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Ratio: la meccanica tarata di Graph Tech
Ratio: la meccanica tarata di Graph Tech
di [user #116] - pubblicato il

Imparare a conoscere le meccaniche di una chitarra e il modo in cui l'accordatura si comporta in relazione al chiavino di ogni singola corda non è più un problema. Le prime meccaniche al mondo in grado di offrire un rapporto fisso tra numero di giri e intonazione delle corde sono firmate Graph Tech e fioriscono un'idea covata da 25 anni.
Cambiare le corde di una chitarra vuol dire spesso litigare con l'accordatura, con il numero di spire intorno alle meccaniche e con i giri di meccanica da fare per intonare bene ogni corda. Ognuna risponde in modo diverso e lo stesso numero di giri compiuto con una meccanica corrisponde a un intervallo differente rispetto a un'altra. Tutto ciò complica la vita del povero chitarrista già preso dal compito di stirare a dovere le corde, rivedere il setup per sicurezza e assicurarsi che tutto sia in ordine una volta rimontata la chitarra.
L'ultima idea di Graph Tech, elementare nel concetto quanto complessa nella realizzazione, intende eliminare un passaggio fondamentale nella routine di cambio-corde agevolando di conseguenza gli altri e alleggerendo il lavoro del chitarrista in fase di manutenzione quanto sul palco, nei piccoli aggiusti all'accordatura e nel passaggio ad accordature alternative alla standard.

L'azienda ha sempre prestato particolare attenzione alle problematiche più comuni che assillano il musicista, perseguitato dall'attrito dei capotasti, dai ponti instabili e dalle meccaniche il cui rapporto tra numero di giri e altezza della nota raggiunta va imparato di strumento in strumento, per prendere confidenza col sistema e riuscire ad accordare la chitarra con meno problemi possibili, soprattutto quando bisogna agire velocemente sul palco.
Proprio la facilità nell'accordare uno strumento è il campo in cui Graph Tech si è impegnata con le meccaniche Ratio.

Per spiegare la genesi delle Ratio Machine Heads, bisogna tornare indietro di 25 anni, a quando Dave Dunwoodie, presidente e fondatore di Graph Tech, era impegnato nella progettazione di un rivoluzionario ponte mobile che permettesse di settare la chitarra in una serie di accordature alternative in un attimo.
Il ponte avrebbe dovuto essere in grado di sopportare veloci cambi di intonazione mantenendo la stabilità e avrebbe dovuto permettere di effettuarli con precisione e praticità. Il problema, all'atto pratico, fu che le sei corde di una chitarra hanno tensioni diverse, spessori diversi e rispondono diversamente alle meccaniche tradizionali. In particolare, le corde più grosse sono più sensibili alle variazioni di tensioni di quanto non lo siano quelle sottili. Detto in soldoni, se un giro completo della meccanica di un Mi basso corrisponde all'aumento di un tono, per esempio, lo stesso giro completo della meccanica di un Mi cantino corrisponderà a meno di un semitono. Come se non bastasse, la corda di Sol - notoriamente la più rognosa da accordare e tenere intonata - fa eccezione e presenta un rapporto tra numero di giri e intonazione totalmente slegato da quello delle altre corde.
Ciò rendeva impossibile a Dave realizzare un sistema che, meccanicamente, riaccordasse la chitarra velocemente agendo in maniera equa su tutte le corde.
I disegni del ponte vibrato furono abbandonati, ma l'idea di compensare l'azione delle meccaniche e tararle in relazione al calibro delle singole corde è rimasta sempre nel cassetto.

