VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Quando i bit surclassano le valvole
Quando i bit surclassano le valvole
di [user #116] - pubblicato il

Suonare con apparecchiatura digitale, multieffetto e simulatori, può essere una necessità ma anche una scelta stilistica. Abbiamo chiesto il loro parere a dei chitarristi che hanno scelto di affidarsi alle nuove tecnologie per puro gusto e non per semplice praticità.
Suonare con apparecchiatura digitale, multieffetto e simulatori, può essere una necessità ma anche una scelta stilistica. Abbiamo chiesto il loro parere a dei chitarristi che hanno scelto di affidarsi alle nuove tecnologie per puro gusto e non per semplice praticità.

I tempi in cui il digitale era da considerare poco più di un giocattolo per esercitarsi a casa sono ormai lontani. Artisti di livello internazionale, imitati e ammirati per il loro sound, hanno come asso nella manica una serie di 0 e 1 sapientemente modellati da software avanzati, multieffetti versatili e simulatori fantascientifici.
Sempre più spesso, processori digitali entrano a far parte del rig preferito di chitarristi di ogni livello e stile musicale. Non sono più un ripiego, bensì una prima scelta per ottenere dei sound precisi, che a volte l'analogico non è neanche in grado di ricreare.
Basti pensare a musicisti come Tony MacAlpine, Dweezil Zappa o ancora John Petrucci, che intorno a delle simulazioni a computer hanno elaborato degli interi set, esibendosi sui grandi palchi e incidendo dischi indimenticabili.

A rafforzare la tesi arrivano anche degli illustri nomi del chitarrismo italiano, che hanno saputo sfruttare quanto di buono la tecnologia digitale è capace di offrire, nel pop quanto nel blues, rock fino al metal estremo.
Abbiamo intervistato Marco Barusso, Frank Caruso, Chris Migliore e Davide Pannozzo per conoscere le loro esperienze e considerazioni sul il mondo dei bit in musica.

Quando i bit surclassano le valvole

Marco Barusso (Cayne, session man/fonico/produttore): I chitarristi sono una razza strana, perennemente in cerca del "bel suono" e continuano a cambiare chitarre, pedali, amplificatori cercando di ricreare i suoni che sentono sui dischi. In realtà però, conoscendo poco o nulla riguardo alle tecniche di studio, non si rendono conto che tante volte i suoni che vanno cercando, al di là della corretta esecuzione, vengono ottenuti con collegando gli strumenti in diretta e sfruttando saturazioni ricavate dall'outboard, tramite anche cabinet simulator o simulazioni digitali, in grado di fornire maggiore attacco e definizione rispetto a un amplificatore valvolare microfonato, o spesso miscelando le due cose, tecnica che utilizzo spesso, come per esempio sui dischi dei Lacuna Coil o dei Cayne.
Per ottenere delle sonorità un po' più interessanti, sarebbe ora che i chitarristi cominciassero a leggere qualche manuale in più. Scoprirebbero che non è certo spendendo migliaia di € in chitarre arrugginite e vecchi amplificatori spompati che otterranno quello che cercano: anche decine di anni fa band come i Led Zeppelin o i Pink Floyd hanno ottenuto sonorità storiche in questo modo.


Quando i bit surclassano le valvole

Frank Caruso (Strings 24, Thunder Rising): Da anni utilizzo sistemi di registrazione quali Line 6 o Guitar Rig per le mie chitarre, e non solo per motivi pratici. Per chi come me e molti colleghi si reca in un nuovo studio per registrare del materiale destinato a pubblicità o TV, venendo a conoscenza del brano da realizzare nel momento stesso in cui arrivi in studio, è quasi fondamentale avere la disponibilità di una moltitudine di sonorità molto diverse fra loro e in poco spazio, e possibilmente con la possibilità di poter memorizzare i preset. Non solo, nelle session spesso si registra il segnale unprocessed per poi applicare nuovi plugin o reamping. Inoltre per suoni molto aggressivi, o con immagini stereofoniche estreme, dove la microfonatura rischierebbe di provocare delle controfasi, il suono di una pedaliera a modeling è molto più gestibile. Per non parlare della quantità di attacco e compressione che riusciamo a dare a questi timbri, sicuramente meno caldi di un amplificatore, ma certamente più violenti. La forma d'onda lo conferma: attacco quasi verticale e dinamica al massimo.
E infine a ciascuno il suo suono, nessuno credo possa avere la verità in mano, ma esplorare le verità altrui è sempre divertente e creativo.


Quando i bit surclassano le valvole

Chris Migliore (Lacuna Coil): Credo che, a meno di essere un feticista del sound analogico, difficilmente - soprattutto oggi - una persona normale può accorgersi della differenza di suono. La tecnologia ha raggiunto vette tali da poter riprodurre, e migliorare in alcuni casi, il sound analogico in tutti i suoi aspetti. È incredibile cosa si possa fare con un semplice e neanche troppo costoso POD HD 500! […] Sono ormai anni che utilizziamo prodotti Line6 e la semplicità d’uso e i risultati sono eccezionali. Non c’è più bisogno di portarsi dietro i famigerati "frigoriferi" e mille pedalini per avere il suono che desideri: è tutto lì, salvato nel suo banco, pronto all’uso! […] Sfido chiunque ad accorgersi della differenza. Soprattutto a volumi orrendi! Non hai idea di quanta gente ci avvicini alla fine dello show per chiederci quale ampli usiamo e come otteniamo quel wall of sound ed è fantastico vedere la reazione di assoluta sorpresa quando gli spieghiamo che il tutto proviene da una piccola pedaliera digitale…

Quando i bit surclassano le valvole

Davide PannozzoSeguo da molto tempo l'evoluzione delle macchine digitali e lo sviluppo dei software di emulazione per ampli ed effetti. Come tanti, il mio primo studio di registrazione è stata la mia cameretta, con un PC e un piccolo mixer. Per ovvie ragioni di spazio ho sentito l'esigenza di sperimentare delle soluzioni all-in-one per la registrazione di provini e pre-produzioni.
Ho sperimentato i suoni sul mitico Fender Twin Reverb '65, il mio primo ampli, per questo motivo ho sempre saputo quale fosse il suono "vero" da ricercare, sopratutto sul pulito. Per quanto mi riguarda, che si parli di effetti analogici o di processori digitali, ho sempre seguito la filosofia secondo cui il suono sta nelle nostre mani, dovevo quindi farmi bastare ciò che avevo a disposizione per tirare fuori il suono che volevo, ma senza compromessi.

Il mio primo approccio con il digitale è stato invece con il Pod 2.0 (il famoso "fagiolone" Line6), per poi passare sull'XT Live fino ad arrivare al Multiamp DV Mark. Quando Marco de Virgiliis (general manager di DV Mark) mi ha proposto il Multiamp, ho subito compreso che stavamo parlando di una macchina totalmente differente, per qualità di suono e per dinamica. Tant'è che posso usarlo anche con la mia pedaliera analogica con risultati eccellenti (cosa impensabile, qualche anno fa, con le altre macchine!).

In questo momento il mio approccio nella creazione del suono sul Multiamp cambia a seconda dell'utilizzo che ne faccio, in studio o dal vivo. Dal vivo lavoro principalmente sulla mia musica, tendo quindi ad avere semplicemente un buon suono pulito di partenza. Generalmente uso una simulazione Twin blackface, oppure Bassman, e regolo l'eq in base al posto in cui sto suonando. Uso un po' di riverbero del Multiamp e per il resto utilizzo i miei pedali Costalab e Kor, completamente analogici. Con i pedali accesi regolo il PAD del Multiamp, in modo da lasciare invariata l'escursione dinamica del mio suono. Con il Multiamp ho inoltre la possibilità di andare in Stereo, soluzione che, per i riverberi e i delay, mi offre una spazialità molto interessante. Durante il mio lavoro in studio, per il quale può capitare di mettere le chitarre sui dischi di altri artisti, posso usare diverse simulazioni di ampli e anche gli effetti interni al Multiamp, dalla qualità eccelsa.

Molti pensano che il blues, e dintorni, si possa suonare solo con ampli valvolari e cabinet pesantissimi. Quel che penso io invece è che se una macchina suona bene non mi interessa se sia digitale o analogica. Se poi il suono (che ovviamente è sempre al primo posto nelle mie prerogative) si coniuga con leggerezza, affidabilità e flessibilità non si può che cedere alla tentazione del digitale.


