Cominciamo subito con il dire che chitarraio è il termine più vicino a rappresentare la mia categoria , gente onesta che mai si approprierebbe di altri titoli come chitarrista , o anche il più generico , ma ridondante , musicista.No , mi spiace , ma quelle sono persone serie che hanno studiato , hanno speso ore,giorni, anni a sudare sullo strumento , hanno approfondito la magica alchimia tra teoria ,forma e suono , sanno sempre dove mettere le mani e quando aprire la bocca. Io invece , alla stregua di tantissimi altri , sono un appassionato , uno che mastica musica fin da bambino e con lei si è ingrassato , sfiorando l’obesità sonora , facendo indigestioni memorabili di dischi ,nastri , cd e concerti , riempiendo le orecchie fino all’inverosimile per poi , in preda ad abulimia musicale , vomitare nei sogni tutto il digerito. E dopo aver gioito e sofferto dietro ai miei idoli adolescenziali , non potevo certo non tentare la carta del suonare in prima persona , cercare di dare corpo e sostanza ai sogni , fingermi interprete oltre che spettatore .E l’ho fatto di impeto , senza risparmiarmi , tranne che farlo nella maniera e nei tempi giusti , giungendo così a quello che sono oggi , uno che prende la chitarra e senza vergogna improvvisa accordi e scale , melodie e fraseggi , tutti di cuore , tutti inesorabilmente senza nome. E non mi sono mai fatto mancare neanche le comparsate su palchi e palchetti , saltando da un genere all’altro , ma senza mai spacciarmi per quello che non sono .Resta però il divertimento nel farlo , il piacere elevato alla potenza di poter dichiararmi tramite il mio strumento , o in quattro ululati che ben pochi apostroferebbero come canto.Eppure spesso questi outing vengono apprezzati , e non solo dagli amici (che restano comunque i più diabolici critici , almeno i miei…) ma anche da gente mai frequentata , che forse riesce a dividere la tecnica dal cuore , la conoscenza alta del professionista da quella pratica e concreta dell’amante musicale. In pratica , sono riuscito ad “arrivare “ ben più profondo di dove il semplice suono penetra negli orecchi. Ho parecchi amici che hanno scelto di fare della musica la loro professione , gente preparata che lavora in sala o in orchestre di rango , che insegna e divulga , che sperimenta anche , ma quando poi venivano invitati a fare due accordi in saletta , invidiavano la nostra fantasiosa ignoranza che ci portava la dove loro non riuscivano a volare : sul pentagramma dei sogni .Chiaro che non si può , anzi non si deve generalizzare , e voglio sottolineare che non sto argomentando l’equazione meno studio = divertimento , anzi… Se potessi tornare indietro affiancherei le ore passate a suonare con gli amici con lo studio serio della musica , ben convinto che riuscirei finalmente a far fare alle mie mani quello che la testa vorrebbe , e che se un qualsiasi talento si unisce alla teoria , non può che migliorarsi. Quindi , resto un chitarraio ( e anche un po’ menestrello ), non pentito e assai divertito , ma sempre chitarraio , che guarda ai veri chitarristi con un pizzico di invidia e qualche rimpianto , cercando di evolversi quel tanto che la vita di un essere umano adulto , lavorante e familiarizzato gli concede , rubando attimi , e ascoltando i consigli dei fratelli Accordiani più bravi , e generosi. Non so neanche bene , giunto a questo punto , perché sto scrivendo , o a chi mi rivolgo , o più semplicemente dove voglio andare a parare .E’ solo che , ascoltando i mei outing ( e di qualche altro chitarraio ), ripercorrendo la mia storia , non riesco a trovare tutti i pezzi del puzzle , qualcosa non torna , altre invece risplendono di luce propria .Come in tutte le cose , sento che potrei dare molto di più , sento che non sempre il contatto con gli altri si avvale di collegamenti chiari e fluidi , ma quando trovo le giuste frequenze , anche il giro di DO funziona meglio di una linea ADSL da 100 mega ! Forse , più semplicemente , la musica porta a scambi impensabili anche tra le altre forme d’arte , un non luogo dove l’essere , il fare e il pensare viaggiano sullo stesso piano , dove non c’è barriera tra dispensare e fruire , ci si immerge , uguali , in un mare di sensazioni , e nessuna voglia di primeggiare, solo lasciarsi trasportare…..
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