Ratio: la meccanica tarata di Graph Tech

Oggi, un quarto di secolo più tardi con una grande riserva di risorse per la ricerca e lo sviluppo, Graph Tech recupera quel progetto e crea le prime meccaniche per chitarra regolate individualmente per offrire un rapporto stabile tra numero di giri e intonazione su tutte le corde.
La tecnologia impiegata dalle Ratio Machine Heads fa sì che ogni corda possa contare su una meccanica adattata al suo calibro. Ciò si traduce in intervalli ben precisi corrispondenti ai numeri di giri compiuti dalle meccaniche, uguali per tutte le corde.
Con le Ratio, ogni mezzo giro di chiavino corrisponde a un'escursione di un semitono per la corda corrispondente. Non importa quale sia la corda, perché la meccanica è tarata sulla sua dimensione standard e offre una "ratio" (appunto) correlata.
La grande innovazione è che ora le meccaniche, nell'equazione per la progettazione, tengono conto della dimensione della corda per cui sono studiate.

Nella vita di tutti i giorni, ciò vuol dire che il chitarrista può accordare facilmente ogni corda basandosi non solo sul proprio orecchio e su un accordatore affidabile, ma può contare anche sul riferimento meccanico del chiavino, compiendo il numero di giri necessari a raggiungere la nota desiderata anche senza star lì a pizzicarla di continuo per assicurarsi di star procedendo bene.
Il montaggio delle corde è così agevolato enormemente, il numero di spire intorno alle meccaniche diventa più prevedibile e quindi controllabile, le regolazioni fugaci sul palco diventano più veloci e sicure e, non ultimo, raggiungere accordature alternative diventa uno scherzo in quanto basterà calcolare il numero di toni e semitoni rispetto all'accordatura standard e far compiere alle meccaniche il giusto numero di giri.
Naturalmente bisogna considerare eventuali attriti e imprecisioni causate da settaggi approssimativi o semplicemente chitarre poco affidabili, quindi l'ausilio di un accordatore o di un buon orecchio è sempre consigliato, ma il contributo delle Ratio è determinante per avere, finalmente, pieno controllo su cosa accade attimo per attimo tra il chiavino, l'alberello e la corda che vi si aggroviglia intorno.

A breve Graph Tech diffonderà maggiori informazioni circa le sue Ratio, ma è già noto che esisteranno per chitarre acustiche ed elettriche, sia in configurazione tre per lato sia sei in fila, saranno prodotte in resistente acciaio e saranno disponibili nelle finiture nichel, cromata, nera, dorata e nei formati vintage, moderno e mini-moderno.
graph tech hardware ratio
Link utili
Graph Tech
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Credo che in ogni caso ...
di gigius [user #32013]
commento del 27/12/2012 ore 11:10:18
Credo che in ogni caso rimanga un sistema approssimativo. Se lo spessore delle corde influisce sulla tensione e quindi sui giri chi suona .011 non farà gli stessi giri di chi suona .009. Poi credo che anche la differenza dei materiali della corda, l'elasticità del manico e l'utilizzo o meno di un ponte tremolo siano determinanti. Certo sono espedienti utili, ma nulla che possa sostituire un buon accordatore e una mano allenata.
Rispondi
Primo: ma sono per caso, ...
di bend_it [user #29446]
commento del 27/12/2012 ore 11:39:5
Primo: ma sono per caso, anche meccaniche locking?
secondo: ma sono, per caso, anche "staggered"?
terzo: ma il rapporto fra giri, tensione ed intonazione, ok, è diretto ...ma è lineare??
Rispondi
Re: Primo: ma sono per caso, ...
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 27/12/2012 ore 12:00:57
In che senso "lineare"? Se il rapporto "mezzo giro uguale un semitono" vale qualunque sia la nota intonata in quel momento? Mi pare dura quando si è molto fuori l'intonazione standard, per esempio quando si cambiano le corde e queste sono ancora poco tese, però credo sia possibile mantenere una certa linearità con un po' di margine.
Per dire, buttata lì, potrebbe essere che un mi basso aumenti un semitono ogni mezzo giro da quando è intonato a do fino a quando sale a sol. Al di sotto e al di sopra magari i rapporti si alterano, ma si è talmente fuori da accordature utilizzabili che non importa più.
Chissà, finché non ci si possono mettere le mani sopra sono tutte congetture. Fatto sta che le promesse sono davvero allettanti!
Rispondi
Re: Primo: ma sono per caso, ...
di bend_it [user #29446]
commento del 27/12/2012 ore 15:45:06
Diciamo che mi hai risposto (grazie!!) anche se, mi pare, ad intuito. Io rivolgevo la domanda a qualche fisico (o giù di lì).
Per lineare si intende che di tanto aumenti la tensione e di altrettanto aumenti l'intonazione. Di contro, "non lineare", potrebbe essere una relazione diretta, ma di "secondo grado" (la curva è una parabola) o logaritmica o ... eccc.... Siccome anche io ho l'impressione che l'andamento (per esempio montando le corde) non sia lineare, chiedevo conferma.
Io ho l'impressione che inizialmente ad ogni giro l'intonazione salga molto velocemente, poi, mi pare, al crescere della tensione, si sale più lentamente.
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Interssante, anche se devo dire ...
di waterdog [user #12638]
commento del 27/12/2012 ore 14:23:39
Interssante, anche se devo dire che io non ne ho mai sentito il bisogno, magari di più chi usa le accordature alternative e le varia spesso.

