Nel campo dei processori digitali, Line 6 è stato un capostipite ed è tutt’ora uno dei marchi trainanti per il settore. Dalle pedalboard agli amplificatori, il catalogo è costellato di offerte capaci di accontentare tutte le fasce di prezzo, ora con prodotti smaccatamente professionali, ora con soluzioni pratiche e immediate per chi si avvicina per la prima volta alla categoria. Talvolta, sfruttando tecnologie già messe a frutto nei top di gamma e poi declinate “per tutti”.
È il caso degli amplificatori Catalyst, che raccolgono a piene mani dalla tradizione di casa e dalle esperienze maturate in macchine di fascia alta come la Helix per confezionare una serie di combo programmabili dall’alta flessibilità, forti di un’interfaccia familiare anche per chi è abituato a lavorare su amplificatori “old school”.
Nel tempo, su Accordo abbiamo avuto modo di provare i modelli e e, al 2024, i Catalyst giungono all’edizione CX, potenziati e aggiornati sul piano sonoro quanto su quello funzionale, con versioni da 60, 100 e 200 watt.
Sotto le mani, stavolta, è arrivato il combo da 100 watt aggiornato all’edizione CX, banco di prova ottimale per chi cerca uno strumento da portare sul palco contando su una headroom generosa, o vuole esercitarsi a casa sfruttando il riduttore di potenza per 50 o mezzo watt, fino a chi vuole suonare in cuffia o registrare in diretta grazie all’opzione Mute, sfruttando le sole uscite di linea o la porta USB senza richiedere microfonazione.
Lo abbiamo portato in studio e spremuto a dovere con le mani di Walter Cianciusi.
Per l’edizione CX, Line 6 ha rivisto i suoni e aggiornato anche il pannello. In luogo della manopola dedicata al riverbero, il Catalyst in versione CX offre due manopole di Effect programmabili, così da gestire con maggiore libertà gli effetti a bordo e creare catene del suono più elaborate. Resta la possibilità di programmare ogni suono nel profondo grazie al software di editing a corredo, mentre i controlli a bordo sono lasciati semplici e diretti, senza menù elaborati, per un’impostazione plug-and-play vera e propria.
Delle edizioni precedenti viene conservata l’impostazione generale, che ricorda da vicino quella di un combo tradizionale per chitarra, con equalizzazione a tre bande, controllo di Presence, Gain, volume relativo al canale selezionato e volume master. Completa il tutto un cursore per il booster azionabile a piacimento e, cuore del sistema Catalyst, accanto al jack d’ingresso per la chitarra è posizionato il cursore rotativo per sei modelli di amplificatori, ognuno con due sonorità per un totale di dodici amplificatori ricavati dalla fortunata serie di processori Line 6 Helix.
Rispetto ai primi Catalyst, il pannello posteriore resta immutato e promette la stessa, spiccata flessibilità. Compaiono quindi una porta MIDI per il controllo in remoto, il footswitch, ingresso Aux e uscita cuffie, oltre alle prese di send e return per il loop effetti e l’uscita bilanciata XLR. Tutto il necessario, insomma, per affrontare palchi di ogni livello, espandere le possibilità espressive con effetti esterni, ma anche per “portare a casa la serata” senza affidarsi a dispositivi esterni.
Rivolto a chi cerca un amplificatore performante ma poco impegnativo sul piano finanziario, ideale per chi muove i primi passi nel digitale e vuole esplorarne le possibilità senza addentrarsi subito in elaborazioni troppo complesse, il Catalyst CX si propone come un sistema all-in-one per esercitarsi, esibirsi e registrare musica col minimo sforzo. L’altoparlante appositamente progettato promette una resa trasparente con le varie simulazioni a bordo, così da sfruttare le simulazioni più disparate senza preoccuparsi del diffusore utilizzato, contando sempre su una resa dettagliata, profonda sui bassi e brillante sugli acuti, a tratti hi-fi, ma con tutto lo spostamento d’aria che si richiede a un amplificatore per chitarra propriamente detto.
Se l’idea stuzzica, il consiglio è di guardare più da vicino - e magari provare di persona - la serie al completo, che sul sito ufficiale è raccontata . |