Quando i bit surclassano le valvole
effetti e processori interviste palchi e strumentazione proel
Nascondi commenti     67
Loggati per commentare

Beh, il discorso è capibile ...
di uzik [user #25323]
commento del 09/12/2013 ore 09:57:4
Beh, il discorso è capibile dal punto di vista della pratica. Infatti i chitarristi intervistati parlano di registrazioni in studio, jingle pubblicitari ecc... dove occorre avere "qualcosa" che sforni più suoni possibili perché questo vuol dire anche essere professionali.
Cioè, se il target deve essere quello di avere a disposizione mille possibilità sonore allora il digitale è la soluzione più plausibile e concordo con il fatto che in studio (su un album) la differenza tra digitale e analogico non sia percepibile.
Secondo me, cambia comunque dal punto di vista live. Io credo che la dinamica e la risposta che ha un vero ampli in un contesto live sia qualcosa di "vero".
Soprattutto se l'ampli è a transistor!
...verissimo il commento di Barusso:"...non è certo spendendo migliaia di € in chitarre arrugginite e vecchi amplificatori spompati che otterranno quello che cercano"
Rispondi
Mah, se uno suona cover ...
di Farloppo [user #27319]
commento del 09/12/2013 ore 10:11:23
Mah, se uno suona cover (o fa il session man) e ha bisogno di molti suoni diversi credo sia valida la soluzione compatta del digitale ma se uno fa pezzi suoi a livello amatoriale e ha solo due suoni (clean e distorto) diventa un po' superfluo avere 2000 simulazioni di ampli, 4000 effetti , 2000 chitarre. Sulla qualità sonora direi che la differenza con il digitale (di fascia alta) é minima, ma credo che prendersi un macbook (serve un sistema operativo il più stabile possibile), un mixer e un impianto P.A. costi un po' di più di un ampli e qualche pedalino (gas a parte).
Poi va bé, il pubblico medio non distinguerebbe il suono di una chitarra elettrica dal muggito di una mucca per cui, se perdiamo il concetto del "suonare prima di tutto per se stessi", stiamo qui a farci pippe mentali e basta ;-)...
Rispondi
alcuni punti
di yasodanandana [user #699]
commento del 09/12/2013 ore 11:15:25
la questione principale e' che la chitarra elettrica puo' suonare bene anche in diretta.. i dischi piu' blasonati dei nostri beniamini sono pieni di parti di chitarra che un ampli nemmeno lo hanno mai visto

per cui amplificatore microfonato, pre analogico in diretta, pre digitale in diretta, rig virtuale nel computer, chitarra connessa direttamente al mixer o alla scheda audio senza niente in mezzo .. in definitiva pari sono..

oggi si ascolta quasi sempre dalle spie o dai monitor da studio.. l'ascolto dall'amplificatore e' un approccio casalingo o da sala prove...

e' necessario, per liberarsi il piu' possibile dei faticismi da chitarrista, lavorare con gente brava che chitarrista non e'.. e fidarsi.. vedremo crollare un sacco di miti che ci sembravano consolidati e necessari...

il pubblico non e' vero che non sente.. non sa dire il perche' un suono non gli piace, non sa identificare la sorgente dell'eventuale problema, ma non gradisce e quindi, semplicemente, non ascolta..

e se gradisce vuol dire che la cosa funziona e siamo noi che abbiamo i gusti sballati da infinite masturbazioni mentali..
Rispondi
Re: alcuni punti
di Adimant [user #12733]
commento del 09/12/2013 ore 11:53:1
Più chiaro di così!!
Condivisione totale a 360° (ed è raro che io ti condivida così pienamente)! :)
Rispondi
Re: alcuni punti
di yasodanandana [user #699]
commento del 09/12/2013 ore 12:08:55
(preoccupati :-D )
Rispondi
Re: alcuni punti
di giambu [user #4070]
commento del 10/12/2013 ore 11:23:0
Ma, anche se i dischi più blasonati dei nostri beniamini sono pieni di parti di chitarra che un ampli non lo hanno nemmeno visto (come ha dimostrato in un tuo interessante post) è pur sempre vero che la chitarra cui ti riferivi allora era poi entrata in un mixer valvolare che tutti noi ci sognamo!!!
Certo che con un banco così, e con gli effetti relativi, anche il suono più gracile, freddo e striminzito prende vita...
:-D
Rispondi
Re: alcuni punti
di yasodanandana [user #699]
commento del 10/12/2013 ore 11:56:55
il mixer di gilmour non e' valvolare.. fra l'altro il valvolare nei mixer e' abbastanza raro..
Ma.. ammesso e non concesso che per fare un suono di chitarra in diretta di qualita', serva un mixer della stessa qualita' di quello di Gilmour, in realta' puoi prendere un channel strip da poche centinaia di euro (che in qualche modo e' come se fosse un canale di quel mixer messo in una scatola per conto suo) e registrare nel computer ottenendo qualcosa di identica qualita'..

(in realta' ti sto rispondendo non capendo bene la ragione del tuo intervento.. nel senso che non mi sembra di aver sostenuto che le cose si possono fare male e vengono come quelle fatte bene.. :-) )
Rispondi
Session man
di Claes [user #29011]
commento del 09/12/2013 ore 11:35:23
Ti può certamente capitare di avere un producer che ti dice: "quel sound Fender fa schifo per questo pezzo... voglio un sound da Marshall"! Basta premere qualche bottone digitale e violá un sound Marshall. Questo vale anche per il dal vivo. È vero che si usano parecchi trucchi tramite i frigoriferi dello studio!

Le interviste sono interessanti e pure i vostri commenti!
Rispondi
"...non è certo spendendo migliaia ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 09/12/2013 ore 11:51:30
"...non è certo spendendo migliaia di € in chitarre arrugginite e vecchi amplificatori spompati che otterranno quello che cercano...".
Vero, ma c'è un "ma", un grosso "ma".
Forse, secondo loro, i chitarristi otterranno quello che cercano spendendo decine di migliaia di euro per un digitale di alta qualità ed assumendo un fonico con gli attributi...
Il digitale di altissimo livello (quello che servirebbe) costa un botto.
Secondo me i professionisti, che entrano ed escono da studi iperattrezzati, che salgono e scendono da palchi enormi con impianti iperprofessionali, devono ricordarsi di quando suonavano per quattro gatti in una cantina umida e gelata, quando il volume lo dettava il batterista (che i microfoni per la sua vecchia batteria non li aveva ancora comprati e il mixer aveva solo 6 canali...).
Io non ho preclusioni o pregiudizi, anzi. Volevo cambiare il mio stack valvolare e avvicinarmi al Kemper. L'ho provato. Gran bella macchina, davvero. Ma avete sentito come gracchia se non è collegato ad una PA con le contropallottole in un palco da 400 mq?
E poi, diciamoci la verità: noi "normali", quando abbiamo trovato quei 5 o 6 suoni che ci piacciono, non usiamo sempre quelli?
Sarà che sto invecchiando ma ormai sono tra quelli che pensano che un paio di buone chitarre, un valido ampli e una manciata di pedalini siano più che sufficienti.

Rispondi
Re: "...non è certo spendendo migliaia ...
di Adimant [user #12733]
commento del 09/12/2013 ore 11:59:
Un ampli valvolare e tre o quattro pedalini per fare il tuo suono: almeno duemila euro. Poi, casomai, hai un 100 watt e sul palco di tre metri quadri del pub sotto casa lo devi tenere con il volume a due, e quindi il tuo suono va a putt... Oppure hai l'ampli da 20 watt e ti capita il palcone da 200 metri quadri, microfoni ed il suono non lo fai più tu, ma il fonico (che casomai fa cagare e quindi il tuo suono va a putt...).
Allora ben venga un digitale tipo fagiolo line6 che con quattro o cinquecento euro hai sempre gli stessi suoni, quasi ovunque, con un solo cavo dalla tua macchinetta all'impianto, senza spendere diecimila euro (chè non siamo professionisti - almeno io non lo sono) e senza che nessuno se ne accorga se non tu (considerando anche che tanto il tuo suono lo senti solo tu, dalla tua posizione ed appena tra te ed il pubblico ci sono due cappotti di troppo, dall'altro alto arriva tutt'altra cosa che quello che pensi).
Rispondi
Re: "...non è certo spendendo migliaia ...
di Fabione72 [user #28527]
commento del 10/12/2013 ore 09:54:00
"Allora ben venga un digitale tipo fagiolo line6 che con quattro o cinquecento euro hai sempre gli stessi suoni"

Daccordissimo se è quello che cerchi (se sei un session man, vuoi mettere la comodità?!).

Era quello che anni or sono cercavo anche io dal POD 2.0, stufo della volubilità del pulito del mio JCM900 4100.

Solo dopo mi sono reso conto che, effettivamente, me lo ero "fatto piacere" e , alla lunga, mi ha fatto allontanare sempre di più dallo strumento (anche se ammetto che probabilmente, a quell'epoca, la tecnologia non era ancora abbastanza matura).

Sembra incredibilie, lo so, ma e vero, e non chiedetemi di spiegare il perchè... :).
Era come se suonasse "per" me, e non "con" me.

Ho ritrovato l'equilibrio nell'intimità mia stanzetta, muovendo le dita e il tocco in funzione dell'umore mio e della mia mini-testata (nel mio caso un Tweaker dell'Egnater).
A volte ha voglia di urlare, altre di sussurrare qualcosa, e io gli vado semplicemente dietro.