Un appunto: le meccaniche dovrebbero essere dedicate ad un certo calibro, altrimenti il rapporto si altera, quindi si resterebbe legati ad usare sempre la stessa scalatura, o il business potrebbe essere anche quello di vendere più meccaniche da sostituire quando si vuole, per esempio, montare un sol avvolto piuttosto che no, oppure anche un si, come fanno molti jazzisti che usano le Dogal che propongono questa soluzione in certe mute, o chi varia il calibro del mi basso e del la in generi come l'heavy metal, ecc.

In ogni caso non vedo una grande utilità a saper quanti giri devo fare per trovare una certa nota, e poi gli aggiustamenti fini si fanno sempre a orecchio, anche dopo aver usato l'accordatore.

Inoltre se scendo di, mettiamo, mezzo giro e poi riporto in posizione si origina sempre un certo allentamento della corda che poi bisogna compensare girando un po' di più, anche in presenza di setup perfetti e capotasti scorrevolissimi, soprattutto, come spiegato nell'articolo, sulle corde basse.

Comunque vedremo se sarà un'innovazione che prenderà piede, magari con qualche accorgimento per renderla più utilizzabile.
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Condivido i dubbi di Bend_it
di calioster [user #34275]
commento del 03/01/2013 ore 10:26:44
perchè all'apparenza sembrano proprio delle normali meccaniche (anche se potrebbero inglobare chissà quale tecnologia ventisettennale nel corpo... ma dubito).

personalmente ritengo che una meccanica che prometta tutto ciò DEBBA essere:
- locking
- staggered
- con la sezione del cilindro di avvolgimento DRITTO (lineare) in modo da avere una diagramma direttamente proporzionale e non una parabola: in parole semplici, impossibile che ad ogni mezzo giro corrisponda un semitono se (e soprattutto SE) la sezione del bischero è a doppia C e non dritta.

Tony (BA)

p.s. continuerò a preferire locking + graph nut + trem setter :D
Rispondi
Open tunings e cose folli?
di Claes [user #29011]
commento del 04/01/2013 ore 13:48:55
Sulle mie chitarre Gibson in open tuning ho montato Grover o Schaller - per usi alla Joni Mitchell. 5, 4, o 3 corde! Mi piace una corda Sol accordato in Do o Re per un sound da sitar sulla 3 corde... ma è difficile tenerla accordata. Figo sarebbe poter montare meccaniche, una per una, se questo è possibile. Mezzo giro per ogni semitono non sarebbe utile più di tanto in questo caso - basta sia mantenuta l'accordatura in open tuning per la corda Sol. Grazie per l'informazione!
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