Che ci lascia SHG Salerno? Moltissimo. C'era, girava tra alcuni, una vaga atmosfera coloniale prima di partire per la Campania ("quelli del Nord che portano SHG al Sud"), che mi (dis)turbava parecchio. Poi, arrivati sul posto, al Sud, si è immediatamente dissolta.
Hanno cominciato a dissolverla i ragazzi della security, cortesi e professionali anche più dei colleghi che hanno lavorato a SHG di Milano. Quando ho stretto la mano al loro coordinatore ringraziando per la professionalità è stato come infilarla in una morsa di ghisa, eppure nessuno di loro dava l'idea un po' inquietante del buttafuori che se non facesse quel mestiere sarebbe un delinquente.
Ha continuato lo staff dell'hotel, sempre professionale, efficiente, collaborativo per ogni cosa. E poi gli espositori che non conoscevamo, i negozi locali, con cui si è instaurato immediatamente un rapporto umano che ha consentito di sistemare senza drammi i piccoli intoppi che sono tipici della prima edizione. Al "non si può" preventivo con cui ci si confronta di solito è stato sostituito un "vediamo come risolvere" molto tranquillizzante.
Come hanno sottolineato alcuni, anche Luca - che si porta sulle spalle tutta la responsabilità organizzativa di SHG - alla fine era molto meno devastato del solito. Tutto liscio, a farci capire che c'è un futuro per SHG al Sud. E che se qualcuno di noi prima aveva la sensazione di essere impegnato a "portare" qualcosa al Sud, ora ha capito che in realtà "abbiamo costruito assieme" agli amici del Sud un evento destinato a continuare e crescere.
Qui sotto ci sono un po' di foto scattate alla mostra e nei giorni successivi, sosta a Napoli inclusa.