Ora che il flame si è calmato, qualche riflessione. Ho pensato se farlo nel diario di Oliver o in quello di Ozkar, ma salomonicamente lo faccio qui, non senza ringraziare loro e chiunque altro abbia avuto il buon senso di uscire dall'emotività per ragionare assieme sui fatti.
Innanzitutto ribadisco il dispiacere per ogni utente che ci lascia, ma visto che siamo in una democrazia (intendo l'Italia, non Accordo) e ciascuno è libero di navigare dove gli pare, rispetto la loro scelta. Però sottolineo (e tanti lo possono confermare) che chiunque si è rivolto a Jurgen, alla redazione o a me direttamente - con rimostranze anche dure, ma senza pubbliche piazzate - ha avuto risposta. Con tutti loro il problema è stato chiarito (anche con i miei amici-nemici Hivez e Pioneer, veri ossi duri, ma pronti a discutere civilmente). Inoltre: nessun utente è stato rimosso da noi, nessun utente tra quanti hanno avuto voglia di sostenere le proprie ragioni come si fa in ogni comunità (ovvero scrivendo ai gestori e non facendo pubbliche piazzate) se n'è andato o è bloccato. Ecco un primo dato su cui riflettere.
Per il secondo dato lascio da parte il sentimentalismo e mi metto il cappellino da cinico. Nel momento in cui abbiamo postato l'articolo sulla PRS 513, alle 11:43 del 10 luglio, Accordo contava 19.952 utenti registrati di cui 496 utenti cancellati (il conto è a partire dalla messa online di Accordo 1.0 a inizio 2002, con una percentuale di utenti vivi nei dodici mesi superiore al 90%). Alle 00:01 di oggi 13 luglio, cioè una sessantina di ore dopo (ma di weekend, quando il traffico è più basso e le registrazioni calano) gli utenti sono 19.982 (trenta in più) e le cancellazioni 501. Non violo alcuna privacy, visto che sono informazioni pubbliche, se cito i cancellati: triumph, Dino_Modugno (registrato cinque giorni fa), les stratodan, Fenderato, blues54. Altri sei sono stati bloccati (dopo vari avvisi privati) per violazione ripetuta e potranno rientrare (se lo vorranno) semplicemente con una mail in cui confermano di aver letto e accettato il regolamento. Un dato che mi renderà impopolare presso alcuni: il traffico generato da questi dodici utenti nell'ultimo mese è talmente piccolo da non poter essere calcolato, anche perché per la quasi totalità hanno caricato molte volte le stesse pagine (che per il nostro timeout feroce da 12 ore conta una visita), in gran parte gli stessi 3-4 articoli e diari. Sono numeri che ciascuno può interpretare liberamente, ma è chiaro che non si può subordinare i protocolli di gestione alle esigenze, pur comprensibili, di pochi.
Terzo dato. Nel mese successivo alla rumorosa dipartita del tizio che oggi (devo dire con notevole senso dell'umorismo, vorrei averci pensato io a quel nomignolo) si firma "Mamma Ebe", Accordo perse poco meno di un centinaio di iscritti, cooptati anche con l'aiuto di alcuni buontemponi che usavano la messaggistica di Accordo per convincere altri utenti ad andarsene. Si scrissero frasi tipo: "è la fine di Accordo", "Accordo non ha più senso senza...", "l'aria qui è viziata", "poi dicono di Mussolini...", "Accordo è morto con Glen", eccetera. In realtà oggi, in piena crisi del settore, Accordo non solo vive, ma cresce oltre ogni aspettativa, è considerato alla stregua delle riviste tradizionali dalle aziende, produce reddito, dà lavoro, fornisce informazione di qualità (da solo e in collaborazione con Chitarre, la più autorevole testata cartacea di settore).
Su questo terzo dato rifletto spesso anche io, quando un iscritto da un mese o due si permette di sputare sentenze tranchant su un'iniziativa che vive e cresce da 17 anni e mi viene voglia di mandare tutto in vacca con un bel "poi vediamo come ve la cavate senza di me". Visto che non mi chiamo Mamma Ebe mi guardo bene dal farlo, perché mi rendo conto che Accordo andrebbe avanti benissimo, senza di me (che oggi poi non conto granché), ma anche senza Jurgen (che da due anni si fa un mazzo quadro, nell'ombra, con una grinta che a volte oscura il me stesso di 15 anni fa), senza Gabriele Bianco, Luca Martello, eccetera.
Riassumendo: chi mastica cose di Rete sa che i flame sono un malessere endemico dei siti in cui gli utenti possono postare, vissuti dai pochi che vi partecipano (compresi i gestori meno esperti) con sbrocchi di emotività. E allora - lo dico con affettuosa ironia e senza sarcasmo - ecco i proclami, gli addii, le preghiere di tornare, le dichiarazioni di fine del mondo, i capelli strappati, i proponimenti di chi resta, eccetera. Nel frattempo però, dicono le statistiche, tutto attorno gli altri utenti non percepiscono il cancan e continuano a vivere il sito come sempre, navigano, leggono, commentano. Questo ultimo dato serve a rassicurare chi, come il simpaticissimo "signorcresci", ha paura di perdere Accordo, ma anche a togliere illusioni a chi mette in piedi un po' di casino sperando di fare danno. Non c'è verso.
Concludendo: Ancora grazie a chi ha partecipato con idee e suggerimenti, l'intento di dare un contributo è sempre riconosciuto e apprezzato.
PS è chiaro che comunque questi eventi sono anche per noi spunto di riflessione, soprattutto - come detto in altri thread - per i progetti futuri.