9,5 pollici, con un binding bianco tutto intorno e un unico pickup montato sul battipenna.