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Il sound check di Steve Vai insegna più di una clinic
Il sound check di Steve Vai insegna più di una clinic
di [user #17844] - pubblicato il

Se pensi che il concerto di Steve Vai sia un’esperienza indimenticabile, forse non hai assistito a un suo sound check.
Ho visto solo una volta Steve Vai dal vivo, e nella stessa occasione sono riuscito a sbirciare anche il suo sound check. Uno spettacolo nello spettacolo, ma quello che ho visto in un video comparso di recente online è una versione estesa, sotto la lente d’ingrandimento ed estremamente formativa di quell’esperienza che avevo scalfito solo in superficie.

Ho avuto la fortuna di trovarmi nella stessa stanza con Vai al NAMM 2020, occasione in cui presentava alla stampa la Ibanez PIA. L’incontro a cui eravamo stati invitati si teneva in un locale vicino al Convention Center, dopo l’orario di chiusura dello show. Il NAMM è un susseguirsi di questo genere di eventi “bonus”, e in quel caso particolare si trattava di una combo spettacolare: presentazione privata per la stampa e concerto con degli ospiti da urlo in serata.
Abbiamo incontrato Steve poco prima dell’esibizione. Ha raccontato lo strumento, ha risposto alle domande. Pochi minuti dopo avrebbe guadagnato il palco della House of Blues di Anaheim.

In quell’occasione, forse per il contesto diverso o per tempi ristretti, la band aveva fatto i suoni senza il frontman. Da bravi italianotti, ci eravamo intrufolati in sala prima dell’inizio del concerto e abbiamo assistito agli ultimi ritocchi. Quando Vai entra a fare i propri livelli tutto è già pronto, fa un cenno e la band parte: lui è al centro del palco, con la PIA al collo. Si piega in due tirando un dive bomb mostruoso, come se fosse già davanti al pubblico, modula, doma il feedback, chiude il volume della chitarra e la band si ferma con lui. Ecco, questo è stato il suo sound check. Ed era perfetto.



Avanti veloce, nel 2023 compare online un video del suo sound check per intero. Pochi minuti, ma tanti bastano perché tutto sia in ordine, quando si sa dove mettere le mani e si può contare su maestranze selezionate.
Il teatro del video che lo vede protagonista con la sua band nel tour del 2023 gli ha permesso evidentemente di concentrarsi meglio sui dettagli, e la formazione gli viene dietro come un plotone d’elite.

Jeremy Colson alla batteria, Philip Bynoe al basso e Dante Frisiello alla seconda chitarra, ma anche i tecnici tutto intorno, rispondono come soldati anche ai gesti più piccoli. Il check della batteria è fantastico in questo, vedere come basta un gesto di Vai perché Colson recepisca al volo e capisca dove e quando suonare, e soprattutto quando non farlo. Bynoe è a braccia dietro la schiena, nessuno si muove se non necessario né fa il classico “noodling” a volume basso. Sono tutti attenti e concentrati.

Credo che l’esperienza con Zappa emerga in momenti simili, con la gerarchia del band leader a condurre e coordinare il tutto che può apparire rigida, ma si rivela estremamente efficace.
Non da meno è l’orecchio finissimo per cui l’alieno è famoso. Fantastico quando (intorno a 4:50) fa un cenno al chitarrista di supporto che parte a strummare l’acustica, si interrompe all’istante quando Vai fa un nuovo cenno per poi rivolgersi al tecnico di palco con “tira 2dB a 1kHz”, “metti 2dB a 5kHz”.



