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SHG Milano 2013: Reference e Masotti insieme
SHG Milano 2013: Reference e Masotti insieme
di [user #116] - pubblicato il

Second Hand Guitars è un'occasione per essere sommersi da un mare di chitarre, effetti e amplificatori, ma è anche un'opportunità per approfondire la propria conoscenza del suono. Due maestri del tono hanno unito le forze a SHG per aiutare i chitarristi a essere padroni del loro sound.
Second Hand Guitars è un'occasione per essere sommersi da un mare di chitarre, effetti e amplificatori, ma è anche un'opportunità per approfondire la propria conoscenza del suono. Due maestri del tono hanno unito le forze a SHG per aiutare i chitarristi a essere padroni del loro sound.

Una delle principali novità presentate allo stand Reference Laboratory riguarda il pubblico degli appassionati di made in Italy e di amplificazione di alta qualità. Pierangelo Mezzabarba, mente e mano dietro il noto marchio Masotti, lavora a quattro mani con Reference per realizzare un set di cavi dedicati al chitarrista elettrico che intende avere pieno controllo sulla propria catena del suono, in ogni sua sfumatura.
È questo il punto di partenza del servizio realizzato con Reference e Masotti. Più di un'intervista, quella che proponiamo è una chiacchierata informale tra i tre esponenti di un progetto mirato a migliorare l'esperienza del musicista sul palco: sul versante dell'amplificazione parla Pierangelo Mezzabarba per Masotti, alla trasmissione del segnale provvede Angelo Tordini di Reference. Conclude il trio lo storico endorser Reference Steve Angarthal, in qualità di musicista e utente finale.

SHG Milano 2013: Reference e Masotti insieme

SHG è stato anche teatro per la presentazione dell'amplificatore Mezzabarba, prodotto boutique firmato da Pierangelo e dell'Audix Cab Grab, un sostegno per microfoni da applicare direttamente sul cabinet al fine di vibrare con esso e non risentire delle vibrazioni del palco.

La visione integrale del video è consigliata a tutti i chitarristi interessati a migliorare la propria esperienza sul palco, desiderosi di creare il suono con le proprie mani e imparare a gestirlo dal vivo anche al di là dell'amplificatore - solitamente considerato l'ultima catena del segnale - arrivando quindi fino al mixer e alle orecchie degli ascoltatori, per non lasciare più niente al caso.


SHG Milano 2013: Reference e Masotti insieme
interviste masotti reference laboratory steve angarthal
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Quando si parla di qualità ...
di Aktarus [user #5855]
commento del 16/11/2013 ore 09:01:55
Quando si parla di qualità dei cavi, la capisco se parliamo in termini di robustezza, durata, capacità di essere affidabili anche in situazioni estreme senza smontarsi, un cavo "morbido" che resti sempre bello disteso e non spigoloso e intrecciato.
Riesco meno ad afferrare la qualità "sonora" di un cavo. Come faccio a sapere se un cavo mi fa perdere frequenze? rispetto a cosa? Si dovrebbe star li sempre a fare confronti per sapere se un suono perde più frequenze alte rispetto ad un altro. Se sento una mancanza di acuti mi viene naturale agire semplicemente sull'equalizzazione.
Tempo fa mi pare che proprio Masotti produceva un pedalino che serviva a "recuperare" le frequenze perse nella catena dei vari collegamenti. Non basterebbe questo? o stiamo parlando di cose differenti?
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Re: Quando si parla di qualità ...
di coltrane [user #15328]
commento del 16/11/2013 ore 09:57:48
Masotti produceva e penso produica ancora la "white box" che è un buffer, e che non serve a "recuperare" le frequenze, bensì ad evitare dispersioni di segnale.

I cavi di alta qualità sono assolutamente indispensabili per un chitarrista con un setup un minimo professionale, perchè evita di perdere/attenuare tutta una serie di armoniche, specialmente le acute (single coil), che ti assicuro non si recuperano con l' EQ, o perlomeno solo in parte.