NON FRAINTENDETEMI, non odio il digitale.
I miei studi sono improntati su quello, fate voi :D
Addirittura odio l'effetto impastato dei riverberi stomp-box prima del pre-ampli, e sono un felice possessore di un G-major2 della TC Electronics, che uso praticamente sempre, soprattutto per riverberi ed echi in send/return.

Insomma, alla fine credo sia solo una questione di equilibri, di trovare la famosa "quadra" tra feeling e altre esigenze :D
Rispondi
Re: "...non è certo spendendo migliaia ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 09/12/2013 ore 12:14:2
non concordo sulla necessita' del super fonico.. certamente i pre digitali e i software emulativi soffrono un po' tutti dell'essere rilasciati, dalla fabbrica, con una serie di presets molto spettacolari ma scarsamente utilizzabili...

.. quindi un intervento e', per me, quasi sempre necessario.. ma si tratta di sbattersi un pochetto, non ci vuole alan parson o la laurea in ingegneria spaziale ...

:-)
Rispondi
distinguiamo
di francesco72 [user #31226]
commento del 09/12/2013 ore 11:58:03
farei una distinzione fondamentale, già avanzata prima di me: una cosa è suonare in studio, altro suonare live, ma con un'aggiunta: la prospettiva di un professionista è tutt'altro da quella di un amatore. Tale aggiunta significa in primo luogo che il rig (analogico o virtuale che sia) è un anello della catena, se il resto è di scarsa qualità non ci sono santi che tengano.
In primo luogo è bene essere obiettivi: per l'amatore la soluzione in studio di registrazione è sporadica e, per molti, solo eventuale. Quando capita l'amatore arriva pronto coi tre quattro suoni che usa abitualmente poi fonico e post produzione aiutano loro.
Quanto al live le cose cambiano parecchio: il professionista arriva e si allaccia ad un service con i controcalzoni. Dice bene Migliore, ma ricorderei che lui suona su palchi da 40 m con una ventina di spie o con la spia in cuffia. Io suono al pub o alle feste della birra dove se va bene ci sono quattro spie (ed io suono con altre cinque persone, ad esmepio), ma se va male l'impianto lo porta il gruppo che suona e se lo monta pure (con riduzione delle spie disponibili). Da quella via portarmi una spia o l'ampli per sentirmi sul palco mi cambia poco. Quanto a ciò che sente il pubblico mi par strano che il "muro di suono" sia farina del pod (anche il più potente del mondo) mi par più credibile che c'entrino qualcosa il mixer ed i muri veri di ampli che sparano sulla platea centinaia di watt.
Va da sè che da amatore, se prendi bene ok, ma se si prende male non c'è rig che tenga. Poi condivido il giudizio sulla praticità e versatilità del digitale, ma è altrettanto vero quanto dice farloppo: se mi servono 4 suoni compro una buona testata e tre pedali di qualità e sono a posto. Infine, per essere chiaro, non ho nulla contro il digitale, anzi io stesso uso Amplitube e possiedo un Line6 M9 che uso a seconda dei contesti.
ciao
Rispondi
Loggati per commentare

Re: distinguiamo
di yasodanandana [user #699]
commento del 09/12/2013 ore 12:18:33
==mi par più credibile che c'entrino qualcosa il mixer ed i muri veri di ampli che sparano sulla platea centinaia di watt==
il suono di chitarra che arriva al pubblico non e' certo quello degli ampli, considerate le potenze degli impianti, considerato che gli ampli per chitarra sono altamente direzionali.. e considerato che il muro degli ampli e', al 99%, finto.. in realta' suona un ampli solo, magari un combo, magari nel retropalco infilato dentro una flight case con microfono annesso...

Rispondi
Re: distinguiamo
di ionral [user #36924]
commento del 18/06/2014 ore 14:16:12
beh, devo contraddirti sul discorso live... o meglio, è vero quello che dici se nei casi in cui non si ha un pa decente non puoi sentire bene la tua chitarra, infatti io in quei casi mi porto la mia cassa attiva da 100, molto leggera e pratica, la quale mi simula sia la pacca che il tono e volume dell'ampli che decido di emulare, la flessibilità di tali sistemi odierni sono il futuro e ora sono anche di qualità rispetto ad una volta, ora non ci fanno rimpiangere il gusto di suonare.
prova e poi mi dirai...
Rispondi
Io amo il suono valvolare ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 09/12/2013 ore 12:06:23
Io amo il suono valvolare ma non sono un talebano. Il suono live non è più analogico da una vita a scanso di qualsiasi equivoco: potete portare quello che vi pare sul palco, ma all'atto della microfonazione il suono diretto al pubblico o alle spie sarà filtrato da un mixer al 99,99999% digitale. In studio non dico nemmeno niente tanto sarebbe superfluo. Che poi a dirla tutta sarebbe anche il caso di cominciare a capire che ampli valvolare non significa valvole e basta, doprattutto se non siamo di fronte ad un point to point. La gente secondo me è alla ricerca della maggior linearità possibile, leggasi insieme rumore di fondo il più basso possibile ed i tecnici ringraziano perchè in questo modo il taglio delle frequenze fastidiose non è più totalmente nelle loro mani. Allora quando già ci si affida allo stato solido per certe componenti si dovrebbe sapere che il suono valvolare per come lo intendiamo noi non esiste quasi più. In più sono certo che in un blind test da ascoltatori si riuscirebbe a riconoscere la pasta sonora ma non la tipologia di circuitazione con buona pace di tutti. Il consiglio finale è meno prosciutto sulle orecchie e più sale in zucca: io suono l 'acustica dal vivo e mi concedo un valvolare da 30kg a casa e nelle suonate con amici, ma se dovessi inteaprendere la strada elettrica una pedaliera digitale non me la toglierebbe nessuno. In tutto ciò ho volutamente tenuto fuori i discorsi sugli stadi di guadagno esterni all'ampli, ovvero od e dist., ed il sempre crescente numero di effetti d'ambiente digitali, che fanno il mazzo alle controparti analogiche in termini di offerta di suoni...Cosa rimane alla fine della giostra di valvolare...!?!?
Rispondi
e' una vita che penso ...
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 09/12/2013 ore 13:36:26
e' una vita che penso e sostengo il pensiero di chi ha redatto l ' articolo ! pedaliere sconfinate con decine di pedalini poi quando li vai ad ascoltare senti 2 o massimo tre suoni ! purtroppo ancora una volta complice il mercato si fa' tanta confusione e alla fine l' obiettivo piu' importante viene tenuto all ' ultimo posto : la musica e il musicista !! l' industria che lavora in questo campo purtroppo ha messo in campo strategie tali e ha contribuito in modo pesante ovviamente per vendere i propri prodotti per fare si che ai ragazzi arrivi un messaggio del tipo : se hai questo tipo di ampli avrai il suono di .... questa chitarra la usa ... e quindi anche tu suonerai come lui ! passiamo anni della nostra vita a comperare e vendere ampli chitarre pedali cavi e non ci accorgiamo che il problema SIAMO NOI !!! NON SAPPIAMO SUONARE !!! e il suono lo abbiamo NOI NELLE MANI !! a me fa immenso piacere leggere questi articoli perche' di fatto smentiscono e smontano tutto un cinema ci cose che non esistono ! esistono invece i bravi MUSICISTI CHE SANNO SUONARE E NON HANNO BISOGNO DI NASCONDERSI DIETRO A MILLE PEDALI E AMPLI DA MILIONI DI EURO !!! Hendrix suonava con una strato un wha e un fuzz bona le' e marshall finito ! e se fosse ancora vivo farebbe lostesso perche' i grandi se ne fregano di certe cose non en hanno bisogno ! w la F !!! ciao
Rispondi
Trovo molto autorevole l'intervento di ...
di rickyfigoli [user #36535]
commento del 09/12/2013 ore 13:43:10
Trovo molto autorevole l'intervento di Davide Pannozzo, in quanto gli ambienti musicali che affronta sono da sempre ben conditi da valvole incandescenti. Un elogio al digitale fatto da una persona con nelle mani una dinamica sempre così a"a fuoco" mi fa davvero pensare in positivo. Rimango dell'idea però che per ottenere buoni risultati in ambiente digitale ci si debba smanettare sopra ben bene. Un sistema analogico se ha una "pasta" che fa al caso proprio, è molto piu plug'n'play.
Rispondi
Re: Trovo molto autorevole l'intervento di ...
di smilzo [user #428]
commento del 09/12/2013 ore 16:56:25
*** per ottenere buoni risultati in ambiente digitale ci si debba smanettare sopra ben bene. Un sistema analogico se ha una "pasta" che fa al caso proprio, è molto piu plug'n'play. ***

Prendo spunto da questo commento, su cui da anni rifletto... il sistema analogico (effetti, testata, cassa) è plug-n-play? se sì, perchè devo impazzire per sentirmi oltre il bassista, il batterista, perchè se alzo il volume li sommergo, o partono i fischi, o rimbomba il mondo?
Può essere che il suono "isolato" sia buono, ma non sia adatto per suonare in pub o in tutte le situazioni? Che bisogna farlo passare per un SM57 che gli aggiunge l'effetto prossimità (taglia le zanzare e aumenta i bassi), che poi al banco bisogna modellare i bassi per "bucare" il mix... e questo non vale solo per la chitarra, ma per tutti gli strumenti!