Per tutto il tempo, Vai si muove per il palco ascoltando con attenzione. Il cavo ai suoi piedi non si attorciglia mai, perché dalle quinte si nota una “manina” sempre pronta a stenderlo, a tirarlo quando si avvicina e a dargliene quando si allontana.
Niente è lasciato al caso, tutto è studiato nei dettagli con gran professionalità da parte di tutti, così che riesce ad apparire estremamente naturale, quasi facile. E, proprio come quando suona, forse è lì che nasce la magia.
concerti eventi steve vai
Link utili
Steve Vai presenta la PIA al NAMM 2020
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di talpa [user #1842]
commento del 17/12/2023 ore 12:36:59
Solo io mi emoziono a sentire quel fruscio in sottofondo, che fa presagire tanta distorsione a volumi mostruosi .
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 17/12/2023 ore 22:57:18
Fruscio che, tra l'altro, troppo spesso si dimentica essere una componente naturale del segnale a certi livelli. Con tutta la corsa al digitale e alla purezza sonora, ci si scorda che la valvola "soffia" e, se poi canta così, lasciamola soffiare!
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di Daffy Dark [user #64186]
commento del 18/12/2023 ore 13:47:4
Il cavo ai suoi piedi non si attorciglia mai, perché dalle quinte si nota una “manina” sempre pronta a stenderlo, a tirarlo quando si avvicina e a dargliene quando si allontana.
Vuoi dire che uno come Vai suona live con un cavo lungo?
Non che ci sia nulla di sbagliato, ma da uno così stiloso e maniacale in ogni dettaglio mi sarei aspettato tutto tranne che usasse un cavo al posto del radio trasmettitore..
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/12/2023 ore 15:12:32
Daffy, secondo me un cavo buono (anche lungo) è sempre meglio di qualsiasi trasmettitore; e il suo credo sia buonissimo.
Rispondi
di Daffy Dark [user #64186]
commento del 18/12/2023 ore 15:48:06
Non lo metto in dubbio, infatti ho scritto che non c'è nulla di sbagliato,
a livello pratico ti dò ragione, solo che a livello estetico pensando a uno come Vai che è stiloso al massimo della maniacalità mi sarei aspettato tutto tranne che usasse un cavo lungo, ma non è che cambi la sostanza
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di Luca.luca [user #64384]
commento del 18/12/2023 ore 15:20:
Tutti i sistemi wireless digitali introducono una latenza dettata proprio dalla conversione A/D D/A, mentre i sistemi wireless su base UHF VHF tendono invece a degradare un po' il segnale; credo che la scelta di Vai sia dettata da questo aspetto.
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di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 18/12/2023 ore 16:07:19
Va detto che proviene da un'epoca in cui il cavo era lo standard, come gli stack e le pedaliere affollate, e tutto fa ancora parte del suo show, della sua estetica. Di sicuro la sua cura maniacale si nota nel fatto di avere un singolo cavo che sparisce dietro il palco senza mai annodarsi ai suoi piedi (pensare che nel suo entourage ci sia una persona il cui unico scopo è tenere il cavo teso dietro le quinte è impressionante!), ma in effetti sarebbe interessante capire se dietro c'è anche una decisione relativa al suono (si pensi a Brian Setzer che usa notoriamente cavi lunghi per smussare le frequenze più acute, "scaldando" il suono di proposito).
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di Daffy Dark [user #64186]
commento del 18/12/2023 ore 16:39:05
Si, è un po' come quei chitarristi che cambiano suon o effetto dal vivo ma non li vedi schiacciare nulla a terra perché c'è chi gli aziona gli effetti fuori dalla scena..
però sarebbe interessante capire se questa scelta del cavo lungo sia dovuta al fattore latenza o se c'è dell'altro sotto..
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di latin28274 [user #45548]
commento del 18/12/2023 ore 17:29:45
Ricordo che anni fa Vai usava i sistemi Nady, ma era davvero tipo 20 anni fa.
Guardando qualche immagine, mi pare di notare che nella carriera abbia usato sia cavi che trasmettitori.
Forse, in questa fase della carriera preferisce il cavo, oppure lo usa solo quando la venue non è proprio enorme.
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di francesco72 [user #31226]
commento del 19/12/2023 ore 11:35:15
Non si diventa un punto di riferimento per generazioni di appassionati e professionisti improvvisandosi. Meditiamo gente, meditiamo quando acclamiamo certi nostri fenomeni un po' estemporanei che azzeccano un paio di dischi in 20 anni di carriera.
Ciao
Rispondi
di KingCharles [user #62056]
commento del 20/12/2023 ore 21:29:3
Personalmente trovo fantozziano il tipo che gli tira e molla il cavo anche se ovviamente non si può permetttere che si stacchi il cavo dalla chitarra o che, ancora peggio, ci inciampi sopra :-)

La cosa veramente impressionante sono le sue dita, da ragno, lunghissime. Per il resto la musica ormai è sempre la solita solfa, tecnica mostruosa per carità, ma dopo dieci minuti mi addormento. Lo seguo dagli anni ottanta, ormai quello che doveva dare ha dato.

PS l'ibanez PIA è veramente pacchiana, sarà un grande chitarrista, ma per quanto riguarda il gusto..... BRRRRRRRRRR
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di Guycho [user #2802]
commento del 21/12/2023 ore 09:21:07
Un Maestro dal quale si può solo imparare molto.
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