Abbiamo navigato fino ai confini del mondo conosciuto e oltre, seguendo una bussola che non puntava al Nord. Giunti sul posto, un bagliore sinistro ci ha guidati fin giù negli abissi, un bagliore verdastro fluorescente.
Strappato dall'oblìo al quale sembrava destinato, lo scrigno maledetto contenente il cuore (valvolare) del pirata maledetto Dave Jones ormai emetteva solo un flebile segnale di vita.
Affidato alle sapienti mani del Capitano Jack Svalvo, il suo potente cuore da circa 2,5 W è tornato di nuovo a battere e il suo inquietante occhio verde fluorescente sparge un sinistro alone su chiunque non abbia paura ad avvicinarsi troppo.
Beh... nella realtà dei fatti, gli abissi erano lo scantinato da svuotare di mio zio venuto a mancare e il cuore malandato del pirata una vecchia radio Minerva del '54.
Una sera decido di provare a vedere se da quella vecchia radio può ancora uscire qualcosa di sonoro o solo una gran fumata.
Accendo. Dopo due minuti ancora nulla, poi improvvisamente un leggerissimo rumiore bianco in sottofondo e il suo Occhio Magico - si chiama proprio così il bulbo verde fluorescente che indica la qualità del segnale della stazione radio che si sta cercando - comincia a illuminarsi.
Provo a ruotare le stazioni radio ma nulla. Sul retro del telaio però si nota un ingresso con la scritta Fone (non Phone!).
Probabilmente l'ingresso per un giradischi o altro. Con cautela provo a estrarre i terminali, collego un jack femmina da 6,3mm e attacco una chitarra (la più scarsa per paura di prendere scosse o friggere qualcosa).
Pian piano alzo il volume. Quello che esce è un suono abbastanza neutro, non ha particolari enfasi su determinate frequenze, ma è piacevole. Ovviamente, con circa 2,5 W di potenza la riserva di pulito non va oltre il quarto del volume, poi inizia sempre di più progressivamente a crunchare con un timbro caldo LO-FI ma non citofonico.
Nasce quindi l'idea malsana di eliminare tutto quello che non serve, cambiare involucro e provare a costruirmi un mini amplificatore da appartamento tutto a valvole.
In alto, il pannello inferiore e con i trasformatori. In basso, il pannello superiore con alloggiamento delle valvole.
Preparo quindi il baule con gli alloggiamenti, i fori per connettori e valvole a vista sulla parte alta e le basette di bakelite. Passo dopo passo dissaldo o tronco dal telaio metallico originale della radio e trasferisco gli elementi nella nuova posizione segnando i collegamenti facendo attenzione a non danneggiare i trasformatori veramente datati.
A lavoro ultimato purtroppo nulla di nulla. Nessun suono e una resistenza di potenza che si riscalda dopo pochi minuti, oltre a un groviglio di fili inutili nel bauletto.
E qui entra in gioco Svalvo.
Mi sono imbattuto in lui e nelle pagine di Accordo una sera mentre cercavo suggerimenti in rete per un difetto al loop effetti del mio ampli, un Bulk Gold Rose (ampli che poi Svalvo mi ha sistemato e customizzato nei suoni, oltre a un FBT anni '60, replica in salsa tricolore di ispirazione AC15).
Provo quindi a contattarlo, racconto la storia, la radio ricordo dello zio, e lui accetta.
Non solo decide di eliminare tutta l'inutile ragnatela di fili interna, ma ricostruisce tutto il circuito ex-novo aggiungendo anche un controllo di Pain (Gain in salsa pirata).
Elimina inoltre la valvola originale destinata alla radiofrequenza con una seconda UBC 41 e ne aumenta un po' il guadagno.
Mentre Svalvo lavora sull'elettronica, io riesco a recuperare il cono originale e dotarlo di un case altrettanto alternativo.
Ecco a voi il lavoro ultimato
Da sinistra, Volume, Tono, Pain
L'occhio "magico" si comporta scenicamente quasi da Vu Meter, più forte plettri o alzi il segnale in ingresso e più la corona verde si illumina.
A lavoro ultimato ho ottenuto un oggetto da arredamento divertente da usare (è divertente vedere la faccia di amici quando mi vedono collegare la chitarra a questo strano oggetto e sentire che suona ) e che spinge oltre quello che si potrebbe pensare guardandolo a prima vista.
Certo, la riserva di pulito è limitata al primo quarto di volume (tenendo il Pain a un quarto circa), bisogna giocare col volume della chitarra se hai pickup spinti o plettrare il giusto, poi progresivamente si entra nel territorio del crunch con diverse sfumature fino ad arrivare comodamente in territorio AC/DC.
Alzando anche il gain si va anche oltre, e con un boost o un overdrive e due pedali davanti divernta un giochino divertente.
Il volume già col suo cono originale è notevole e riempe bene la sala anche se non può certo tenere testa a un batterista in carne e ossa, ma la piccola bestia infernale riesce a pilotare tranquillamente una 4X12 standard senza remore e, in quel caso, la pressione sonora aumenta ancora.
In conclusione, grazie mille a Svalvo per avermi aiutato nel progetto, per aver recuperato e dato nuovo valore a un oggetto destinato alla discarica ma che per me rappresenta un ricordo di una persona cara. |