E' impossibile microfonare tutti gli strumenti così come sono e suonare felici in un unico impianto (pensiamo di suonare con una cassa spia :// ). Forse... forse il vero plug-n-play è quello degli emulatori digitali, che consento di modellare il proprio suono in modo da sposarsi esattamente con il resto del gruppo.

Magari è solo la farneticazione di un folle sotto le feste di Natale, non lo so... :)
Rispondi
Il problema non è il ...
di cicciospider [user #16989]
commento del 09/12/2013 ore 14:32:0
Il problema non è il suono che esce da un valvolare, che sicuramente ad alti volumi e con una band dietro, può risultare uguale a quello simulato da un pod. Il problema è la differenza che uno prova a SUONARE attraverso un valvolare. E' un po' come andare a correre con gli anfibi oppure con le scarpe da ginnastica: se uno è veloce, lo è anche con gli anfibi, ma allora perché usare le scarpe da corsa?
Rispondi
Re: Il problema non è il ...
di Emiliano Girolami [user #13]
commento del 11/12/2013 ore 13:43:19
Anche secondo me il punto è questo. In generale, se si è soddisfatti del proprio suono, ne risente in meglio anche la qualità della proposta musicale - si suona meglio e con maggiore probabilità di suscitare emozioni in chi ci ascolta. Spesso ho fatto esperimenti di blind test (confronto diretto in sala prove) anche con chitarristi e, vi garantisco, la percentuale dei musicisti che ha scambiato il pod per un marshall è alta. Altre volte mi è capitato di trovare il fonico molto soddisfatto del pod usato come multieffetto per l'ampli a valvole del backline ;-) Dall'altro lato, proprio ieri ho suonato con un phaser analogico (MXR) confrontandolo con uno digitale (TC Electronics) e il primo mi ha commosso... mia noglie ha continuato a giocare coi gatti
Rispondi
Io sono sempre più convinto ...
di Foglio [user #19480]
commento del 09/12/2013 ore 15:30:10
Io sono sempre più convinto che un approccio minimale al rig sia la cosa migliore...
Come detto sopra, uno o al massimo 2 ampli, qualche pedalino in croce, un paio di chitarre e morta lì...
I frigoriferi alla metallozzo anni '80 oppure le pedalboard immense stile frusciante non sono cosa per me...

Detto questo,
Il problema del digitale è che si sforza nel simulare l'analogico... Io propendo ancora per l'analogico...

Invece che puntare a millemila simulazioni dovrebbero concentrarsi su poche ma fatte bene... Il Kemper ha buone potenzialità per il futuro ma deve ancora crescere... Gli altri sono ancora più indietro...

Parlando dei Lacuna Coil, non ho mai sentito dei suoni così di plastica come i loro...

Io, invece, rimango sempre affascinato da uno che conosco che con 2 strato (praticamente uguali) e 2 ampli (un Vox AC30 e un Fender Blues Deluxe) riesce a farmi meravigliare come un bambino davanti alla Nutella...

Ecco cosa voglio, voglio un suono Nutelloso... Un suono caldo, che mi faccia meravigliare... E da quegli accrocchi non esce MAI nulla di simile...

E per tutta onestà, manco dai Marshall da almeno 20 anni a questa parte...
Rispondi
Oggi, nel 2013, avere la ...
di aghiasophia utente non più registrato
commento del 09/12/2013 ore 16:27:13
Oggi, nel 2013, avere la possibilità di 'ascoltare' un buon suono complessivo - che tu sia pubblico o musicista in quell'esatto momento della performance - non è più una chimera. Spesso e volentieri 'un suono bello da sentire' è proprio quello prodotto da un setup digitale. Ultimamente mi sono ritrovato a musicare il lavoro di una compagnia di teatro danza. Eravamo due chitarre: io con la mia Epiphone SG delle "piccole occasioni" e una zoom g5 settata per l'occasione e l'altro amico equipaggiato con Gibson Sg standard+Marshall JCM 600+Blackstar Ht dual+wha wha dunlop+boss tr 2+ehx memory man hazarai.
Ebbene, a fine performance - totalmente improvvisata - un paio di spettatori e buona parte della compagnia, oltre a farci i complimenti per quanto era 'uscito', si sono intrattenuti con me interessati alla "qualità" (parole loro) delle mie sonorità.
Da spie e impianti il 'calore' non vien fuori. Almeno, io non sono mai riuscito a sentirlo. E forse non sono il solo.
Poi c'è sicuramente una questione della chimica tra musicista&li-setup. Ma è un'altra storia.
Rispondi
Io penso questo: è vero ...
di MM [user #34535]
commento del 09/12/2013 ore 16:33:30
Io penso questo: è vero che tanti dischi sono stati realizzati con chitarre direttamente nel mixer, ed è altrettanto vero che in situazioni live, che la chitarra sia microfonata dall'ampli o entri nel mixer tramite un'apparecchiatura digitale, per l'ascoltatore non fa quasi differenza.
È inoltre vero che il digitale, ha fatto passi da gigante... ma in che direzione li ha fatti? .... verso i suoni che hanno fatto (e stanno facendo) la storia; i modelli digitali si ispirano a loro.
Questi suoni sono prodotti dagli ampli a valvole.... lunga vita ai valvolari Fender, Marshall, Vox, Mesa, eccetera eccetera....
Rispondi
e che palle... sta diatriba...
di sibor [user #11654]
commento del 09/12/2013 ore 16:39:13
Provo a dire la mia (per quello che puo' valere)... con sta storia digitale/valvole avete davvero biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiippppp (non si puo' dire)... Vabbe' naturalmente lo sto dicendo in senso scherzoso. Con sta storia non se ne uscira' mai... Secondo me e' assurdo che dei professionisti dicano certe cose o meglio, ha ragione Rothko61 quando dice che questi musicisti dovrebbero ricordarsi di quando suonavano in cantina. Ma dai ma come fai a pargonare il suono che ti puo' tirar fuori un semplice Pod se utilizzato in studi da professionisti a quello che (per quanto bravo e smanettone) puoi tirar fuori dal tuo PA (sempre ammesso che tu ne abbia uno) magari con un mixer beringher.... Cerchiamo di essere un po' obbiettivi ma soprattuto, cari amici professionisti oggetto di questa intervista... siate sinceri. Ottenete quei suoni grazie al digitale perche' siete bravi (e' questo e' vero per certi versi) o perche' grazie ad attrezzature di supporto da migliaia di euro e tecnici professionisti fate cio' che volete???? Io i pod ad esempio li ho avuti tutti fino all'ultimo Hd 500... lo usavo collegato al return dell'ampli, quando lo connettevo al PA era na schifezza, non sono riusciito a farlo suonare bene cosi' come dicevano. E le ho provate tutte. Tutti dicevano "questo prodotto da il meglio di se sui PA" io non ci riuscivo Mah... saro' incapace io. Qualche risultato buono l'ho ottenuto mettendolo nel finale dell'ampli... poi pero' attacco un pedale analogico ad un ampli valvolare (nel mio caso ocd + laney VC30) e sai che fine possono fare tutte le macchine digitali? BIIIIPPPPPP .
Rispondi
Re: e che palle... sta diatriba...
di yasodanandana [user #699]
commento del 09/12/2013 ore 17:01:23
==ma come fai a pargonare il suono che ti puo' tirar fuori un semplice Pod se utilizzato in studi da professionisti a quello che (per quanto bravo e smanettone) puoi tirar fuori dal tuo PA (sempre ammesso che tu ne abbia uno) magari con un mixer beringher...==

hai (in linea di massima) ragione.. ma e' esattamente la stessa cosa se parlamo di ampli e pedali analogici. Nel senso che se hai l'impianto di un livello piuttosto che di un'altro, il suono ne risente anche se si tratta di un equipaggiamento tradizionale, dato che quel microfono che riprende quel cono, passa anche lui da mixer, finale e casse..

il conquibus e' se il suono digitale o analogico e' egualmente valido a livello di sorgente.. poi e', ovvio, che come arriva al pubblico dipende anche da altro..
Rispondi
Re: e che palle... sta diatriba...
di sibor [user #11654]
commento del 09/12/2013 ore 17:19:50
concordo... infatti mi piacerebbe che certe prove con questi aggeggi venissero fatte su strumentazioni che bene o male ogni musicista non professionista (come me) ha a disposizione... secondo me i pareri cambiano... :) . Anzi invito la redazione di accordo di fare anche qeusta prova...
Rispondi
Re: e che palle... sta diatriba...
di yasodanandana [user #699]
commento del 09/12/2013 ore 17:36:3
per me e' piu' che altro una questione di potenza.. nel senso che se si usa un piccolo impianto adatto a malapena ad amplificare la voce sovrastando la batteria, allora meglio l'ampli anche se scarso...

