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Starcaster: la semiacustica Fender (non più) dimenticata
Starcaster: la semiacustica Fender (non più) dimenticata
di [user #65912] - pubblicato il

Outsider fra le semiacustiche del tempo, la Starcaster non è riuscita a ritagliarsi un posto fra le chitarre degli anni ‘70, salvo poi essere riscoperta e rivista in un’ottica moderna.
Nel 1976 Fender lanciò sul mercato la Starcaster, rimasta in produzione fino al 1982. Il progetto della chitarra era di Gene Fields, storico collaboratore nel settore di ricerca e sviluppo dell'azienda americana. Insieme alla serie Coronado di qualche anno prima, possiamo inquadrare la nascita della Starcaster come un tentativo di Fender di inserirsi nel mercato delle semi-acustiche, settore in cui fin dagli anni ‘50 primeggiavano marchi come Gibson o Epiphone.

La chitarra si presentava con manico avvitato, a differenza della soluzione set neck più diffusa tra gli altri brand.
Il corpo asimmetrico, manico e tastiera erano in acero mentre la paletta aveva un design inusuale per Fender, con il bordo inferiore verniciato di nero. Come da tradizione, sul top dello strumento troviamo le due buche a "f". Le differenze rispetto a una semi-acustica "di successo", come per esempio la ES-335, sono comunque evidenti: i potenziometri in questo caso sono cinque, in quanto alle due coppie volume/tono per ciascun pickup (due humbucker Fender Wide Range), si aggiunge un master volume.
Il ponte fisso, le meccaniche su un lato, così come le già accennate scelte costruttive e dei legni, rendono la Starcaster una semi-acustica decisamente inusuale. La percezione che il pubblico in quegli anni aveva dei due brand più popolari portava a una sorta di dicotomia per cui Fender coincideva col sound dei single coil mentre Gibson era immediatamente associata al suono humbucker. In ogni modo, la Starcaster non ebbe il successo sperato.



Alcuni chitarristi dell'epoca e degli anni successivi tuttavia la utilizzarono: Claydes Charles Smith dei Kool and the Gang, per esempio, imbraccia una Starcaster nel video di "Celebration". In tempi più recenti, anche Jonny Greenwood dei Radiohead ha usato la stessa chitarra dal vivo.



Nel 2013 Fender decide di rilanciare la Starcaster per la sua serie Modern Player, sebbene diverse caratteristiche siano differenti rispetto al modello originale. Troviamo infatti un ponte tune-o-matic al posto di quello fisso, scompare il master volume e le viti che uniscono il manico al corpo passano da tre a quattro.

Un'ulteriore semplificazione del design della chitarra è avvenuta grazie al rientro di Tom DeLonge nei Blink 182, un paio di anni fa. Il chitarrista californiano imbraccia infatti una Starcaster in occasione di questa nuova reunion del trio punk rock.
Ad aprile 2024 Fender dedica un modello signature a DeLonge e la chitarra è ancora ispirata al modello originale: design semi-hollow (cioè con blocco centrale nel corpo) e buche a "f". La parte elettrica viene però ridotta al minimo indispensabile, con un solo pickup humbucker SH-5 Duncan Custom al ponte e un controllo volume, scelta che rispecchia evidentemente le esigenze in termini di suono da parte di DeLonge. Dalla paletta sparisce il bordo nero mentre il disegno della stessa si riavvicina nuovamente alla tradizione Fender. Il manico con un profilo di tipo “modern C” e le meccaniche autobloccanti sono ulteriori dettagli che denotano un restyling con canoni contemporanei.

Starcaster: la semiacustica Fender (non più) dimenticata

Per i collezionisti con un occhio attento al vintage, è possibile trovare in rete alcuni esemplari (non molti, in realtà) degli anni ‘70 su cifre da 5.000€ in su.
chitarre semiacustiche fender starcaster
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Starcaster Tom DeLonge
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