Tra le news di ieri una mi ha scosso in modo particolare: a breve potremo assistere a nuovi show di artisti deceduti da decenni. In seguito a una riuscita esibizione dell’ologramma di Tupac Shakur al Coachella Festival nell’aprile scorso, gli amministratori dei patrimoni di Jimi Hendrix e Jim Morrison hanno reso nota l’intenzione di realizzare dei live show olografici dei due leggendari
performer.
Il mese scorso fu Brian May ad annunciare il ritorno virtuale di Freddie Mercury sul palco, mentre è nelle sue fasi iniziali un colossale progetto-Elvis finalizzato addirittura alla realizzazione di immagini inedite del Re. Constatato il precario stato di salute del rock e riconosciuta l’importanza di preservare il lascito di questi artisti, viene da chiedersi se questa possa davvero essere una nuova modalità di fruizione musicale.
Neanche a dirlo, il mantra dei portavoce è “mantenere l'autenticità dell’artista”, che però si dà il caso non abbia voce in capitolo. In che modo un concerto in absentia, tanto più se realizzato ex novo, potrebbe considerarsi un’esperienza autentica? L’esperimento potrebbe aprire una lunga serie di riesumazioni, che nella migliore delle ipotesi rinverdirebbero i fasti di un’epoca d’oro della musica. Ma che tristezza confidare nel morto riscaldato...