In una stupenda giornata di fine autunno, mi viene a trovare un amico con il suo ultimo acquisto: una Fender Stratocaster del 1964 Fiesta Red. Amore a prima vista!
L'abbiamo aperta, controllata, ripulita e settata a dovere, oliato la tastiera e montato le corde. Collegata al mio Blues Junior II ltd Tweed, cono Jensen. Semplicemente magica.
Dalla prova ha inizio la sfida e decido di riprodurre quella chitarra il più fedelmente possibile, un po' per togliermi la voglia, un po' per l'estetica eccezionale, un po' per verificare se effettivamente le "chitarre vecchie" valgono quanto costano e, in ultimo, per vedere se uno strumento Fender-style autocostruito può reggere un confronto testa a testa con il suo alter ego originale.
Prima di tutto, è una '64, quindi ci vuole un manico veneer rosewood board su acero, clay dots spaziati stretti al 12esimo tasto, radius 7.25, tasti vintage. Non ho tempo di farlo costruire perché sono impaziente e lo voglio il più simile possibile. Mentre mi interrogo so già la risposta: Tokai.
Questi strumenti magnifici costruiti in Giappone negli anni '80 riproducono in maniera fedele non solo nell'estetica, ma soprattutto nella costruzione le Fender vere. Trovo su eBay una Tokai Fat Strat inguardabile, tutta nera manico compreso, il quale però ha le specifiche che mi servono.
Lo svernicio, e levando la vernice nera scopro che i dot laterali sono doppi, probabilmente perché era stata richiesta una Tokai fat all black e hanno utilizzato un manico standard già costruito. Il problema è che il posizionamento dei dots laterali di un manico standard è molto vicino al bordo tastiera, e in un manico all-black non sta bene, per cui in fabbrica avevano riposizionato i dot laterali dopo aver verniciato il manico completamente di nero, sovrapponendoli quindi di poco rispetto a quelli standard.
Poco male, la mia è una replica, quindi i doppi dot saranno d'aiuto nel distinguerla subito da quella vera.
Mentre lavoro, mi rendo conto che i dots frontali proprio non vanno. Sono pearloid tipo '65 ma molto plasticosi nell'aspetto, così li rimuovo e rifaccio i mitici clay dot.
A questo punto può sorgere la curiosità su come fossero fatti i famigerati clay dot. I clay dot erano fatti... indovina un po'... di stucco! Infatti “clay” in inglese significa “argilla”. Stucco bianco, quindi, che si colorava con gli anni tingendosi con il colore dell'essenza della tastiera in palissandro grazie al sudore e al passaggio delle dita sulla tastiera. Quindi palissandro più scuro, clay dot più scuro, e viceversa.
Verniciatura nitro ambrata, decal del '64 replica, Kluson deluxe single line come da copione, manico finito.
Ora manca solo il body.
Dopo averle provate tutte, liuteria, Warmoth, Musikraft, Allparts e non aver trovato nessuno, ma proprio nessuno che riproducesse il contouring delle Pre CBS - in particolare quelle del '64 e del '65 - scopro la novità del catalogo 2012 di Stewart Mac Donald: i body Golden Age, riproduzioni fedeli di body storici degli anni d’oro Fender, il 1963 per la Stratocaster, e il '52 per la Telecaster.
Incuriosito dalle foto, nelle quali sembravano davvero ben fatti, acquisto un body in alder.
Mi arriva, solo un paio di settimane dopo, un meraviglioso body in ontano in pezzo unico, lasciato grezzo su tutti i bordi ma pronto da rifinire, come se fosse un avanzo di fabbrica del 1963.
Ancora incredulo mi metto al lavoro, rifinisco i bordi e il neck pocket, provo l'incastro manico/body, faccio i fori per il manico, do il fondo giallo a immersione, il bianco e il fiesta, poi il trasparente a finire.
Nel fare ciò, seguo pedestremente lo schema di verniciatura di un grande liutaio che non c'è più, gelosamente custodito dall'amico Paolino Canevari, con cui condivido la passione per questi strumenti affascinanti. Paolino, oltre ad avermi insegnato tutto quello che so, ogni volta mi racconta sempre qualcosa che non so ed è sempre pronto a spronarti nella direzione giusta.
Ci siamo. Manico finito, body finito, per l'hardware mi affido alla Fatboy Guitars, mentre per le parti metalliche uso le sellette pat pend Monster Relic su ponte Kluson, replica di quello Fender vintage. Pickup i Fatboy '65 (ora purtroppo non più in produzione).
In foto l'originale (in basso) e la replica (in alto) a confronto.
La chitarra suona divinamente e sembra proprio "vera". Facendo i conti, ho speso circa 800 euro tra pezzi, legni, vernici etc. Direi un buon budget considerando che cosa stavo realizzando. Ovviamente, essendo un progetto fai-da-te, non conto le ore di lavoro, di fatto la chitarra è stata costruita nei ritagli di tempo nel giro di un mese e mezzo.
Non vedo l'ora del confronto dal vivo con la gemella d'epoca.