se l'impianto e' decente, ovvero, per esempio, adatto anche ad amplificare la batteria, le tastiere e pure la diretta del basso, in quel caso non e' difficile, con un pre digitale, fare meglio dell'ampli non microfonato.. il pre vince anche per il fatto stesso di arrivare al pubblico nelle casse dell'impianto, quindi qualche metro piu' avanti rispetto agli ampli dietro alle spalle dei musicisti, e per essere "spalmato" su tutto il panorama stereo piuttosto che essere una sorgente puntiforme..
Rispondi
Non so, il tutto non me la conta troppo giusta..
di Dinamite bla [user #35249]
commento del 09/12/2013 ore 16:41:50
.. premesso che non ho pregiudizi, ho provato un pò di tutto.. sono passato dal digitale, all'ibrido, al valvolare (tecnologia che ormai mi supporta da anni). Ho capito che, ok, il discorso del digitale è (sarebbe) bellissimo, e sono anche d'accordo che più si va avanti e più si ottengono migliori risultati. Ma ho capito anche che c'è una componente fondamentale in tutto questo idillio... l'impianto. Si ok le storie del pub, dei 20mq etc., ma quanti di voi suonano su impianti davvero buoni, soprattutto in situazioni minori di cui sopra? Se la chitarra va nell'apparecchio digitale tot. cosa da voce all'apparecchio? Le casse dell'impianto..!!! E quando ho avuto la possibilità di suonare con impianti e fonici su attrezzature professionali (che fanno venir fuori la vera essenza di quello che si sta suonando), ho avuto contemporaneamente la possibilità di portarmi la mia bella testata valvolare con la mia 4x12, a volumi adeguati...e sinceramente ho goduto..e così quelli che hanno ascoltato il mio suono e con cui ho avuto modo di commentare a fine conscerto. Quando mi sono portato dietro roba leggera (ma buona) per andare diretto nell'impianto, risultati pessimi, a causa della qualità dell'impianto (e comunque non una marca delle peggiori)..
Quindi.. l'utilità del digitale esiste e ne sono consapevole, principalmente per ragioni di comodità/spazio.. ma sono poche le occasioni in cui riesca a non sentire la differenza con gli ampli valvolari..
Sarebbe molto più interessante vedere sviluppata la tecnologia ibrida, quindi inserendo questo tipo di processori in macchine combo, con il proprio altoparlante, mettendoci al riparo dalla qualità dell'impianto che utilizziamo.. Lì secondo me sarebbe la svolta.. (va bene si annullano i pregi quali peso ridotto e mancanza di spazio ma almeno si risolve il problema della manutenzione e in generale della minore affidabilità delle valvole..)

P.s. non fatevi incantare dai discorsi dei professionisti citati. Tutti parlano di marchi e modelli ben precisi... sarà un caso? Io sono un grandissimo fan di Davide P., ma non ci dimentichiamo dell'endorsement con dv mark, e che stanno lanciando, facendo enorme pubblicità, il multiamp.. Ottima macchina, per carità, (sono un gran sostenitore del marchio) ma non credo che il giudizio sia del tutto "spontaneo" sinceramente..
non trovate...?
Rispondi
Re: Non so, il tutto non me la conta troppo giusta..
di sibor [user #11654]
commento del 09/12/2013 ore 17:19:28
Dinamite Bla... SANTO SUBITO.... giusto ben detto
Rispondi
Re: Non so, il tutto non me la conta troppo giusta..
di Dinamite bla [user #35249]
commento del 09/12/2013 ore 17:35:31
:-)
Rispondi
Io propendo per sistemi misti. ...
di kelino [user #5]
commento del 09/12/2013 ore 18:19:33
Io propendo per sistemi misti.
Digitale e analogico convivono alla grande.
Quelli intervistati sono endorser...conflitti di interesse?
Rispondi
Re: Io propendo per sistemi misti. ...
di Oliver [user #910]
commento del 10/12/2013 ore 11:42:22
Eh, gli endorsements...
Ho degli amici che suonano in una band metal che ha "fatto il salto" e sta entrando nel giro professionistico. Tutti i componenti sono endorsers... di qualcosa: i chitarristi per gli amplificatori, che sono valvolaroni di gran razza e costo. Poi si scopre che dal vivo tutti i fonici li amplificano... con le direct box, cosa che sembra sia una regola in quegli ambiti musicali. Le loro possenti 4x12 servono solo per sentire un po' del proprio suono sul palco. E neanche tanto, visto che tutti usano gli in-ear monitors :)
Rispondi
...col digitale non ha più ...
di cavern [user #16777]
commento del 09/12/2013 ore 18:39:01
...col digitale non ha più senso possedere una vera strato vintage o un les paul d'annata...
quanto al calore di un vox leggermente imballato ( per non esagerare scegliendo ad esempio un tone king imperial o un orlando white head 15w entrambi piccoli combo...) personalmete con la mia boss gt10 non sono mai riuscito neanche ad avvicinarmi. Sui lead ultrapompati il discorso cambia... ma sui puliti senza delay reverberi ed altro a confondere la pasta sonora per me niente si avvicina al suono del vecchio / nuovo caro valvolare.
Rispondi
Re: ...col digitale non ha più ...
di smilzo [user #428]
commento del 09/12/2013 ore 20:28:09
... ma non potete continuamente tirare fuori che "il digitale" non si avvicina all'originale perchè un una GT10 o un XT non ce la fanno... una cosa è digitale inteso come conversione e trattamento del segnale, un'altra è il prodotto (marca e modello). Ci sono degli ampli a valvole che sono vere ciofeche, e che per fortuna la storia ha seppellito...
La fedeltà dell'emulazione (visto che di questo spesso si parla) dipende dall'algoritmo di calcolo... oramai la conversione digitale è talmente veloce e trasparente che nessun chitarrista che si affidi ad un cavo di qualche metro con jack può lamentarsi... semmai i progettisti non sono riusciti a scrivere un buon codice che replichi ciò che succede nell'ampli... ma mi sembra che Kemper e Fractal siano molto sulla buona strada. A riprova del fatto che buon progetto e realizzazione possono suonare, la digitech con i primi GSP (primi anni '90) aveva fatto degli ottimi prodotti: dei pre, magari scaldati con un po di distorsione valvolare, che nulla avevano da invidiare a soluzioni analogiche. E parliamo di convertitori e DSP decisamente scarsi...
Rispondi
Re: ...col digitale non ha più ...
di luvi [user #3191]
commento del 10/12/2013 ore 10:29:22
Quoto al cubo... ;-)
Rispondi
Re: ...col digitale non ha più ...
di strato78 [user #17091]
commento del 10/12/2013 ore 11:45:43
Sei grande! :)
Rispondi
Mi piacerebbe
di sanmamete [user #4284]
commento del 09/12/2013 ore 18:40:13
Rispondi
il feel sullo strumento
di adagio [user #13118]
commento del 09/12/2013 ore 19:10:13
A me piace molto il digitale, permette di registrare bene, di sperimentare molto, di capire quale direzione prendere anche in un setup del tutto analogico.

Ciò che ritengo invece un "contro" rientra nella dimensione del feel sullo strumento e quindi sulla reale capacità di suonare che va oltre il conoscere solo la tecnica.