Quindi ben vengano cavi di qualità eccelsa, direi indispensabili in ambito professionale ma anche nell' home recording fatto bene, sicuramente utili, comunque, in ambito "casciarone" da pub.

Ho visto una demo di Castellano dove ci hanno fatto sentire dal vivo la differenza tra un cavo reference da 40 euro e un cavo normale da 7 euro, collegando direttamente ampli e chitarra senza pedalini, proprio per evidenziare le differenze del cavo.

Beh, ti posso dire che la differenza è ABISSALE.
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Re: Quando si parla di qualità ...
di smilzo [user #428]
commento del 16/11/2013 ore 18:43:08
Io penso sempre "rispetto al mio suono ideale". Non concordo molto quando si afferma che più fedeltà corrisponde a suono migliore. Dipende dall'intero setup. La mancanza di alte si può in parte compensare con il controllo di alti, ma non è la stessa cosa: dipende dal taglio e tipo di controllo dell'ampli.
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Re: Quando si parla di qualità ...
di guitarlory [user #1166]
commento del 17/11/2013 ore 02:43:34
Concordo in pieno con Smilzo, come sempre del resto :-)
E aggiungo un piccolo esempio/aneddoto: SRV usava cavi molto lunghi sul palco, sia tra chitarra e pedali, sia tra questi gli ampli, proprio per la loro capacità parassita, come una sorta di equalizzatore "a monte"... insomma, cercando un suono con meno acuti e bassi più morbidi, aveva scoperto che i cavi lunghi erano una possibile soluzione (oltre alle famose croci di scotch davanti al centro del cono, specie dei 15 pollici).

Per contro, probabilmente, chi utilizza ampli meno definiti sulle basse e con meno acuti (cioè quasi tutti gli ampli di concezione moderna) potrebbe privilegiare cavi con minori capacità parassite, proprio per non togliere botta e definizione alla base del proprio suono.

Per esperienza personale, un buon buffer elimina comunque il problema di perdita dalla maggior parte dei cavi (anche quelli più economici, purché funzionanti), quindi solitamente cerco di comprare cavi di buona qualità per quanto riguarda flessibilità, robustezza e isolamento dai possibili rumori, ma senza farmi troppe menate, in quanto il buffer in pedaliera innalza il valore d'impedenza del segnale della nostra chitarra, permettendogli di passare pressoché inalterato attraverso lunghe catene di effetti, cavi e quant'altro.
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Re: Quando si parla di qualità ...
di smilzo [user #428]
commento del 17/11/2013 ore 11:21:35
Bisogna anche dire che fino a 10 anni fa non mi erano mai capitato di ascoltare differenze abissali tra cavi anche di differenze lunghezze... poi nel giro di un paio di anni si è creato un divario, tanto che mi è capitato di tornare in negozio a cambiare i cavi... cosa per me impensabile, ma era anche impensabile avere un suono da tono del tutto abbassato! Secondo me la qualità dei cavi si è abbassata, forse per intervenute modifiche nella normativa e nei materiali. Per continuare a mantenere la qualità sonora dei vecchi cavi in rame probabilmente serve ricerca e componenti/costruzione particolare... non lo so.

