Le radio italiane come funzionano? Qualcuno ne sa qualcosa, qualcuno mi potra mai un giorno cortesemente spiegare perchè di tutte le migliaia di faticose produzioni che ogni anno vengono fatte in Italia, il filtro della radio ci farà ascoltare solo i pezzi di quei 25 artisti ( NON DI PIU' è evidente) che già sono famosi e che non abbiamo bisigno di ascoltare per 5-6 volte al giorno?
In Italia sembra che le radio abbiano un problema, non hanno i soldi per comprare i dischi e perciò riutilizzano gli stessi all' infinito. E' credibile quest' ipotesi? No.
E' possibile pensare che le radio siano tutte d'accordo su cosa si passa e su cosa non si passa? Perchè per radio non si passano mai i Lacuna Coil, gli Afterhours, Il teatro degli orrori, o i Sud Sound System?
Perchè nessuno ci spiega perchè le radio non si fanno concorrenza?
Perchè nessuno ci spiega che cos'è la Nielsen, una società che si occupa di sondaggi e ricerche che tutte le radio utilizzano per monitorarsi a vicenda?
Forse è per questo che qualcuno come proprio gli afterhours hanno deciso di pubblicare quel disco sulla "nuova musica italiana" la quale nonostante abbia un buon seguito, concerti seguiti da 300-600 persone, viene snobbata dalle radio...eppure non è bastato, come non è stata sufficiente seppur importante la nascita di un canale come Rock Tv
di cui molti sentivano il bisogno ma che non è riuscito a determinare un vero cambio di rotta nelle politiche radiofoniche, che restano le vere alcove delle orge del potere discografico, consociativo, corporativo, lobbystico di poche major.
La geografia della musica emergente è pure cambiata, fino a 5-6 anni fa, ma ancora oggi il grosso per la musica emergente erano locali, concorsi, festival, insomma tutti gli ambienti live in cui potersi esibire, essendo preclusi tutti gli altri spazi potenziali.
Ma io ho notato per lo meno nella mia zona Centro italia/Umbria un calo enorme degli spazi dedicati alla musica live rock/emergente, anzitutto i locali che ospitano musica emergente sono spariti negli ultimi 10 anni, poi per lo meno per quanto riguarda l' Umbria sono drasticamente calati i contest gratuiti e seri, e per seri intendo con giurie predeterminate e pubbliche, mentre sono aumentati i contest a pagamento , con giurie spesso ignote o improvvisate oltre che poco preparate.
L' Arezzo Wave, ultimo mohicano della musica emergente in italia è stato spostato per ragioni legate alla morte di un giovane ancora più a nord, a Livorno e così, il centro come tutto il resto del sud è tagliato fuori dal picccolo giro della musica che conta, non essendoci eventi equivalenti all' italia wave nè al centro, nè nel mezzogiorno.
E' sicuro che la complicità dei poteri forti e della legge a favore dei relitti del sistema musicale italiano sia determinante di questa situazione di abiezione totale. Io per lo meno sono convinto che sia così: mentre in tutto il mondo civilizzato occidentale si è andati verso un progressivo snellimento di tutto quello che concerne la protezione del diritto d'autore, e basta guardare quanto sia diventato semplice, immediato ed internazionale tutelare i propri diritti con le licenze Common Creative americane, con Lulu e con molte altre, gratuite, efficienti, valide.
Il problema è che in Italia queste licenze non valgono nulla ( come ho già spiegato in un altro post) perchè in Italia per poter vendere un cd, bisogna avere un bollino della SIAE.
La siae è una istituzione tipo ANCIEN REGIME, che opera a svantaggio degli artisti una specie di pizzo legalizzato e di monopolio della gestione dei diritti d'autore.
Infatti in Italia ( a differenza di tutti gli altri paesi occidentalizzati) esiste solo una societa di tutela del diritto d'autore, la SIAE che non ha concorrenti. Questa società privata, gestisce i suoi affari nella maniera più antidemocratica del mondo, facendo pagare 90 euro l'anno agli artisti iscritti, 180 euro di iscrizioni, imponendo prassi macchinose di iscrizione e tutela e gestione dei live ( i famosi Borderò), facendo pagare i suoi bollini senza i quali è illegale commerciare supporti.
Non esiste nessun tipo di progressività per gli iscritti, in pratica è come se Briatore pagasse come me di tasse. E dunque Vasco Rossi paga 90 euro l'anno di tassa siae esattamente come Pinco Pallino.
Ma la legge dice che l'unico modo per essere tutelati nel diritto d'autore ed essere autorizzati a vendere il proprio prodotto ed essere autorizzati a suonare in Italia è attraverso la SIAE. Solo in Italia e a Cipro - ho letto- esiste questa cosa.
Io ci vedo un piccolo e potente cartello di editori musicali italiani e internazionali , che sanno come spartirsi la torta dell' utenza musicale italiana. Qualcuno ha trovato il sistema per farsi un principato della musica su misura per la propria demenza senile e nessuno lo schioderà da lì finchè qualcuno che conta non denuncerà il sistema con carte alla mano o non deciderà di liberalizzare il settore per forza o per amore.
IMHO e accoratamente.