di redazione [user #116] - pubblicato il 26 marzo 2013 ore 15:00
Nei prossimi giorni presenteremo una ricchissima intervista a Davide Luca Civaschi da tutti conosciuto come Cesareo, il chitarrista di Elio & Le Storie Tese.
Civas, ci ha accolti sul palco dopo il sound check e per quasi un’ora ci ha parlato di chitarre e chitarristi, musica e collaborazioni, lasciandoci poi liberi di curiosare sul palco tra le strumentazioni apparecchiate di tutti gli Elii, documentando il tutto.
Nei prossimi giorni presenteremo una ricchissima intervista a Davide Luca Civaschi da tutti conosciuto come Cesareo, il chitarrista di Elio & Le Storie Tese.
Civas, ci ha accolti sul palco dopo il sound check e per quasi un’ora ci ha parlato di chitarre e chitarristi, musica e collaborazioni, lasciandoci poi liberi di curiosare sul palco tra le strumentazioni apparecchiate di tutti gli Elii, documentando il tutto.
Come lui stesso serenamente ammette, Cesareo sa di essere un musicista fortunato e invidiato: è il chitarristica degli Elio & Le Storie Tese il più grande gruppo italiano degli ultimi vent’anni: ogni loro album è stato disco d’oro, sono idolatrati dai fans e vezzeggiati dalla critica; due volti secondi a San Remo, incoronati artisti italiani del decennio 2001/2010, gli Elii riescono a far convivere in maniera brillante la loro immagine di artisti simbolo della musica indipendente italiana con quella di star che scorrazzano tra televisione, pubblicità, radio e teatro. E tutto questo, con una proposta musicale totalmente unica, delirante e visionaria: esilarante e irriverente per i contenuti e annichilente per la perizia del suonato e il virtuosismo architettonico di parti e strutture, elaborate da veri scienziati pazzi del pentagramma.
Come non invidiare un musicista che arriva a un successo del genere e candidamente confessa pure di suonare solo ed esclusivamente quello che gli piace e lo fa divertire. Bisognerebbe riflettere, però, su cos’è il “solo ciò che mi piace” cui si riferisce Cesareo. Perché, a ben guardare, in un solo brano di Elio la sua chitarra è in grado di rimbalzare tra metal e reggae, prendere il volo su uno swing, scivolare sul liscio e atterrare sul funk. Cesareo nella sua vertiginosa abilità mimetica ci conquista però con la capacità di lasciare comunque evidente e in primo piano una matrice saldamente rock: dalla maniera di pennellare gli accordi alla Hendrix, alle svisate pentatoniche che strizzano l’occhio a Blackmore, fino a impennate di plettrata che tradiscono mal celate passioni Gilbertiane.
Eccellente, ieri sera, il concerto a Udine. All’interno dello stipato ed elegante teatro “Giovanni Da Udine” gli Elii hanno giocato con il pubblico: prima scimmiottando siparietti Sanremesi, affidando al jolly Mangoni il ruolo di improbabile presentatore; quindi simulando l’ambiente informale, disordinato e chiassoso di una sala prove da oratorio…Gli Elii, senza false modestie, sono musicisti stellari che con sprezzante fierezza rivendicano il valore di un successo conquistato offrendo, sempre, una proposta musicale di livello altissimo. Lo fanno schernendo e puntando il dito contro quelle tante mostruosità musicali che paradossalmente finiscono per essere alla moda, raccogliere consensi e attenzioni: dai suonatori di bonghi improvvisati e senza ritmo di “Parco Sempione”, alle chitarre acustiche scordate e i testi urlati e incomprensibili - se non per la retorica debordante - dei concerti da 1° maggio. Fino al pop più mellifluo e scontato, come per esempio quello dei Modà, letteralmente crocefissi dagli Elii, che li hanno citati storpiandoli. La stessa “Canzone Mononota”, trionfatrice a San Remo, è una provocazione di Elio che prendendo spunto da uno studio dimostrante come le composizioni musicali degli ultimi ’50 anni siano andate costantemente semplificandosi, ne arriva alle ironiche e paradossali conseguenze. Del resto, come proclamato da Mangoni ieri sera: “In un mondo di analfabetismo musicale, meno note fai, meglio è”.
Merita una nota finale la performance, incredibile, della corista Paola Folli che gigioneggia tra le acrobazie musicali di Elio. Solo dalla bocca della bambina dell’Esorcista abbiamo sentito uscire più voci, sfumature, idiomi e suoni in un una volta sola e così spaventosamente diverse. Con la differenza però che quelle di Paola sono celestiali, intrise di virtuosismo cristallino, sense of humor ed eleganza. Strepitosa!