Concludo dicendo che, pur sentendo la differenza di suoni tra diversi cavi, cerco di non farmi problemi... è più importante il timing o il bending... o la qualità di cibo, birra e vino bevute prima del concerto o jam! ;)
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Si, però devi sempre fare ...
di Aktarus [user #5855]
commento del 16/11/2013 ore 11:29:1
Si, però devi sempre fare confronti per sentire la differenza.
è come s ti facessi vedere una maglietta rossa e ti dicessi che è più rossa. Ma rispetto a cosa?
Rispondi
Re: Si, però devi sempre fare ...
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 16/11/2013 ore 13:28:23
Proprio a SHG, Reference ha organizzato dei bei confronti in questo senso. Sia per chitarre sia per batterie, ha fatto test A/B scambiando i suoi cavi e i microfoni Audix con dei concorrenti di buon livello. Non hanno detto i nomi dei concorrenti, ma erano più o meno degli standard di mercato, e soprattutto i microfoni si riconoscevano facilmente (coff coff Shure coff coff...).
In effetti le differenze c'erano, è decisamente una prova da rifare anche in negozio soprattutto per sentire cosa cambia sotto le dita.
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Re: Si, però devi sempre fare ...
di Aktarus [user #5855]
commento del 16/11/2013 ore 13:57:39
Posso capire quando parliamo di strumenti acustici. una chitarra classica che suona uguale identica unplugged o amplificata, oppure una batteria microfonata.
Rispondi
Re: Si, però devi sempre fare ...
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 16/11/2013 ore 14:31:35
Il discorso si può estendere anche all'elettrica, solo che è più complicato individuare il punto su cui operare e cogliere le differenze quando si sostituisce un componente piuttosto che un altro.
Come dice Pierangelo in video, la catena è forte quanto il suo anello più debole: un cavo non perfetto o un dato microfono potranno colorare il suono o addirittura fare da "collo di bottiglia", vanificando tutto il lavoro di creazione del suono. Il compito di un buon cavo e di un microfono trasparente è trasmettere al mixer esattamente quello che si sente davanti all'ampli. Se Reference e Audix lo fanno non so dirlo in quanto non ho ancora avuto modo di fare un test comparativo di persona, ciò che è certo è che effettivamente le differenze si sentono anche nelle demo organizzate da Reference: il suono, a parità di settaggi, sembrava meno gonfio, più chiaro... poi certo, può essere suggestione, un'impressione definitiva si può dare solo in studio e con le proprie mani.
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Re: Si, però devi sempre fare ...
di Aktarus [user #5855]
commento del 16/11/2013 ore 15:32:25
si, giusto anche il suono identico di un ampli microfonato o no. Diciamo in tutte quelle situazioni in cui c'è una situazione microfoata e non microfonata. una cantante che mantiene intatta la voce, strumenti acustici e appunto anche un ampli microfonato o no.
quello che non capisco è come si fa ad affermare che il suono che ho creato con la mia chitarra e il mio ampli perde frequenze. Non so se sono riuscito a spiegare quello che voglio dire.
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Re: Si, però devi sempre fare ...
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 16/11/2013 ore 15:54:3
L'unica è il confronto A/B. Come dicevi giustamente prima, se l'unico modo di misurare scientificamente la perdita di frequenze è microfonare e registrare l'ampli, la differenza sarà sempre "rispetto a". Questo si estende anche agli strumenti acustici: se voglio fare una misurazione oggettiva, dovrò usare sempre più microfoni/cavi e poi controllare su uno spettrogramma con quale combinazione ci sono più o meno frequenze.
È diverso invece il confronto empirico, a orecchio: lì puoi ascoltare la chitarra dall'ampli e poi attraverso il monitor da studio, per vedere se il risultato è fedele oppure no.

Con il primo test puoi vedere quale microfono e quali cavi conservano più frequenze (le vedi fisicamente sullo schermo), con il secondo test invece puoi vedere se il cavo e il microfono conservano il suono che puoi ascoltare "dal vivo" col tuo strumento acustico non amplificato o con la chitarra elettrica davanti all'amplificatore.

