di cantrell [user #5157] - pubblicato il 02 gennaio 2024 ore 12:50
Storia di lezione a una pletora di appassionati italiani che guarda solo al marchio, raramente ascolta con orecchie e spesso si lascia trasportare dagli occhi.
"O il suono senza provincialismo" mi disse qualcuno. Come quando un certo superPippo nazionale in quel negozio valdarnese mesi fa mi fece strimpellare (in permuta di una mia Jackson ennesima) una Fender Player Telecaster che (lei sì) da spenta svergognava una Professional 2 di bellimbusto vestita... E che avevo acquisito in una sindrome di GAS precedente. La storia si ripete a un giorno dal 31 Dicembre.
È successo per la mia Tokai Crossroad. Les Paul in serie limitata per il mercato italiano, di liuteria giapponese che svergogna sfacciatamente (anche nei prezzi) una Standard americana, con perplessità di chi mi ascolta salvo poi ricredersi quando la guardano e la imbracciano. Il problema è che c'è chi non ci crede, nonostante tanta musica.
Perplesso però ero in lei, poiché pensavo che nonostante tutto era l'eccezione di casa e che non sapevo quanto potesse confermare la regola. E poi fu galeotta la Gas, perché provai a cederla a pro di una Fender dallo stesso valore se non di più insieme, in questo caso, alla mia testata Marshall Silver Jubilee: ambivo segretamente a una Telecaster Custom Shop Nos 63 usata, ma che alla fine non provai .
Ma in quel momento mi intervenne quel superPippo famoso in Toscana e oltre, spina dorsale della Official Cover Band dei Queen per l'Italia dei Killer Queen e del negozio che distribuisce passione musicale in quel di Terranuova Bracciolini nel Valdarno.
La mia voglia di GAS nasceva in definitiva da un ampli sbagliato "non adatto per quello che voglio" mi fa intendere schietto.
Prende un Combo Mezzabarba, in questo caso lo Z-18, un semplice pedalino per boostare tanto da darti una differenza fra un mangia pedali e un finto onnivoro di pedali, ci attacca la mia Tokai giapponese che avevo con me... e incomincio subito a vacillare.
Un bellissimo ampli tuttovalvole artigianale che distribuisce armoniche e valanga da una splendida chitarra, in pulito, in crunch, in volume a due ecc. Solo due/tre accordi e cade l'ennesimo muro che ho sempre odiato da provincialotto italiota. Vacillo e molto.
Così, con molta cortesia da toscanaccio ma con l'onestà della passione, mi suggerisce: "Prendi questo amplificatore serio e lascia l'altro. La chitarra tienila perché suona! Nel cambio ci perderesti". Onestà e Passione. Da film.
Già vacillavo, è bastato poco per convincermi. La Les Paul Crossroad la presi nel mio negozio di Firenze con un suono da sbavo tramite IR che in casa replicavo però con un pedale equalizzatore da affiancare alla testata Marshall. "In questo caso non sarebbe nemmeno necessario" mi dico.
Lascio il Jubilee e prendo il Mezzabarba, pago l'importante differenza e ne divento felice possessore.
Tornato a casa mi rendo conto che in questo combo fatto a mano in Italia potrebbe suonare bene anche una cigarbox, figurati la Crossroad, la mia Silver Sky o la Jackson SL2.
La giornata mi si conclude così con l'ennesima riprova che suonare per gli occhi non appagherà mai quanto suonare con le orecchie.
Quanto il suono può dirsi senza fama a tanti? Quanti di noi si compiacciono di possedere un Marshallone rispetto a un ampli Custom italiano e ascoltano guardando? Così come per le chitarre, eccetera.