di LaPudva [user #33493] - pubblicato il 04 dicembre 2012 ore 08:00
Beatles o Rolling Stones? Questa è forse la più tradizionale delle domande che da decenni animano le discussioni tra gli appassionati di rock. Molti sembrano essere seriamente convinti che amare gli uni precluda la possibilità di apprezzare gli altri, neanche si trattasse di squadre di calcio o schieramenti politici opposti.
Beatles o Rolling Stones? Questa è forse la più tradizionale delle domande che da decenni animano le discussioni tra gli appassionati di rock. Molti sembrano essere seriamente convinti che amare gli uni precluda la possibilità di apprezzare gli altri, neanche si trattasse di squadre di calcio o schieramenti politici opposti. Essendo entrambe le band residenti nei migliori quartieri del mio Olimpo musicale, ho sempre trovato la domanda inutile e anche un po’ irritante.
Non c’è dubbio che i due gruppi abbiano creato musica profondamente diversa, ma mi sfugge cosa vieti di godersela tutta. La leggenda che li voleva in aperta collisione, poi, è stata ampiamente sfatata da tempo. Non nascondo di aver fatto fantasie perverse su progetti tipo “The Beatles Fix The Stones” o “The Stones Eat The Beatles”, in cui gli uni avrebbero interpretato brani degli altri. Il tempo e il destino ci hanno portato via metà dei Beatles e un grande Stone senza che questo potesse accadere. Certo, ci sono state collaborazioni, come i cori di Lennon e McCartney su "We Love You" degli Stones o le incursioni di Brian Jones al sax su "You Know My Name (Look Up The Number)" dei Beatles, all’oboe su “Baby You’re A Rich Man” e rumori vari in “Yellow Submarine” dei Beatles, ma non è proprio la stessa cosa. Poi ti arriva dal nulla un video rigurgitato dalle pieghe del tempo in cui trovi pochi secondi di qualcosa di molto simile a ciò che avevi sognato di sentire. “Charlie Is My Darling” è il primo documentario che sia stato girato sui Rolling Stones, realizzato in tre giorni nel 1965 da Peter Whitehead in occasione di un mini-tour della band in Irlanda. Era da poco uscita “I Can’t Get No (Satisfaction)” e il gruppo era solo all’inizio di una lunghissima carriera. Destinato a vedere la luce nel ’66, per una serie di beghe legali, il video esce ufficialmente soltanto ora, rieditato e restaurato, con materiali non contenuti nella versione originale. Una finestra su un’altra epoca che, tra le altre cose, ci (mi) regala degli imberbi Stones che si cimentano in "I've Just Seen a face" e "Eight Days a Week" dei Beatles. Che dire? All my loving…