I PAF Gibson più costosi di sempre arrivano in valigetta da collezione
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 24 gennaio 2024 ore 07:30
Hai sempre desiderato una coppia di PAF anni ’50 ma non puoi permetterti due pickup al prezzo di un’utilitaria? Gibson li replica con un’edizione speciale, ma non li regala per due spiccioli.
I 1959 Collector’s Edition sono presentati come la replica PAF più accurata mai realizzata, con bobine sbilanciate, output degno di nota eppure dal timbro brillante e articolato, legnoso e dalla forte presenza sonora. Vengono con un piccolo case rigido a corredo e sul cartellino portano un prezzo da capogiro.
La riorganizzazione del catalogo Gibson nel Pickup Shop ha concentrato fortemente l’attenzione dei fan verso i pickup di casa, finalmente disponibili in vasta scelta come componenti aftermarket per personalizzare i propri strumenti con alcuni dei suoni più celebrati di sempre. Tutti rivolti ai musicisti più esigenti, ripercorrono la storia Gibson dalle tendenze vintage fino alle derive più moderne con cifre atte a farne dei piccoli investimenti - senza dubbio più che giustificati - per valorizzare le proprie chitarre preferite. Quanto svelato all’inizio del 2024, però, porta il concetto su un livello del tutto nuovo.
Il pickup incontra il collezionismo e il PAF punta a diventare un oggetto del desiderio a cui è davvero difficile pensare come un semplice upgrade sonoro.
Gli humbucker 1959 comparsi sul Gibson Pickup Shop si pubblicizzano come le repliche PAF più accurate di sempre. Provengono dalla stessa divisione Collector’s Edition che firma le chitarre più preziose in catalogo - edizioni limitate finemente rifinite dagli artigiani del Murphy Lab - e come quelle promettono una cura per i dettagli a dir poco maniacale.
Il pickup “Patent Applied For” di fine anni ’50 è passato alla storia con l’acronimo di PAF. È il primo humbucker introdotto da Gibson e ha dato la voce alle Les Paul degli anni d’oro, oggi tra gli strumenti più ricercati in assoluto nel settore del vintage e tra i più imitati nei cataloghi dei costruttori moderni.
Un piccolo graal per chitarristi e collezionisti, e l’idea di metterci sopra le mani fa gola a molti. Le quotazioni sull’usato però proiettano un PAF d’epoca pesantemente al di sopra del budget a cui un musicista medio può verosimilmente attingere, così le repliche più o meno accurate non mancano sul mercato dei pickup aftermarket. Per la prima volta, Gibson entra in scena con una replica incredibilmente fedele, a suo dire la più accurata di sempre, e condisce il pacchetto con alcuni plus da veri fanatici.
Un filo 42 AWG plain enamel avvolge in due bobine prive di ceratura i magneti Alnico 4. Solo due conduttori portano il segnale all’uscita, senza possibilità di split per una replica priva di compromessi.
Le due bobine sono sormontate da plastiche bianche in materiale a base di butirrato, come quello impiegato sui primi modelli messi a punto da Seth Lover alla fine degli anni ’50, e una cover in nickel completa il tutto insieme ai pickup ring color crema.
Realizzati in serie limitata, tutti i pickup Collector’s Edition 1959 riportano serial number individuali e sono corredati da un cofanetto marrone rivestito, con interno sagomato in vellutino rosso per alloggiare i due humbucker e una tasca in cui sono infilati il certificato e le istruzioni per il montaggio. Inclusi, anche gli adesivi ispirati a quelli promozionali prodotti all’epoca del PAF originale, per la scritta “Patent Applied For” sulla base dei magneti e i proclami circa l’innovazione della tecnologia humbucking, indicata come responsabile di una risposta più potente, maggior definizione su alti e bassi, schermatura più efficiente verso le interferenze elettromagnetiche.
Un salto indietro nel tempo che, però, non sarà alla portata di tutti: il prezzo indicato dai comunicati ufficiali è di 999$ per la coppia, una cifra che rende il set a dir poco esclusivo e che già sta sollevando interrogativi tra i fan circa la destinazione d’uso dei modelli, insieme con le perplessità sull’utilità di un cofanetto per due componenti destinati a essere montati dentro uno strumento e che quindi, inevitabilmente, resterà vuoto a prendere polvere in un angolino. A meno che, si legge in alcuni commenti sul web, lo scopo dell’acquisto non si limiti ad aggiungere un pezzo pregiato alla propria collezione, da tenere in bella vista senza sentirne però mai la voce. E questo è un destino che mai si augurerebbe a uno strumento nato per fare musica.