Questo molto in sintesi è ciò che penso.
Rispondi
A me piace poco il ...
di cavern [user #16777]
commento del 09/12/2013 ore 21:26:21
A me piace poco il digitale, sento un feel sullo strumento da "preservativo" cio' non toglie che abbia inciso quasi tutte le parti del ns secondo cd a notte fonda, in a casa , col multieffetto+ pc +cubase + scheda audio +cuffie chiuse. ...il tutto in 3 kg ! ...(mentre mia figlia di un anno dormiva beata)....ma mi tengo stretta la slo100 , che usai in registrazione nel primo cd, suonare col master oltre la meta' è una cosa irriproducibile/irripetibile a livello di feeling , di suono SOTTO le dita.
Rispondi
Commenti molto "professionali"... Io (e ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 09/12/2013 ore 23:46:27
Commenti molto "professionali"... Io (e come me molti) che devo andare per pub e non devo registrare niente l'ampli valvolare e qualche pedalozzo sono ancora insostituibili... Rapidi da settare e semplici da usare... Premo il pulsante con piede e faccio l'assolo... 2000 simulazioni non mi servono... E le pedaliere digitali mi inscatolano il suono...
Rispondi
Per chi come me suona ...
di irby [user #32243]
commento del 10/12/2013 ore 00:11:05
Per chi come me suona prevalentemente in pub o localini vari non vedo tutta questa praticità del digitale. Avere una sorgente digitale mi costringerebbe ad avere una buona cassa spia, o in alternativa degli in-ear monitor. In ear monitor che poi dovrebbero avere anche i restanti membri del gruppo. Io faccio cover Rock e l'idea di suonare in cuffia mi fa inorridire, senza contare che il feel tra strumento e ampli va a farsi benedire!!!
Io mi porto il mio fido Bassman 59Ltd e padalboard con i miei pedalini, punto! Gli altri mi sentono, la gente mi sente e io......... godo!!!!
Rispondi
Ho provato qualche pedaliera multieffetto ...
di tigerwalk [user #26344]
commento del 10/12/2013 ore 09:37:05
Ho provato qualche pedaliera multieffetto ma inevitabilmente cerco di simulare il suono del mio Blues De Ville, per la comodità non c'è che dire, la pedaliera è il must ma per il mio suono, al momento preferisco l'amplificatore.
Rispondi
Re: Ho provato qualche pedaliera multieffetto ...
di smilzo [user #428]
commento del 10/12/2013 ore 15:48:05
Cerchiamo di mettere le cose nella giusta prospettiva, scusa se approfitto del tuo post...

Prendiamo il De Ville, così com'è, e tiriamoci fuori un suono metal, uguale a quello di una Dual Recto con stack 4x12, quindi 8 coni, identico suono identico feel.
Secondo me non ce la facciamo neanche con l'ausilio di mille professionisti!

Con questa prospettiva, pensiamo ad uno scatolotto non dotato di finale e cassa (ulteriori variabili) e mettiamolo di fronte all'esigenza (il sogno?) degli utenti: emulare esattamente il suono, pacca e comportamento, contemporaneamente, di un De Ville e un Dual Recto.

Intuitivamente, un altoparlante con un cono da 12 potra avvicinarsi ad un combo con un cono da 12, ma sarà lontano da 8 coni... magari possiamo riprodurre le frequenze, ma non la pacca.

Se ciò che il chitarrista cerca è la pacca, allora un sistema (monitor o PA) adeguato potrebbe fornirle, come scritto nell'articolo... se invece ci accontentiamo di frequenza e comportamenti dinamici (che, richiamo post precedente, sono di pertinenza degli algoritmi del DSP) allora un qualsiasi sistema monitor in grado di adeguato volume (come scrive Yaso sopra) può fare al caso nostro.

Il passaggio ai monitor lo si affronta comunque quando si passa a palchi grandi o situazioni tipo teatro, dove il volume on stage deve essere controllato e consistente; il musicista ci si fa l'orecchio, o meglio il feel, e impara a convivere con pro e contro di questo sistema. Se alle spalle ha l'esperienza di suonare in diretta (emulazioni digitali o analogiche) il passaggio è indolore e naturale.
Rispondi
miti e favole
di fattore k [user #8261]
commento del 10/12/2013 ore 09:57:41
credo anche io che ci siano davvero tanti miti nella nostra testa, ma per la mia infinitesimale esperienza in studio e per le mie conoscenze da un po di tempo credo invece che dietro i grandi suoni ci sia molto meno di quel che pensiamo o meglio non ci siano trucchi ma talento e idee, prendo il caso di the edge che sicuramente ha mezzi smisurati ma guardate questo sound ceck, è lui,la sua( sterminata) strumentazione ed il suo suono vai al link, non c'è p.a. ne studi in mezzo, è il suo suono che poi abbia avuto fior di produttori per renderlo al meglio sia fuor di dubbio, ma è la sua idea di chitarra quindi digitale o analogico dipende secondo me dall'idea di chitarra che si ha, io credo che il vero passo avanti sia usare il digitale non per copiare sonorità ma per crearne di nuove, io ho usato il pod in registrazione per una chitarra punk andante e devo dire che ha funzionato ed è pratico ma in quel caso ho soltanto imitato un sound per comodità non ho provato la parte col mio ac 30 e forse per comodità userò il pod dal vivo ma si tratta di un sound che risulta buono anch ein digitale ma magari poteva non essere così e allora visto che si può scegliere meglio adattarsi e trovare l'opzione giusta in base al risultato, per quanto mi riguarda prediligerei il digitale solo se mi da qualcosa che l'analogico non può darmi in termini di sonorità, per il resto mi compro una 1x12 invece del 2x12, metto le ruote sotto la pedalboard mi sacrifico un po ma se voglio un suon analogico non ci rinuncio
Rispondi
"Molti pensano che il blues, ...
di Claudio80 [user #27043]
commento del 10/12/2013 ore 17:29:20
"Molti pensano che il blues, e dintorni, si possa suonare solo con ampli valvolari e cabinet pesantissimi"...
Anzitutto il blues prima di essere suono è vita, come disse un certo BB King, il blues è "facile da suonare ma difficile da sentire" (Jimi Hendrix), quindi è sentimento, e non c'entra niente avere il suono digitale o analogico anche perchè quella è una conseguenza...i primi suonatori di blues suonavano con un filo di ferro ancorato al muro cercando di intonare le note con una bottiglia a mò di slide!!
io che non sono ne un professionista e ne mi giudico un fonico o esperto chitarrista, ho IMMENSO RISPETTO per tutto ciò che è stato scritto e per gli artisti intervistati...però alla fine leggendo queste righe a uno potrebbe anche venir da pensare che forse tutto il pedalame o ampli di boutique possa essere messo dentro dei processori digitali, et voilà il gioco è fatto...si il suono è nelle mani, però senza certi "tramite" credo sia difficile raggiungere dei fini adeguati.
Personalmente non ho quasi niente contro il digitale, ma è come l'eterna diatriba tra vinile o cd...sono due mondi diversi con concezioni e risultati diversi..
Un saluto.
Rispondi
MI PIACEREBBE
di sanmamete [user #4284]
commento del 10/12/2013 ore 18:22:1

Vorrei proprio sentire gruppi come AC- DC o AIRON suonare con il digitale, il solo pensiero mi fa
scompisciare dalle risate.
Rispondi
Re: MI PIACEREBBE
di coldshot [user #15902]
commento del 10/12/2013 ore 18:42:21
se facessero un disco in studio suonando tutto tramite un axe-fx e non lo dicessero non te ne accorgeresti neppure
Rispondi
Re: MI PIACEREBBE
di yasodanandana [user #699]
commento del 10/12/2013 ore 19:21:58
ma anche con uno zoom..
Rispondi
Re: MI PIACEREBBE
di coldshot [user #15902]
commento del 10/12/2013 ore 19:52:33
sicuramente
Rispondi
Re: MI PIACEREBBE
di sanmamete [user #4284]
commento del 11/12/2013 ore 19:48:12

Ma siccome non lo fanno........... e poi io dicevo o intendevo live.
Rispondi
YASO NON SVELARE TROPPO :-)
di johnp. [user #13005]
commento del 11/12/2013 ore 02:36:10
Ciao a tutti. Parlando da amatore di chitarra, basso, recording e tastiera, con risultati progressivamente dal medio al mediocre, mi sento di dire..

