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The Chris Robinson Brotherhood, Neal Casal e la grande bellezza
The Chris Robinson Brotherhood, Neal Casal e la grande bellezza
di [user #65904] - pubblicato il

Correva il maggio 2011, quando Luther Dickinson - all’epoca chitarrista al servizio di Chris e Rich Robinson - in confidenza dichiarò che, secondo lui, il frontman dei Crowes non avrebbe voluto invecchiare come un consumato cantante rock.
Tale dichiarazione lasciava intendere, infatti, che l’irsuto vocalist avrebbe voluto ancora calcare le assi del palco, questo sì, dedicandosi anche a qualcosa di diverso rispetto al prodotto sonoro per cui la sua band storica, nel corso degli anni, era divenuta così celebre e idolatrata. Vada per i Rolling Stones, vada per i Faces, passi anche il sempreverde motto sesso, droga e rock ’n’ roll… ogni tanto, però, può starci anche un sano cambio di rotta. Da lì a poco, le parole di Dickinson si sarebbero rivelate profetiche. Nel giugno del 2012, gli scaffali dei migliori record store del pianeta ospitavano infatti il debutto in LP e CD di un progetto chiamato Chris Robinson Brotherhood che, nonostante la presenza a chiare lettere del nome del leader, si differenziava dai suoi precedenti lavori solisti: New Earth Mud e This Magnificent Distance, rispettivamente del 2002 e del 2004.



La Chris Robinson Brotherhood, nel suo breve e prolifico periodo di attività (2011-2019), sarebbe divenuta una sorta di naturale proseguimento - con tutti i distinguo del caso, sia chiaro - della monumentale istituzione universalmente conosciuta come Grateful Dead, pubblicando sette album in studio, parecchie ghiotte raccolte dal vivo e mantenendo inalterata la formula a cinque con tanto di presenza fissa - al di là di qualche inevitabile defezione - del tastierista Adam MacDougall e del chitarrista Neal Casal. Quest’ultimo, in particolare, figlio del New Jersey e con un passato ricco di dischi di culto in veste di cantautore, sarebbe stato l’ago della bilancia della band contribuendo alla sua notorietà e statura artistica in maniera fondamentale. 
Tra i tanti show ancora presenti in rete (alcuni brevi e acustici, registrati per note emittenti radiofoniche locali; altri elettrici, spesso immortalati in location europee) parleremo in questa sede di una performance significativa per più motivi.
Ci troviamo alla Hollywood Bowl di Las Vegas e il concerto in questione risale agli inizi del dicembre 2017. In tale occasione la band si è esibita al pieno della forma in una setlist torrenziale, suddivisa - come da classica tradizione per questa tipologia di gruppi - in due set per una durata totale di circa tre ore. Una maratona sonora che merita di essere (ri)scoperta.

The Chris Robinson Brotherhood, Neal Casal e la grande bellezza

"In molti definiscono “jam” la CRB, ma il concetto stesso di “jam band” è complesso e sfaccettato. Io personalmente preferisco parlare di noi come di una “song band”. Il songwriting è la cosa fondamentale. Non c’è nulla di più importante delle canzoni. Le canzoni vengono prima ancora delle chitarre o delle voci... sempre." Neal Casal.

Chris Robinson canta con passione e trasporto (si è ancora distanti dai recenti strilli dell’attuale lineup dei Black Crowes e dai brani di modesta fattura presenti in Happiness Bastards), suona la chitarra elettrica e si dedica alla ritmica con scioltezza indossando, con credibilità e physique du rôle, i panni del gran cerimoniere. Al timone della sezione ritmica abbiamo Tony Leone, drummer scafato e ben inserito nel folto schieramento di adepti che fa capo a Phil Lesh. Jeff Hill al basso, preciso e sempre pronto a condire con il giusto groove il menù della serata. Infine, Adam MacDougall, maestro indiscusso delle tastiere, e Neal Casal, l’autentico cuore pulsante del quintetto. Ogni sua nota sembra rispettare l’andamento del respiro del suo autore, uscendo alla scoperto solo quando e se necessario, impreziosendo le strofe con passaggi coerenti e pieni di gusto o impreziosendo le canzoni con assoli che, pur crescendo piano, sanno conquistare l’ascoltatore grazie al pregio di una lenta, progressiva costruzione melodico-armonica. Il tocco di Casal, nel tempo trascorso con la CRB, è cresciuto, maturato, arrivando a esprimere tutte (o quasi) le tante sfaccettature di un musicista eclettico, sensibile, unico.

