Leggevo un Diario, piacevolissimo, di FrancescoRELIVE, in cui l’Autore commentava un po’ scandalizzato la censura dell’ultimo video di Rihanna.
Negli ultimi cinquant’anni, il termine censura, agli occhi della gente, ha mutato segno algebrico. Oggi ha una connotazione assolutamente negativa, laddove in passato aveva un’accezione tutto sommato positiva. La censura, soprattutto per motivi connessi alla morale sessuale, era uno scudo, una protezione offerta alla pubblica sensibilità, in particolare a quella di bambini ed adolescenti.
Ma quella funzione, in uno scenario sociale così profondamente mutato, ha ancora motivo di esistere? E’ uno stupido vestigio del passato, o forse aveva una qualche utilità?
Non sono un teologo, né uno studioso di etica. Non toccherò affatto, per questo, le considerazioni di carattere morale, e darò per scontato che l’esibizione del nudo sia moralmente lecita. Voglio annoiarvi, invece, con due chiacchiere sull'etologia umana.
E' noto che Homo sapiens sapiens è un primate. Evoluto, ma comunque un primate. Come tale, egli ha la propria vita sessuale regolata da due principi basilari. La vis coeundi del maschio e la recettività della femmina.
I nostri cugini gorilla, scimpanzé, bonobo ed oranghi hanno, in questo senso, vita più facile di noi.
Intanto, hanno la propria femmina recettiva in periodi ben precisi, al di fuori dei quali di sesso, con quella data femmina, proprio non se ne parla e bisogna rivolgersi altrove. Ma, soprattutto, hanno due elementi basilari per sapere dove andare a “spendere”: vista ed olfatto.
Sì, perché quando la scimmiona ha voglia, si vede e si sente. Le callosità glutee diventano improvvisamente rosso vivo e l’aria intorno alla provocante bestiola si riempie di feromoni, che informano il potenziale partner che la belloccia si sta.
Il povero Sapiens sapiens, invece, mentre si sollevava faticosamente sui piedi, e poi trovava qualcosa per vestirsi e poi cominciava ad organizzarsi per implementare il mondaccio in cui vive oggi, quasi senza accorgersene questi due utili tools in tema di sesso li ha persi.
Sì, perché la sua femmina ha cominciato lentamente ad andare in estro non più un paio di volte l’anno, ma praticamente a ciclo continuo, e mentre faceva questo ha avuto la brillante idea da una parte di coprire gli organi sessuali, dall’altra di lavarli furiosamente, per cancellare anche la più piccola ombra del loro odore (fermo restando il fatto di procacciarsi, per consistenti somme in conchiglie, sesterzi, talleri o euro, dei profumi “seducenti”, che in pratica sono la stessa cosa .... ;-)
Povero Sapiens sapiens! S’è distratto un attimo, e quando ha alzato la testa si è trovato intorno femmine tutte coperte e perfettamente inodori. Come fare a capirci qualcosa?
Credo che subito si sia ricordato di avere il cervello meglio sviluppato del Cosmo, ed abbia provato a farlo funzionare.
Le zone che mi interessano di più sono tutte invisibili, si sarà detto. Proviamo con altre.
Forse le femmine con le orecchie più rosse? No, non funziona.
Allora forse quelle coi piedi più neri? Neanche.
Gambe dritte? Pance in fuori? Più nei? Occhi storti? Macché.
Il Sapiens sapiens capisce che non può fare affidamento su niente che si veda, e deve rassegnarsi a chiedere.
Comincia, e scopre che le femmine gli rispondono tutte no. Ma, insistendo, capisce che alcuni “no” somigliano ad un “forse” ed alcuni “forse” somigliano a un “sì”.
E vede anche che, quando il “sì" è nell’aria, la femmina tende a mostrargli qualcosa di quello che, rievocando la sua memoria ancestrale, avvia la cosa strana che succede all’oggetto che gli pende, apparentemente inutile, tra le gambe. Ed infine, con le convenzioni finalmente spazzate vie da un rituale di corteggiamento ben fatto, può tornare finalmente ad essere un mammifero e possedere la sua femmina.
La sequenza corretta, si sarà detto Sapiens sapiens, è quindi questa: corteggio come Dio comanda, posso vedere, ho un’erezione, mi accoppio.
Sapiens sapiens è andato avanti così alcune centinaia di migliaia di anni. Poi, verso la fine del secondo millennio dell’era cristiana, qualcosa ha lentamente reso sempre meno valida la famosa sequenza.
Sapiens sapiens, nel guardarsi intorno, si è accorto incredulo che le sue femmine, senza un motivo apparente, cominciano a mostrargli sempre più spesso quello che per millenni non aveva potuto vedere. Essendo condizionato a farlo, ogni volta che dà un’occhiata, il famoso oggetto pendulo magicamente si trasforma.
Ma c’è di nuovo qualcosa che non va. Il più spesso, le femmine che gli mostrano da ogni pagina di giornale, da ogni schermo TV e talvolta da ogni angolo di strada i loro tesori, un tempo così testardamente nascosti, non hanno alcuna intenzione di accoppiarsi con lui, neanche se glielo chiede coi modi più gentili.
Ma che cacchio me li mostrano a fare, si chiede Sapiens sapiens?
E lentamente, il meccanismo consolidato dai millenni, che collega gli occhi all’oggetto pendulo comincia a dare segni di malfunzionamento e a volte si inceppa. Ma loro, le femmine, non sembrano preoccuparsene. Di oggetti penduli ce ne sono a disposizione tanti, che non è un problema se ce n'è in giro qualcuno guasto.
E per il povero Sapiens sapiens si apre una nuova sfida. Riadattarsi al nuovo scenario, senza perdere il vecchio meccanismo riflesso.
Tempi duri per lui, e di pillole blu.