Non parliamo troppo in giro del sapore del graal digitale.. Yaso non svelare troppo :-)
Rispondi
Re: YASO NON SVELARE TROPPO :-)
di yasodanandana [user #699]
commento del 11/12/2013 ore 08:54:20
ormai sono i segreti di pulcinella..
Rispondi
http://www.youtube.com/watch?v=JMmyw1bxzaM ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 11/12/2013 ore 08:53:30
vai al link
Rispondi
si... si.... come dite voi!!!!
di brucetruce [user #19719]
commento del 12/12/2013 ore 20:51:59
Decenni e decenni fa l'introduzione nell'HI-FI esoterico degli ampli a stato solido, vide alzate di scudi in favore della "nuova frontiera" che avrebbe rivoluzionato la riproduzione casalinga della musica esoterica.... Stessa cosa con l'uscita degli ampli surround! Oggi all'alba del 2014 nei negozi SERI di hi-fi se un consumatore da "mercatone" entra e chiede quello che per lui è il massimo dell'alta fedeltà (diciamo per ridere Techincs) rischia: 1)la scomunica 2)nei casi più gravi la lapidazione. Questo perchè gli audiofili (anche quelli meno esperti) sanno di sicuro riconoscere un McIntosh a valvove da un Denon Surround!
Ora se trasliamo il discorso nel settore musica come si può sostenere che una simulazione digitale di, diciamo, Fender Blues Deluxe suona meglio della sua controparte fisica, allor quando vi sono prodotti come Victoria amp, Cornell, 3rd amps, DR Z che per superare l'originale devono scegliere condensatori, potenziometri, coni, alimentatori di altissima qualità, magari con cablaggi point-to-point facendo suonare l'originale stesso (che non a caso costa dalla metà ad un terzo rispetto agli emulatori) come cheap!!!! .......discorso testato più di una volta con blindtest!!!!
D'altra parte se Clapton suona con Cornell taroccati da Fender ci sarà un motivo!!!!! Senno suonerebbe con un Fender Vintage o peggio con una reissue o peggio con una simulazione!!!!!
Discorso che però ammetto in parte non vale a secondo del tipo di musica che si cerca di riprodurre, mi spiego meglio: se si cercano suoni iper hi-gain con compressioni a limite del muro del suono (diciamo metal, shread, e co.) la simulazioni di ampli (alla Soldano e co) è al momento, se non fedele al 100%, alquanto soddisfacente anche con macchine da qualche centinaio di euro (come line6 pod hd da me posseduta); il discorso varia è di molto quando parliamo di musica "rustica", diciamo dal jazz al blues, dal country all'hard rock più roots.
Conclusione: da amante viscerale di SRV trovo delle differenze abbissali tra il suono di "live at el mocambo" con il "live at carnegie hall" ma allo stesso tempo ho riscontrato più di una volta che vi sono anche colleghi chitarristi con non sentono tutte queste differenze..... quindi secondo me l'uso del digitale dipende dal suono che si vuole riprodurre ("crudo:digitale no" o "lavorato:digitale si") dall'interlocutore che può avvertire tali differenze, last-but-not-list dal taluni musicisti che avvertono differenze che non avvertono talaltri musicisti e viceversa!!!!
Detto tutto ciò il video postato da Yaso qui sopra fatto dai Dr WU con Irig è eloquente della qualità della moderna tecnologia, anche se va sempre detto che andrebbe ascoltato con l'hifi di casa (MIA) e non con le micro casse del Pc, e che cmq gia così il suono sembra più che buono ma non certo entusiasmante da farti/ci gridare al nuovo miracolo simulativo-amplificativo!!! ....prob preferisco il suono della strato di clapton uscire dal suo cornell-fender registrato per crossroad 2013 live in nyc: quello si che mi fa gridare...... che suono!!!!
Rispondi
Re: si... si.... come dite voi!!!!
di maurizio lauroja [user #7491]
commento del 13/12/2013 ore 09:30:27
Finalmente qualcuno che sa quello che dice. Per fortuna avete intervistato "professionisti". Certo naturalmente italiani, nulla contro i nostri ma risaputamente inesperti nel creare i magici suoni provenienti da oltremare. O forse tutti quelli che hanno rig pazzeschi di ampli sono dei cretini e dei beoti che amano trasportarsi kg per niente. "

...non è certo spendendo migliaia di € in chitarre arrugginite e vecchi amplificatori spompati che otterranno quello che cercano...".

Forse chi scrive questo e chi è stato intervistato non ha mai provato una strato arruginita del 57 o del 66 o un diavoletto degli anni 70 con i P90. Avete mai provato ad infilarle in un plexi marshall 50w o 100w del 69 oppure in un AC30 JMI del 60 o in un matchless anni 90 o in un super reverb 64, o silver face prime serie? E che dire di un bell'orange anche dei giorni nostri?

Io sono uno di quei pazzi che negli ultimi 35 anni ha raccolto chitarre (circa una decina) e ampli valvolari (più di 20 marshall, fender, orange, matchless ecc..), acquistati perlopiù quando andavano di moda i rack e gli ampli te li tiravano dietro perchè erano "spompati". Ora i rack non li vuole più nessuno e siamo passati al digitale mentre gli ampli che mi tiravano dietro hanno decuplicato il loro valore. Il digitale non farà la fine dei rack anche per una questione di costi e la tecnologia ha fatto senz'altro passi da gigante ma non scherziamo, a meno che non vi piacciano i suoni transistor dell'ultimo metal siamo ancora molto lontani dal suono di un bel valvolare dal vivo o in studio.

Certo l'impegno di trasporto è diverso, anche io che sto lavorando al mio secondo disco uso dei simulatori per i provini ma alla fine quando si tratterà di registrare, i veri ampli faranno la differenza.

Sia dal vivo che in studio per il momento i vecchi rig sono ancora imbattuti e sfido pubblicamente chiunque a dimostrarmi il contrario.

Se volete un piccolo esempio di quanti suoni può fare un buon valvolare in mani sapienti. Provateci con un simulatore... vai al link

ps, non ascoltatelo sulle casse pc, li suona tutto uguale.

saluti.
Rispondi
Re: si... si.... come dite voi!!!!
di brucetruce [user #19719]
commento del 13/12/2013 ore 10:27:53
Aggiungo ed amplio il mio pensiero: ho un ampli brunetti singleman (6v6) fender style, 4 OD/dist boutique (rockbox, timmy, costalab) e ti dico che suonando clean non esiste che la mia line6 hd pro possa emulare il mio segnale "clean" o "crunch", altro discorso se vado sui distorti aggiungo il comp a manetta, ci piazzo (oltre ai dist) il flanger, il chorus, il delay e che ne so.... un pizzico di riverbero! Allora li diciamo che se non alla pari siamo molto ma molto vicini (ho posseduto anche zoom g3, vox tonelab, boss gt8, ho inoltre l'irig), ma quando parliamo di suoni in stile "americana", non c'è verso (per ora.... Poi in futuro boh?) di arrivare ai valvolari di qualità elevata!!!
Rispondi
Re: si... si.... come dite voi!!!!
di smilzo [user #428]
commento del 13/12/2013 ore 12:34:12
***Provateci con un simulatore... vai al link

ps, non ascoltatelo sulle casse pc, li suona tutto uguale.***

Il digitale non riesce a ricreare un suono, ma il digitale riesce a riprodurre quel suono? E un digitale che passa attraverso la compressione di youtube?

Non so se è chiaro il paradosso... se il digitale è responsabile della mancanza di feel allora non potrò mai udire quel feel se non con l'analogico, qualsiasi fonte digitale si frapponga tra fonte e ascolto.
Rispondi
Re: si... si.... come dite voi!!!!
di brucetruce [user #19719]
commento del 13/12/2013 ore 19:04:4
d'accordissimo! tanto è vero che il suono e la pasta dal vivo di un valvolare "reale" è percepibile realmente SOLO live, mentre una riproduzione casalinga sarà fedele SOLO (al max) al 99% ed in maniera direttamente proporzionale rispetto all'impianto usato ...ma non arriverà ovviamente mai al 100% ....e questa decadenza verso il basso vale anche nel confronto LP vs CD, per non parlare CD vs MP3!

C'è però un'ultima differenziazione da fare:
AMP MODELING (line6 hd pro, boss gt, zoom g3-5) VS AMP PROFILING (Kemper) se la prima parte da un concetto apparentemente più semplicistico, al momento (e secondo me proprio concettualmente) ha intrinseche incapacità strutturali nel sviluppare al 100% la realtà del suono vero, al contrario trovo che il PROFILING è la vera genialata che "potrebbe" rivoluzionare da qui a 5/10 anni il mondo del playing chitarirstico in modo definitivo!!!!

Al momento 1500 euris sembrano un ostacolo difficile (anche mentalmente) da affrontare dal chitarrista medio (non professionista) ma se si paga una hd500 intorno ai 500 euri il giorno che un hardware profiling costerà intorno ai 6/700 euris (e l'economia di scla ci mostra che prima o poi questo accadrà) sono sicuro che vedremo sempre più macchine di questo tipo.

Come vedi, non sono contro la tecnologia, ma per ora le macchine player-consumer medie (line6 hd pro, boss gt, zoom g3/5, etc etc) secondo il mio orecchio non arrivano (e neanche si avvicinano) ai clean reali di ampli con componentistica di altà qualità..... diciamo boutique così ci capiamo!!!

.....ma aspetto con ansia di mettere le mani su un Kemper 2 o 3 o 4 che sia il giorno che costerà...... di meno!!!! almeno potrò avere "profili" di Plexi, Mesa, Dr z, Cornell, etc senza dissanguarmi!!!!!

Let the music play!!!!
Rispondi
Re: si... si.... come dite voi!!!!
di smilzo [user #428]
commento del 14/12/2013 ore 17:10:05
Il "profiling" (tone matching per l'Axefx) altro non è che un software che setta diversi parametri di un algoritmo minimizzando una funzione di distanza tra due segnali.

Il profiling è usato da anni dai tecnici Line6, Boss, etc... la vera furbata del Kemper è renderlo disponibile agli utenti.