Da notare, inoltre, la scelta oculata degli strumenti. Tra le tante chitarre cui Neal Casal ha abituato il suo pubblico, il podio è occupato da una Fender Stratocaster del 1975 (così tanto rimaneggiata da somigliare alla creatura del dottor Frankenstein!), dalla fedele Telecaster e da una meravigliosa Scott Walker modello Santa Cruz, costruita dall’omonimo liutaio statunitense e versatilissima a livello timbrico oltre che leggera: un dettaglio da non sottovalutare, in particolare per gli strumentisti che necessitano di dover resistere a tour de force anche molto lunghi…

"Oltre ad avere un suono incredibile ed essere stata rifinita dal suo ideatore sulla base di alcune mie specifiche tecniche, è anche la chitarra che in qualche modo mi ha cambiato la vita. È una chitarra in grado di offrire tutta una serie di timbriche e, in generale, di opzioni che, da tradizionalista quale ero, non conoscevo e non potevo immaginare." Neal Casal, a proposito della sua chitarra Scott Walker.

The Chris Robinson Brotherhood, Neal Casal e la grande bellezza

Curiosi? Ecco a voi la scaletta dell’intero show che, come anticipato, dura ben 180 minuti… da degustare per intero oppure andando a sezionarne gli highlights, cogliendo il meglio dei singoli brani. Un consiglio: non lasciatevi sfuggire le classiche High Is Not The Top, The Chauffeur’s Daughter, Rosalee e neppure le liriche digressioni slide di Neal Casal in Tulsa Yesterday e Poor Elijah / Tribute to Johnson. Soffermatevi, in generale, sulla grande bellezza di una band in stato di grazia e sulla testimonianza musicale di un chitarrista (Casal si è tolto la vita il 26 agosto 2019) come di rado vi capiterà di ascoltare.

Buona visione!

SET I
Lazy Days
High Is Not the Top
Tornado
Tulsa Yesterday
Like a Tumbleweed in Eden
The Chauffeur's Daughter
Roll Old Jeremiah
Poor Elijah / Tribute to Johnson

