di electrolute [user #31277] - pubblicato il 02 marzo 2013 ore 11:00
Nella realizzazione di un body, solitamente avanza una sottile cornice che sarebbe un vero peccato buttar via. Con un po' di fantasia, è possibile escogitare un modo per trasformare quegli scarti in una seconda chitarra tutta nuova.
Ovvero, come costruirsi una chitarra minimal e viaggiare felici con il proprio strumento.
Chi tra di voi si è cimentato nella costruzione di una chitarra elettrica si sarà ritrovato un po' di legno in avanzo, spesso destinato al camino o, nella migliore delle ipotesi, impiegato successivamente in qualche lavoretto di poco conto.
Con qualche accorgimento e un po' di fantasia, potreste riuscire a risparmiare abbastanza legno per costruire una chitarra essenziale, comoda se volete viaggiare leggeri senza rinunciare a strimpellare il vostro strumento.
Figlie di uno stesso legno Qualche tempo fa, ho deciso di costruirmi una chitarra stile Telecaster utilizzando un unico pezzo di pioppo marezzato acquistato da un noto fornitore di legno per strumenti. L'asse in questione era di dimensioni standard 55x37x4,5 cm, più che sufficiente per qualsiasi tipo di strumento elettrico. Generalmente, la tracciatura della sagoma viene effettuata con riferimento al centro dell'asse. Il legno che avanza (in pratica una cornice ondulata) generalmente non offre molte possibilità di reimpiego. Nel mio caso, per ragioni estetiche legate al posizionamento delle marezzature, ho dovuto tracciare la sagoma della chitarra in posizione notevolmente decentrata.
Una volta effettuato il taglio del body, ho notato che il legno in avanzo era notevole e ho avuto la folgorazione: perché non farsi una mini chitarra da viaggio? È stato un attimo, una volta completata la chitarra "vera" sono passato al progetto minimal. Per sfruttare al meglio la rimanenza del legno, ho pensato di considerare la parte con maggiore curvatura nel verso alto, tenendo la parte lineare verso il basso, ovvero l'estremità dell'asse (il disegno che segue non è in scala ed è puramente indicativo).
In questa maniera avrei avuto la possibilità di incollare altro legno in modo da avere un body un po’ più largo e comodo da suonare. Nella pratica, ho trovato più conveniente ed esteticamente interessante aggiungere un'appendice di legno sagomato che ho avvitato al body ma separandolo tramite dei distanziatori cilindrici in ottone.
In questo modo la curvatura superiore del body consente l'appoggio del polso destro, mentre l’appendice fissata alla base è stata conformata per l'appoggio della chitarra sulla coscia quando si suona da seduti. Non escludo (ma è una mia impressione) che l’appendice avvitata sia anche di sostegno al suono e al volume generale, che mi sembrano inferiori quando questa parte non è avvitata al corpo.
L'idea originale era di fare una chitarra a costo quasi zero, riciclando la componentistica e altri ritagli di legno che avevo a disposizione. Il manico è stato quindi ricavato da una doga di faggio che avevo conservato smontando un vecchio letto e che avevo già impiegato con successo su un'altra chitarra. In questo caso non ho costruito un manico in un unico pezzo e la paletta ha una larghezza appena sufficiente all'installazione delle meccaniche (scala 25”). La tastiera è in palissandro e non è legno riciclato, quindi è la parte più costosa del progetto (15 Euro circa)
Essendo una chitarra essenziale, ho pensato a un'elettronica semplice ma efficace, con un solo pickup humbucker da posizionare al manico, connesso al solo controllo del volume. Ho scelto un pickup stile PAF con un ottimo rapporto qualità prezzo che ho trovato su internet (il Bourbon City disponibile sul sito Axesrus) spesso utilizzato come replacement sulle versioni economiche delle Les Paul Epiphone. Ho cablato i quattro conduttori del pickup sul controllo del volume di tipo push and pull. Il cablaggio mi consente di passare dal collegamento in serie a quello parallelo alzando semplicemente il potenziometro del volume, senza l’impiego di ulteriori interruttori. Questo aggiunge un pizzico di versatilità timbrica senza abbandonare lo spirito essenziale della chitarra. Il suono globale enfatizza i bassi, quindi il controllo del tono sarebbe stato superfluo. Esiste perciò il solo controllo del volume al quale ho connesso un piccolo condensatore tra l’ingresso e l’uscita del segnale che evita il taglio delle frequenze alte abbassando il volume.
Non sprecate commenti riguardo l’estetica della chitarra. Lo so da me che non è proprio una bellezza! Considerato però che la forma non è studiata ma obbligata, poteva andare anche peggio. Per lo meno non è un banale pezzo di legno dritto con le corde, ma una chitarra di forma originale. Insomma, se non bella, possiamo almeno dire che è un tipo.
Per la finitura ho pensato a qualcosa di veramente economico (parliamo di una decina di euro di materiale) ma sufficientemente protettivo: il “tru oil”. Sono sicuro che già molti di voi sanno di cosa parlo e potete trovare molte informazioni utili sul web. In breve, si tratta di un olio impiegato originariamente come protezione per i calci dei fucili che, seccandosi, indurisce. È molto semplice da usare e non richiede l’impiego di costose attrezzature: solo un po’ carta vetrata molto fine, lana d’acciaio 0000 e una buona dose di pazienza.
L’olio si distribuisce sul corpo con il dito o con uno straccetto che non lasci però pelucchi, passando tra ogni mano la carta vetrata prima, la lana d’acciaio poi, fino a ottenere lo spessore richiesto. Sono necessarie almeno 6/7 mani a distanza di alcune ore per avere buoni risultati (un paio d’ore tra le prime mani, almeno otto ore tra le ultime).
Al termine otterrete un effetto semi-lucido (dipende un po’ dalla vostra abilità) oppure satinato se ripassate con la lana d’acciaio 2/3 giorni dopo l’ultima mano. Si tratta di un olio che viene spesso impiegato in liuteria (MusicMan lo impiega per i manici) ma come tutti gli oli viene assorbito dalle fibre del legno. Io, per evitare che questo sia un problema, prima di passare al tru oil distribuisco alcune mani di gomma lacca che possono anche fungere da turapori (se necessario, con un po' di pomice).
Nel complesso posso dire che il risultato, considerando il rapporto qualità-prezzo, è più che soddisfacente. Il pickup si è rivelato all’altezza delle recensioni che avevo trovato su internet. La chitarra ha abbastanza sustain e suonabilità per divertirsi senza troppe pretese sul divano di casa o in albergo, magari attaccati al proprio iPhone.
Ho caricato due clip registrati nelle due posizioni del selettore del volume: pickup in serie (full humbucker) e in parallelo (suono leggermente cristallino). In quest’ultimo caso, la caduta di volume è stata compensata da un aumento di volume dell’ampli. Il tutto è stato registrato con Tracktion utilizzando un ampli clean di iRig con aggiunta di riverbero (solo un po’ di gain nei passaggi finali).
Spero quest’articolo possa dare l’input agli appassionati di liuteria elettrica per la costruzione di chitarre sempre più originali e magari innovative.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.