di Mario Monteleone [user #10] - pubblicato il 08 ottobre 2013 ore 08:00
Dopo lunga e ponderata riflessione – una riflessione che mi ha portato via un sacchissimo di tempo – sono arrivato alla conclusione che ogni musicista porta dentro di sé una quantità variabile di manifestazioni autistiche.
Dopo lunga e ponderata riflessione – una riflessione che mi ha portato via un sacchissimo di tempo – sono arrivato alla conclusione che ogni musicista porta dentro di sé una quantità variabile di manifestazioni autistiche. Dite di no? E io replico che non siete sinceri. Io c'ho i test per quanto scrivo. Ovviamente validi soprattutto per i chitarrofili/chitarristi. E ora ve li sottopongo in maniera dialogica referendaria.
Prima domanda: fate esercizi di diteggiatura? E guarda caso sono sempre gli stessi? Magari sempre alla stessa ora del giorno? Questo è il primo sintomo di autismo. Seconda domanda: ci sono brani e/o passaggi e/o assoli che vi piace suonare, a più riprese, con una blanda tendenza all’infinito? Questo è il secondo sintomo. Terza domanda: ci sono brani che ascoltate di continuo nella speranza di coglierne i segreti armonici e melodici più profondi? Questo è il terzo sintomo. Quarta domanda: avete un set specifico di musicisti che amate ascoltare e da cui fate fatica a staccarvi? Questo è il quarto sintomo. Quinta domanda: suonate prevalentemente sempre la stessa chitarra, anche quando tutto e tutti vi consigliano di cambiare? Ebbé, nel caso, questo non è un sintomo, ma un sintomone.
Scherzi a parte, sono giorni (settimane?) che mi ritrovo ad ascoltare e studiare di continuo un brano che conosco ormai da… 15 anni, e che ho anche trascritto per Accordo. Per decenza, non vi dico quale. Il fatto in sé non mi preoccupa, ma non posso evitare di chiedermi come mai questo accada, soprattutto dopo tanto tempo. Sono forse diventato un autistico (non)musicista? Perciò, mi sono detto, vale la pena condividere l’impressione. Credo per altro che una sana dote di autismo in musica sia necessaria. Magari camuffarla nella classica formula del "progredire per prove ed errori" aiuta molto. O forse è solo una solenne presa per i fondelli da usare per evitare di ammettere che abbiamo bisogno di aiuto.