SET II
Good to Know
Venus in Chrome
Hark, The Herald Hermit Speaks
Blonde Light of Morning
Glow
Behold the Seer
Ain't It Hard but Fair
Rosalee
The Old Country Waltz
chitarre elettriche chris robinson neal casal scott walker guitars
Link utili
Il sito della Chris Robinson Brotherhood
Neal Casal Music Foundation
Il sito Scott Walker Guitars
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di melonstone [user #55593]
commento del 03/10/2024 ore 10:53:3
Ti ringrazio per aver scritto su queste pagine web qualcosa su band che adoro ma che purtroppo sono di nicchia. La CRB, soprattutto quella dei primi due dischi da te citati, è una macchina da guerra. Poi è diventata una jam prog band e forse un po' troppo prolissa per i miei gusti. New Earth Mud è un disco molto interessante, anche se la formazione che lo ha composto e suonato non è la CRB, infatti troviamo il grande Paul Stacey alla chitarra (ed alla produzione) e Jeremy Stacey alla batteria.
Ultima cosa: purtroppo Neal Casal ci ha lasciati da 5 anni, ed è stata una grave perdita. Se posso consigliare un bel disco di rock americano con Casal in gran forma, andatevi ad ascoltare gli Hard Working Americans...
Rispondi
di Umberto Poli [user #65904]
commento del 04/10/2024 ore 15:00:03
Caro Melonstone, grazie per a te per aver letto e comunicato le tue impressioni. Ho adorato la CRB, credo sia stata la band del cuore fino a quando - quello stesso cuore - non mi si è spezzato il giorno in cui Neal se n'è andato. È stato come perdere un fratello (ho avuto anche la fortuna di intervistarlo nel 2017): a volte si creano legami talmente profondi con gli artisti che amiamo che risulta difficile, se non addirittura impossibile, spiegarlo a parole. Ho pensato che fosse giusto - parlando di "performance" - rendere omaggio alla band e a Neal Casal, splendida persona e artista di immensa levatura. Un abbraccio, Umberto
Rispondi
di Ford78 [user #17514]
commento del 04/10/2024 ore 14:47:24
Ciao Umberto, quando si dice le coincidenze.
Questa mattina dopo tempo, stavo ascoltando il Live dei CRB al Rockpalast del 2018 e poi trovo il tuo articolo su Accordo.
Che piacere e che dolore insieme... li ho amati e li continuo ad amare, legati indissolubilmente a un periodo di vita mio personale di grande cambiamenti felici... e quindi impossibile per me ascoltarli senza provare dolore dopo la dipartita di Neal
I CRB, visti fortunatamente due volte live, a Milano al Factory e poi ad Amsterdam nel 2019 al Paradiso
E li avrei voluti vedere altre 1000 volte , ma Neal ha deciso di lasciarci così, con grande tristezza e rimpianto. Con gli amici della mia band, a Milano, finito il concerto Neal uscì sul marciapiede di fronte al Factory a bere una birra e ne approfittammo per farci una foto insieme.. ad Amsterdam meglio ancora, prima del concerto uscì a chiacchierare con i fans in fila per poi allontanarsi a piedi verso il centro città..
In entrambe le volte con un atteggiamento rilassato, gentile, disponibile e col sorriso... nulla avrebbe potuto far immaginare quel che sarebbe avvenuto da li a poco
Ma tant'è... ricordo a parte su Neal.... una band e un sound di livello per quelli a cui piace il genere.. io mi ero stufato dei Black Crowes, visti quest'anno a Maggio agli Arcimboldi di Milano, su insistenza dei soci della band, ma ne avrei fatto a meno, provo uno strano fastidio verso i fratelli Robinson da qualche anno... percepisco un progetto senza anima, volto a far cassa.. autoreferenziali, che della band hanno più nulla. Li ho apprezzati negli anni nei loro lavori solisti, ci sentivo verità e passione. Cosa che oggi nei diciamo "Black Crowes" , senza Gorman, Ford, Harsch (R.I.P.) e Dickinson dopo... non percepisco affatto, solo business.
Scusate la digressione, che poi è un problema solo mio ehehehe :)
Ma torniamo al tuo articolo, volutamente parco immagino, che ne avresti potuto scrivere delle pagine sui CRB
Come dice melonstone, gruppo di nicchia.. non lo so, il genere non spalanca le porte al grande pubblico, non avrebbero di questi anni potuto diventare mondiali, lo furono forse i Grateful ? ( o erano seguitissimi solo in USA e fuori States per pochi ... non lo so io li scoprii nei primi anni '90, non li apprezzai per recuperare parecchi anni dopo)
Di certo i CRB non sono sfuggiti al pubblico che ascolta i Grateful, gli Allman o almeno lo voglio sperare.
Meritano di non finire dimenticati, ogni disco è un viaggio, i live poi onirici... vanno ascoltati, con pazienza, goduti senza fretta , lasciando che ogni nota sia assorbita e poi trattenuta nello spirito.
Che bello sarebbe se i fratelli Robinson riuscissero a lasciarsi indietro le luci del mero protagonismo e tornassero a essere un tutt'uno con una band.. WARPAINT e il doppio BEFORE THE FROST UNTIL THE FREEZE sono eccezionali
Grazie per aver condiviso il live all'Hollywood Bowl dei CRB, lo ascolterò
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di Umberto Poli [user #65904]
commento del 04/10/2024 ore 15:12:55
Ciao Ford78! Visti anche io due volte: la prima a Lowell, in Massachusetts; la seconda, a Milano. Concordo con tutto ciò che hai scritto.. e pensa che il mio gatto si chiama ChrisRobinson :-)
Il problema è che il Chris Robinson vero - quello umano, non il felino - ormai sembra distante anni luce dal personaggio che ho tanto ammirato in passato. E con lui anche l'attuale formazione dei Black Crowes.
Ti abbraccio, a presto!
Umberto
Rispondi
di melonstone [user #55593]
commento del 04/10/2024 ore 15:36:52
Anche io ero all'Arcimboldi. Debbo dire che il mio giudizio è duale. Da una parte la formazione che mi ha fatto innamorare dei Black Crowes è quella con i fratelli Robinson, Gorman, Harsh e soprattutto Marc Ford, che è uno dei miei chitarristi preferiti e quindi quella di Maggio è stata una data che non si avvicinerà mai a chi ha pensato e suonato su "AMorica"e "The Southern armony". Dall'altra, vista la situazione della musica oggi è stata comunque una boccata di ossigeno, perchè tra artisti che non vengono in Italia e asfissia del mercato non stiamo messi benissimo.
Ad esempio, pochi giorni fa a Milano c'erano i Blackberry Smoke, e non sono andato, perchè non riescono ad entusiasmarmi e li trovo troppo legati al compitino....
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di Ford78 [user #17514]
commento del 04/10/2024 ore 15:43:28
Quanto ti capisco
I BlackBerry dal vivo visti e piaciuti
Ho saputo tardi che suonavano a Milano l’altra sera e nn sono andato altrimenti come dici tu una boccata d’ossigeno e American vibes me la sarei fatta
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 06/10/2024 ore 00:59:02
Mi piacciono i Black Crowes ma non conoscevo questo progetto dei fratelli Robinson
Ho letto anche dell'accostamento con i Dead: ecco, ora non potrò fare a meno di recuperare con degli ascolti
Rispondi
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