Ho iniziato a suonare la chitarra ad undici anni. La suonava un mio amico più grande, che poi è morto quando aveva 23 anni, ed ora io sono più grande di quanto non lo sia mai stato lui, il che mi fa strano a volte, ma questa è un'altra storia. Insomma, mio padre aveva capito che io invidiavo questo mio amico, perchè lui aveva la chitarra, e la suonava in chiesa, ed era figo e piaceva alle ragazze, mentre io no. Così disse ti compro la chitarra solo se impari a suonarla, ed io dissi va bene, te lo prometto, prometti?, si prometto, davvero, no perchè non voglio che sia l'ennesima cosa che compri e lasci in un angolo, quindi se te la compro devi imparare ok? ok. Così andammo nel negozio di chitarre della mia città modesta, e comprai una chitarra classica Yamaha CG40, costò più di centomila lire. Quasi tutti hanno avuto una Yamaha C40, io ero fiero di quella chitarra perchè aveva una G misteriosa, che non aveva nessun'altra chitarra C40. Ricordo che la comprammo il pomeriggio, rientrai a casa, la feci vedere a mia madre, divino sorriso, e cominciai ad usarla in modo primitivo, allo stesso modo in cui la scimmia di 2001 Odissea nello spazio usava il femore dell'amico scimmia morto per frantumare le teste delle altre scimmie, o qualcosa del genere. Immagino che più o meno tutti comincino così. Mia madre vide che la suonavo da coricato, e mi disse per prima cosa mettiti dritto, ed io lo feci; secondo me mia madre ha una grande musica dentro. Poi venne la notte, la mia prima notte con la chitarra, ed allora mi coricai di nuovo, e la tenni tra le braccia sino ad addormentarmi, accarezzandone il legno verniciato, sempre caldo, profumato, quasi vivo, anzi, vivo. Cominciai ad andare a lezione da un amico di mio padre, che mi sgridava perchè non facevo i compiti, e ringrazia che non ti bacchetto le mani, quando ho imparato io ne ho prese di bacchettate sulle mani! Divorziò. Mi insegnò il solfeggio, di cui al momento non ricordo niente, e ad usare le dita della mano destra, infatti ancora oggi preferisco le dita al plettro. Poi mi stancai, e smisi di andarci, diventando un autodidatta. Con quella chitarra passai dei bellissimi pomeriggi al sole, nella mia stanza, sai quando il sole in primavera entra dalla finestra ed i sensi ti si risvegliano, no?, e quel sole là, se hai una chitarra e la stai suonando per caso proprio in quel momento, quel sole là sbatte sulla cassa, e la riscalda, e si riflette ovunque, così ti sembra che pure la chitarra si sia risvegliata dopo l'inverno, tanto che non capisci più, sei tu che abbracci lei o lei che abbraccia te? Anni dopo lessi un verso di Neruda, il verso che dice "l'amore che impresse la forma alla chitarra", e ripensai proprio a quei pomeriggi di primavera. Poi io e la chitarra andammo in spiaggia d'estate, per giornate intere, io incurante del sole, lei incurante della salsedine e del fuoco dei falò il 15 di agosto, capisci che il fuoco ti spaventa, se sei fatto di legno, ma lei no. E suonammo nell'umido di un certo giardino, e la ragazzina bionda disse voglio vedere le tue dita mentre suoni, ed io mi innamorai, ma tutto finì lì. Ci feci un concerto alle medie, al teatro Smeraldo, due chitarre e 43 flauti dolci, per fortuna suonavo la chitarra, altrimenti sarei stato un flauto dolce anch'io. Non suonammo mai in chiesa, io e la mia chitarra. La moda dell'azione cattolica tramontò ben presto. Poi, quando avevo quattordici anni, un altro mio amico, non quello di prima, un altro, comprò una chitarra elettrica. Mio padre colse ancora la mia invidia, e disse ok, io ti compro la chitarra elettrica, però questa volta impari bene, si mah si dai, prometto. Yamaha Pacifica 112 M, corpo nero e battipenna bianco, il prezzo non lo ricordo, ma nel negozio (lo stesso della classica) ce n'erano di molto peggio. E' un'altra chitarra popolare, la Pacifica 112, ma la mia, ancora una volta, aveva una lettera che le altre Pacifica 112 non avevano, questa M, chissà perchè, ce l'aveva solo la mia. Suonai qualche volta in gruppo, ma più che altro da solo, e non la usai molto, la 112. Per tutte le superiori, continuai ad usare più che altro la classica. Ed anche all'università. Scrivere vicino le parole "superiori" ed "università" fa sembrare che dieci anni passino in mezzo secondo. Non è così. In tutto questo tempo, c'è stato anche il mio primo bacio, e la prima scopata. Si può dire scopata qua? Comunque, adesso compio trent'anni, ho smesso di studiare, lavoro ed ho dei soldi miei per comprarmi le chitarre, così ho deciso. Fender Stratocaster Classic Player 70s. Prima, però, sono andato da mio padre e gli ho promesso che imparerò a suonare meglio. Lui mi ha guardato con un'aria, non so, avete presente quando vostro padre inizia a compatirvi perchè non vi rassegnate a diventare vecchi? Lo sguardo era così, e mi ha detto fai bene, goditi la vita, sembrava Sant'Agostino, ama e fai ciò che vuoi. Grazie babbo. Vi dico una cosa, delle chitarre. Dietro ogni chitarra c'è un amore. Anzi anzi, DENTRO ad ogni chitarra c'è un amore. La mia Stratocaster è messicana, che vi devo dire? che ha i pickup scarsi così e cosà, che meglio le americane, che cambiate i single coil per carità, che non ha volume o la qualità costruttiva mi ha deluso!, che volete sentire? La mia chitarra è perfetta, ha il colore naturale del legno, una paletta volgarotta, e ci suono col mio gruppo cioè io, un bassista, un batterista e un altro che suona la chitarra, ed io ci metto su il big muff e l'overdrive distortion della boss, più a volte il delay sempre della boss, il dd3, un pedale me l'ha regalato mio fratello e gli altri li ho comprati io, faccio casino, se voglio copro tutti, se voglio faccio suoni infinitamente lunghi, bassi, alti, di tutto faccio, a volte stride come un gattaccio stronzo - si può dire stronzo? - infatti la uso con il selettore al ponte che è più ragionevole. Facciamo canzoni nostre e un paio di cover, e suonare, per me, è soprattutto bere birra e fumare, sfogarmi, perdere l'udito per un paio d'ore, e tornare alla mia dimensione semi-seria il giorno dopo alle sette del mattino. Non so, a trent'anni non si hanno ancora le idee molto chiare sul da farsi, e qualcuno potrebbe pensare che sia un frustrato, una gioventù negata, uno che meglio se certe cose le faceva prima. Ma dentro ogni chitarra c'è un amore. La più bella donna che abbiate mai visto, affascinante, la abbracci perchè lei si lascia abbracciare, ma non la avrai mai, mai. Ne sentirai il suono, ti spaccherà il cuore col suo volume, e ci potresti anche morire prima o poi, ma caro amico, vecchio o giovane, Beatles o Rolling Stones, se ce l'hai, un'anima, lo sai bene: il volume giusto è quando ti batte qualcosa tra i polmoni.
Fatemi gli auguri.
Buona suonata.
VB.
|