di Mario Monteleone [user #10] - pubblicato il 05 marzo 2013 ore 08:00
Ogni tanto riemergo dai miei bassifondi strutturati e riesco (persino) a guardarmi attorno. E in quei momenti, colgo messaggi che perdersi sarebbe da criminali.
Ogni tanto riemergo dai miei bassifondi strutturati e riesco (persino) a guardarmi attorno. E in quei momenti, colgo messaggi che perdersi sarebbe da criminali.
Il primo riguarda una pubblicità televisiva, ovvero quella di una banca. Il nome della banca in sé ovviamente non è importante. Invece, è importante lo scenario della pubblicità: si raffigura un giovane che parla a una folla di giovani, da un palco, decantando i pregi della banca in cui ha appena aperto un conto corrente. La cosa ridicola è che le scene in cui si vedono i giovani in ascolto sono prese dal film “Woodstock” (quello originale del concerto). Mi sembra una fesseria: non mi risulta che a quel Woodstock le banche fossero state invitate. Soprattutto ideologicamente.
Il secondo invece riguarda il tempo che passa, e i nuovi giovani che arrivano. Vedo sempre più spesso ragazzi (ventenni) che portano addosso simboli e segni di tanti anni fa: gli occhiali tondi alla John Lennon, la conoscenza profondissima dei Led Zeppelin, abbigliamenti non-conform come quelli dei famosi “capelloni”, ragazzi con la chitarra suonano per strada le canzoni di De André. Non si tratta solo di “apparenza” per altro, dietro questi segni e simboli si percepisce tanta concretezza.
Maybe we’re back. Forse siamo tornati, o ci sono cose che stanno tornando. Forse non ce ne accorgiamo. In ogni caso, non può che essere un bene. Anche se si tratta solo di piccoli segni e simboli.