di stefano58 [user #23807] - pubblicato il 17 settembre 2012 ore 12:42
Ieri sera si è suonato, e non nei soliti locali ma in una di quelle che una volta erano chiamate feste dell’Unità, e ora, più demagogicamente, festa dei democratici, che vuol dir tutto e non vuol dir niente.
Ieri sera si è suonato , e non nei soliti locali ma in una di quelle che una volta erano chiamate feste dell’Unità , e ora , più demagogicamente , festa dei democratici , che vuol dir tutto e non vuol dir niente. Ma questi tempi di pochezza intellettuale , di massificazione del pensiero , di paura di schierarsi , hanno colpito un po’ tutti gli strati della nostra società , per cui ho cercato di essere obiettivo e cercare di dare uno sguardo asettico e senza nostalgie ad una che era tra le manifestazioni popolari con più seguito negli anni passati . In una festa dell’Unità ci trovavi tutto il quartiere , o il paese , e anche chi non era di fratello di fede e pensiero comunque ci andava , a bere una birra , mangiare un panino con la salsiccia a prezzi irrisori , a scambiare quattro chiacchere , confrontarsi , passare qualche ora in semplicità . Forse tutto questo resiste in qualche modo , vista la presenza obliqua di generazioni ieri sera , in un quartiere periferico della capitale , quasi un villaggio isolato su una consolare a nord est , con la sua piazza e il corso , le palazzine abusive ( e condonate ) e i nuovi villini a schiera . C’erano tanti giovani , ma anche famiglie con pargoli e anziani un po’ spaesati , che si dividevano tra le bancarelle troppo alla moda , la parete per il free climbing (piccoli arrampicatori sociali crescono….) ,il solito stand con cibarie varie.Ben due palchi a contorno , uno per la discoteca , che se una volta era appannaggio di polke e mazurke oggi si piega al tunz tunz dilagante , anche se vintage , mentre l’altro , più grande , ospitava dibattiti e concerti .Prima di noi ha parlato il segretario dell’Anpi , cercando di far capire alla gente un po’ distratta che i valori della resistenza (tutta ) sono alla base della nostra nazione , e che non dimenticare , ma capire , porta sempre lontano .Qualche signora molto anziana si è commossa con i ricordi di quei tristi giorni di guerra , il resto della popolazione indigena continuava a ruminare salsicce e lombatine…Quindi , rapida riffa e premiazione conseguente , e toccava a noi . Nell’indifferenza generale ! I pochi che avevano seguito seduti il dibattito si erano alzati , gli altri continuavano nel loro programma di “lavoro” tra una grappetta e un’altra birretta.Vabbè , forti del consenso del fonico (giovane ma prog nell’animo ) siamo andati avanti imperterriti , ricevendo qualche applauso da uno sparuto manipolo di coraggiosi cinquantenni , ma a volte il silenzio tra un pezzo e l’altro , rotto solo dal lontano tunz tunz che rimbalzava dall’altro palco , era davvero disarmante.Ma forse ci eravamo abituati bene , serate a tema , ben pubblicizzate , molti amici in platea , insomma tutto un altro mondo . E alla band che si è esibita dopo di noi , i Wogiagia , alfieri di un ottimo raggae sound , non è andata meglio…certo , avevano una decina di amici della crew sotto di loro e, complice la natura allegra e danzereccia del genere ,un minimo di movimento c’è stato , ma siamo al minimo sindacale. Io mi rendo conto che proporre il progressive anni 70 , e altre storie rock di quegli anni , non è forse la scelta azzeccata ( ma ci hanno chiamato loro….) , però vedere che anche nei brani più ruffiani come elton john o Bowie la reazione del popolo democratico era uguale a quella durante la visione della corazzata potiomkin , be un po’ mi intristisce . Non c’è cultura musicale oggi , e non c’è neanche più la sana curiosità che comunque animava una volta le piazze .Ricordo che persino i miei genitori si sedevano ad ascoltare per almeno dieci minuti i gruppi dei capelloni negli anni settanta , e per educazione applaudivano al termine di ogni pezzo , salvo poi avviarsi verso il richiamo del liscio , senza però far mancare un “ bravi sti ragazzi , certo se si tagliassero i capelli e strillassero di meno….” Oggi , invece , impera il “non ti conosco per cui ti ignoro “ , cosa riscontrabile in mille risvolti del vivere insieme. Tre cose però mi hanno rallegrato la serata .
La prima quando un signore sui settantanni si avvicinato sotto al palco dopo brain damage :voleva sapere cos'era quello strano oggetto che facevo scivolare sulle corde , e visto che le mie risposte lasciavano dubbi sul suo viso , gli ho detto "Se li ricorda Santo e Jonni ? " Sotto ai baffoni è apparso il sorriso... Poi quando , finito il concerto , ci avviamo alla mensa per mettere qualcosa sotto i denti.Il segretario organizzatore ci aveva detto che era tutto omaggio per noi , e noi questo abbiamo detto alla attempata casalinga strizzata nella maglietta “volontario” che strappava le comande .Avevamo suonato per un’ora davanti a lei ma se non ci dichiaravamo non ci avrebbe mai riconosciuti , ma comunque ha fatto buon viso a cattivo gioco e voilà , pronto il biglietto da consegnare al bancone : sotto la lista di cibi e bevande un bel ZERO EURO e sotto ancora la scritta indimenticabile : SUONATORI .Il biglietto lo terrò a ricordo e lo condivido con voi. L’ultima buona novella , i cento euro cadauno che hanno detto ci siamo meritati .Mica male , di questi tempi… Niente registrazioni stavolta , vi lascio con un video dei Wogiagia (che ho scoperto essere amici dei miei amici reggaroli di S.Angelo Romano ). Bella gente , allegra e preparata , con due coriste che……ciao !