di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 27 febbraio 2013 ore 10:30
Dall’aspetto davvero solido e dalle numerosissime funzioni, la Zoom G5 entra di prepotenza nel mondo delle pedaliere multieffetto portando una ventata di novità. Abbiamo dato un’occhiata ravvicinata alla G5 con le sapienti mani di Daniele Gregolin.
Dall’aspetto davvero solido e dalle numerosissime funzioni, la Zoom G5 entra di prepotenza nel mondo delle pedaliere multieffetto portando una ventata di novità. Abbiamo dato un’occhiata ravvicinata alla G5 con l’ottima recensione di Ianni70, ma abbiamo pensato di scendere ancora di più nei particolari, e soprattutto di mostrarvela all’opera nelle sapienti mani di Daniele Gregolin.
Si storce sempre un po’ il naso davanti ai processori multieffetto, segnati da un passato fatto di distorsioni zanzarose e ambienti plasticosi. Il nuovo processore montato nelle pedaliere Zoom G3, G3X e nella G5 oggetto della prova, però regala ottime soddisfazioni. L’abbiamo provata per farvi sentire alcuni dei suoni che si possono ottenere da questo solido multieffetto.
Sulla parte superiore della G5 troviamo cinque footswitch con LED dedicato. I primi quattro attivano gli stompbox selezionati, visibili nei quattro display, oppure attivano il loop a loro assegnato, capace di contenere fino a nove effetti. L’ultimo interruttore è invece dedicato al boost valvolare, perfetto per alzare il volume generale durante gli assolo. Sulla destra infine si trova il comodo pedale volume/espressione assegnabile a diversi effetti. Chiamato Z-pedal, offre la possibilità di movimento sia verticale sia orizzontale e permette di controllare diversi parametri in venti effetti disegnati appositamente per sfruttare questa tecnologia.
Dopo aver selezionato gli effetti del loop con i pulsanti dedicati, si potranno regolare i vari parametri grazie alle manopole, tre per ogni display, in grado di addentrarsi fino ai più piccoli dettagli. Davvero belle ed efficaci le grafiche abbinate ai vari stompbox. In alto, diversi pulsanti permettono di navigare tra loop e patch, assegnare con il Tap il time di diversi effetti e gestire il playback dei loop registrati.
Numerosissime sono le connessioni possibili. La Zoom si può infatti utilizzare in modalità mono o stereo, entrando direttamente nel mixer o in una scheda audio con l’uscita bilanciata, o ancora connetterla tramite la porta USB. Si può effettivamente utilizzare la G5 come scheda audio e registrare con il DAW che si preferisce, oppure più semplicemente si può organizzare comodamente le patch a disposizione con il programma appositamente sviluppato.
Le premesse sono molto buone e le attese a questo punto sono sufficientemente alte. In un’unica prova era impossibile testare tutti i 123 effetti e i 22 amp model. L’impressione generale però è che la qualità e le prestazioni offerte dal nuovo processore ZFX-IV sono strabilianti. Navigando tra le varie possibilità offerte, raramente si incappa in effetti che al primo ascolto danno la sensazione di essere plasticosi. Le simulazioni di amplificatori più o meno famosi sono tutte validissime, a partire dai super clean FD Combo e Vibrato, caratterizzati da un suono caldo e sufficientemente brillante. Anche nel territorio del crunch con il TW Rock, il Tangerine e l’MS Crunch il suono è più che credibile, soprattutto nell’uso in diretta nel mixer o nella scheda audio. Le simulazioni sorprendono tutte per l’estrema dinamica offerta al tocco e al cambio di volume della chitarra. Sembra davvero di avere un valvolare tra la sei-corde e le orecchie. Quando si arriva all’Hi Gain la situazione non cambia. Il suono, pur risultando leggermente più freddo, resta affilato come una katana e di razza.
I 123 effetti coprono praticamente ogni necessità e ogni tipologia di stompbox spaziando dagli anni 60 al XXI secolo. Compressori, overdrive wah, distorsioni e modulazioni, fino ad arrivare ad accrocchi noise come Bitcrush e RingMod.
Le buone impressioni avute con le simulazioni di amplificatori si ritrovano quasi amplificate tra i vari effetti. Magari il calore di certi pedali vintage non è ricreato alla perfezione e sarebbe quasi impensabile riprodurlo, ma FuzzFuce e delay analogici offrono una pasta davvero invidiabile. La "digitalità" fa capolino solo qui e là in qualche phaser e flanger che, a differenza dei modelli a cui si ispirano, danno una sensazione di freddezza eccessiva tuttavia sempre recuperabile, soprattutto se usati in abbinata a effetti decisamente riusciti come il GreatMuff. Da non sottovalutare è la facilità con cui si riesce a giocherellare con le manopole fino a scolpire alla perfezione il sound desiderato.
La Zoom G5 fa un deciso passo avanti rispetto alla vecchia produzione della casa giapponese e soprattutto alza l’asticella per quanto riguarda le pedaliere economiche. Per un prezzo di circa 250 euro si ha sotto mano (o piede) un attrezzo davvero completo, in grado di offrire prestazioni elevate e sound sempre credibile, anche nell’uso in diretta nel mixer.