Se invece lo scopo è individuare la bontà del cavo all'interno del rig (tra pedale e pedale, o il cavo tra chitarra e ampli) allora la faccenda diventa più complessa. Bisogna spezzettare tutta la catena del suono e fare prove con diversi cavi, man mano aggiungendo componenti quando si è trovato il cavo migliore.
Diciamo che, in linea di massima, una volta individuato il proprio cavo preferito provandolo da solo con l'ampli, ci si può anche fidare del brand e usare alla cieca i suoi prodotti per il resto del setup, altrimenti si diventa pazzi :D
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Re: Si, però devi sempre fare ...
di Aktarus [user #5855]
commento del 16/11/2013 ore 20:11:56
tempo fa ho visto su accordo un video di tommassone in cui si parlava di stratocaster masterbuilt ed è stata detta una cosa secondo me molto giusta e da tenere bene in mente. Una chitarra da 5000 euro è sicuramente più bella rispetto a una da 1000 ma questa differenza la si sente se si è fatto un imporante pecorso musicale e si hanno acquisito le capacitá di sentire queste sfumature.
Se uno alle prime armi o comunque senza queste conoscenze pensa di prendere una chitarra da 5000 euro così è sicuro di prendere una chitarra bella, spende soldi inutilmente. Questo oncetto si può anche applicare ai cavi. Secondo me non tutti hanno la necessitá o la capacitá di sentire differenze e miglioramenti. Altrimenti si fa il solito errore di giudicare un prodotto dal prezzo.

Comunque ome ho detto prima capisco la qualitá di un cavo quando parliamo di robustezza, di flessibilità, insomma di cartteristiche meccaniche. Oppure riflettendoci, posso capire la necessitá di ricreare in modo fedele il suono che mi sono creato con la mia strumentazione anche atraverso dei monitor. Se invece mi si viene a dire che il suono che ho creato e che sento con chiarra attraverso ampli e qualche pedale non è puro e ha perso frequnze, allora faccio più fatica a capire :)) risptto a cosa? c'è un suono convenzionale rionosciuto universalmente come standard di riferimento?
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ah i vecchi cavi skrausi quelli si......
di paserot [user #21075]
commento del 16/11/2013 ore 18:33:52
ah i vecchi cavi skrausi quelli si......
mi sembra già di sentirla sta frase
comunque se per oltre 50 anni se ne è fatta di musica senza questi gioiellini non è che aggiungano qualcosa che tutto sommato non serve?
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Non dubito sulla qualità, però ...
di fabiojay [user #20826]
commento del 16/11/2013 ore 20:49:20
Non dubito sulla qualità, però il prezzo è troppo alto... 40 euro minimo a cavo, mettine uno a inizio e uno a fine catena sono 80 euro... con questi soldi ci compro un altro pedale, e dato che non sono un professionista, mi diverto di più a smanettare su un pedale... Sono cavi ottimi e utili per i professionisti, ma per noi semplici appassionati che suoniamo poco davanti a un pubblico non credo servano più di tanto... un cavo buono di qualsiasi altra marca basta, oltre un certo livello è difficile cogliere i particolari sonori... e poi un suono può essere bello a prescindere dal cavo usato! Però mi ripeto, sono cavi ottimi che fanno la differenza, se costassero di meno li prenderei comunque
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Dipende da come si suona e dai gusti
di summerandsun [user #22475]
commento del 19/11/2013 ore 20:26:2
Accorgersi della differenza, anche senza confronto A/B, non è difficile. Lo si apprezza però in certi stili e con certi strumenti. Aggiungo anche che il proprio gusto è fondamentale. Ad esempio io amo sentire gli alti (gli armonici da single coil per intenderci) e il suono che sempre cerco ne è ricco. Se uso cavi qualsiasi sulla mia Strato, mi accorgo subito che qualcosa "non va". Sento che devo modificare profondamente il modo di toccare le corde, ma la dinamica che cerco non la trovo mai completamente. Da anni utilizzo George L's (provati per caso perchè trovati a prezzo ottimo) e con la Strato non riesco a farne a meno, nonostante la scomodità. Quando un giorno moriranno, li sostituirò sicuramente con cavi di qualità. ...anche perchè spendere migliaia di euro per chitarre e ampli e ammazzarli tagliando brutalmente le frequenze non mi sembra una buona tattica.
Attenzione però. Quando uso la Les Paul o se voglio fare un pò di casino con dei suononi poco raffinati, i cavi qualsiasi (purchè decenti) non mi cambiano granché. Anzi, sui suoni tamarri a volte li preferisco.
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