Diverso è il discorso modeling: i vecchi algoritmi utilizzavano funzioni matematiche, più o meno complesse. I nuovi utilizzano i "modelli fisici", ossia delle relazioni matematiche che descrivono il comportamento di un oggetto (un circuito); la forza dei modelli fisici è che ci possono essere interelazioni tra oggetti che si realizzano dinamicamente.
Rispondi
ValvBit
di Steven6336 [user #38845]
commento del 13/12/2013 ore 08:38:46
Ciao,

Credo nella concomitanza d'uso delle due tecnologie.
L'esplorazione e la sperimentazione, nel momento in cui si rivelano utili, ovvero permettono di ottenere risultati utili musicalmente, sono sempre benvenuti anche se percorrono strade apparentemente fuori logica.
Per questo il digitale è da intendersi utilissimo.
Si devono tuttavia fare i conti con la natura stessa: tutto è analogico.
E così il nostro orecchio, le nostre percezioni.
Utilizzando al meglio la sinergia Digit > Analog, credo si possa prescindere da qualsiasi preconcetto e mirare al risultato sonoro.

Rimango comunque dell'opinione che le dinamiche del funzionamento e le modalità di pilotaggio degli speaker proprie dei tubi, almeno attualmente, non sia ancora possibile emularle a dovere, soprattutto in condizioni di lavoro live.

La coppia "Stadio finale" > "Speaker" ed il loro modo di interagire, secondo me, è ancora da considerare un mondo a parte.

Ciao,
Steve

Rispondi
Siete ridicoli
di caramellasenzagusto [user #39416]
commento del 15/12/2013 ore 11:07:55
Leggere i vostri commenti è un qualcosa di demoralizzante. State a farvi delle seghe mentali assurde su pedaliere, testate, impianti, cabinet, microfonazione e compagnia bella, sulle differenze tra studio e live, spendete migliaia di euro in apparecchiature per suonare 6-7 volte all'anno (se va bene) nel pub/localino di merda sotto casa, o alla Festa del Tortello di Segrate(MI). Manco doveste andare in tour con i Rolling Stones. State qui a rivangare i bei tempi andati perché "cioé, l'analogico è tutta un'altra cosa, ha un suono più caldo" senza prendere minimamente in considerazione che l'ascoltatore (ma anche il chitarrista) medio non è minimamente in grado di riconoscere la differenza tra una simulazione ed un ampli vero (come sottolinea giustamente Chris Migliore) e che la vostra esperienza d'ascolto è falsata dai vostri preconcetti. Tirate merda sul digitale perché sotto sotto sapete di essere dei coglioni ad aver speso 2000 € per un amplificatore che sfruttate massimo al 20% della potenza e che, ripeto, usate massimo una manciata di volte all'anno. Siete ossessionati dal possesso, vi comprate la chitarra costosa, l'ampli costoso, li mostrate orgogliosamente ai vostri concerti del cazzo. Vi atteggiate a musicisti realizzati, fate bei discorsi, usate paroloni. Tutti fenomeni, peccato poi che finalizziate il tutto a riprodurre sound di trent'anni fa, idee di qualcun altro, senza provare minimamente a metterci del vostro. Perché tanto la musica di oggi è una merda, il musicista vero suona Knockin'on heaven's door con assolo di 25 minuti, il digitale è finto, è tutta roba plasticosa. Aveste poi minimamente idea delle conoscenze di matematica e analisi numerica necessarie per programmare simulazioni digitali (che siano ampli o sintetizzatori), probabilmente vi ricredereste. Ma no, restate pure lì dove siete, nella vostra mediocrità.
Rispondi
Re: Siete ridicoli
di maghero60 [user #38794]
commento del 21/12/2013 ore 11:53:04
Eh no!
prima di tutto un po' di rispetto per gli interlocutori e un po' di moderazione nei termini sarebbero sicuramente graditi.
Passando poi alla materia sulla quale stano dibattendo vorrei dire alcune cose.
- Si riconosce benissimo la differenza fra suono digitale e analogico, sia in studio che ancor più dal vivo. Il suono digitale è freddo e vuoto.
- L'enorme lavoro che sta dietro alla simulazione di un amplificatore o alla progettazione di un sintetizzatore non interessa poi molto, e ci interessa ancora meno se il risultato è quello che sentiamo.
- Anche se non siamo dei professionisti possiamo avere un orecchio raffinato (la maggior parte delle volte questo è un dono di natura) ed educato all'ascolto musicale (questo si può apprendere con gli anni); non è poi importante quante volte suoniamo: la musica è emozione e l'ascolto di essa avione in contesti più o meno professionali (sia che si ascolti o che si suoni).
- Il suono analogico è naturale, il suono digitale è artificiale. La differenza tecnica sta negli armonici che nel digitale vengono tagliati. Fino a qualche anno fa coesistevano le trasmissioni televisive digitali ed analogiche: se passavi repentinamente da un canale analogico ad uno digitale che trasmettevano la stessa musica rimanevi sconvolto dalla corposità dal suono analogico in confronto a quello digitale.
- Gli amplificatori per chitarre elettrica analogici hanno un suono bello e corposo, gi amplificatori digitali cercano di imitarlo ma hanno un suono freddo e povero. Anche quali più costosi, senza alcun dubbio.
- Capisco le esigenza di costo e di trasporto e quindi sia benvenuta l'evoluzione digitale del suono. Ma è una cosa talmente diversa da non doverla nemmeno paragonare, solo da fruire accontentandosi.
Rispondi
Re: Siete ridicoli
di caramellasenzagusto [user #39416]
commento del 23/12/2013 ore 15:50:50
>Eh no!
>prima di tutto un po' di rispetto per gli interlocutori e un po' di moderazione nei termini sarebbero >sicuramente graditi.

Finché il livello della conversazione è questo non c'è nessun motivo per essere rispettosi.

>Si riconosce benissimo la differenza fra suono digitale e analogico, sia in studio che ancor più dal >vivo. Il suono digitale è freddo e vuoto.

"Freddo" e "vuoto" sono concetti astratti, aleatori e soggettivi. Nel 2013 le simulazioni sono fatte talmente bene che per l'ascoltatore medio è difficilissimo riconoscere le differenze. Aggiungiamo poi che, in studio, tra compressione sugli strumenti e compressione nel mastering, il prodotto finale perde dettaglio e le differenze sfumano ulteriormente.

>- L'enorme lavoro che sta dietro alla simulazione di un amplificatore o alla progettazione di un >sintetizzatore non interessa poi molto, e ci interessa ancora meno se il risultato è quello che >sentiamo.

Se l'atteggiamento di apertura mentale e curiosità nei confronti del mondo che ti circonda è questo, tanto vale che ti costruisci una macchina del tempo (il tempo non esiste) e te ne torni direttamente negli anni '60.

> Il suono analogico è naturale, il suono digitale è artificiale. La differenza tecnica sta negli >armonici che nel digitale vengono tagliati. Fino a qualche anno fa coesistevano le trasmissioni >televisive digitali ed analogiche: se passavi repentinamente da un canale analogico ad uno >digitale che trasmettevano la stessa musica rimanevi sconvolto dalla corposità dal suono >analogico in confronto a quello digitale.

Se il suono analogico è naturale, mi indicheresti su quale albero crescono le valvole e i coni? Io credevo che gli amplificatori fossero un prodotto del lavoro umano. Nessuno ha mai detto che tecnicamente i due suoni siano uguali, semplicemente l'orecchio medio non è in grado di distinguere la differenza. Rimanevi sconvolto tu, il restante 99% della popolazione mondiale non avrà neanche notato la differenza.

Rispondi
Re: Siete ridicoli
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 23/12/2013 ore 17:48:50
"Finché il livello della conversazione è questo non c'è nessun motivo per essere rispettosi."

Di motivi ne hai due: manuale dell'Accordiano e regolamento, che ti sei impegnato a rispettare all'atto dell'iscrizione e che ti invitiamo a rileggere fino al tuo ritorno. Buone feste. ;)
Rispondi
Re: Siete ridicoli
di maghero60 [user #38794]
commento del 23/12/2013 ore 17:55:25
caro caramellasenzagusto,
se non hai capito quello che intendevo dire allora possiamo chiudere qui la discussione.
Ti auguro un sereno Natale.
Rispondi
Re: Siete ridicoli
di Cattublepa [user #36736]
commento del 17/09/2014 ore 00:54:43
Ben detto!
Pienamente d'accordo con te sui concetti amplificazione ed educazione...
Rispondi
Altro da leggere
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
La ricerca è nel basso: Adam Getgood e Sheldon Dingwall raccontano l’NG
Il Nucleo di Paul Davids raccontato e ascoltato con Cornerstone
Live Music Camp: la "vacanza didattica musicale" a SHG Music Show 2024
Dalla chitarra alla batteria: la band si incontra da Bomap a SHG Music Show 2024
A SHG Music Show 2024 brinda con noi, e con Baladin
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
Mini Humbucker FG Mini-H SP-1
Fattoria Mendoza Hi-Crunch: il fratello arrabbiato dell'M
Harley Benton Tube5 combo: sei bella quando strilli
Parliamo di analogico!
Sistemi digitali per cinquantenni soddisfatti
Impressioni a freddo sul Neural DSP Quad Cortex
Acquistare strumenti musicali in Gran Bretagna: come funziona il dazio...
Basi o Altezze?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964