VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
 Matt Schofield: esercitarsi sulle scale è uno schifo
Matt Schofield: esercitarsi sulle scale è uno schifo
di [user #17404] - pubblicato il

Abbiamo chiesto a Matt Schofield,chitarrista blues del momento, quale sia il suo rapporto con lo studio e l'esercizio. La sua risposta prima ci ha ammutolito. Poi abbiamo appeso il suo poster nella redazione di Didattica. Eroe assoluto.
Non ho un vero rapporto con lo studio e l'esercizio: suono e basta. Mai nella mia vita, in ventiquattro anni di attività musicale, mi sono seduto, chitarra in mano, dicendomi “ora farò degli esercizi”. Però avevo la chitarra in mano, tutti i giorni. Non ho mai pensato di diventare un chitarrista, ho sempre cercato solo di fare musica. Non ho mai suonato una scala come si fa quando ci si esercita, perché mi fa schifo! Cercavo piuttosto di trovare delle melodie e imparare qualcosa in quel modo. Tutto ciò che ho imparato l'ho imparato come effetto collaterale del cercare di fare musica, se capisci cosa intendo. 
Attraverso il cercare nuove melodie, nuovi fraseggi o lavorando su una canzone ho imparato cose nuove; ma non ho mai lavorato su tecniche specifiche come migliorare il mio vibrato o qualsiasi cosa del genere. Ho solo suonato e cercato di fare suonare bene alle mie orecchie ciò che suonavo. E' quasi una visione egoistica: è come se volessi compiacere me stesso; quando suono voglio fare provare a me stesso le stesse sensazioni che provo quando ascolto Albert King o Jimi Hendrix. Queste cose mi caricano di eccitazione quando le ascolto! 
 
 Matt Schofield: esercitarsi sulle scale è uno schifo
 
Così, quando suono, provo a fare uscire lo stesso feeling dalla mia chitarra: questo è quello che conta per me, più che conoscere il modo misolidio. A questo punto della mia carriera ovviamente conosco questi aspetti ma solo grazie al fatto di aver sempre cercato di fare musica. E' un approccio molto più lento di sicuro, ma quelle cose (le scale, gli esercizi, i modi…) non mi divertono. Voglio divertirmi ed essere creativo, perché è arte, alla fine. Per me fare esercizio è come essere un pittore che si allena con diversi tipi di pennello senza dipingere mai niente. Io invece cerco sempre di dipingere qualcosa, usando un pennello di un'altra dimensione o un altro colore. D'altro canto non sono un musicista versatile, perché suono solo come so suonare. Quello che sentite è quello che faccio, non potrei fare un concerto county, e mi perderei completamente su uno standard jazz. Ho dovuto fare una scelta quando ero molto giovane: essere me o essere qualcos'altro. Probabilmente avrei potuto fare molti più soldi se fossi stato un musicista più versatile, ma posso solo suonare quello che mi esce, non posso fare altrimenti; è come se il mio cervello si rifiutasse di farmelo fare (risate). Sono un grande appassionato di scienza e so che è una questione di emisferi cerebrali, destro e sinistro. Anche se non so di preciso quale dei due io utilizzi mentre suono la chitarra, so che è la parte che si attiva inconsciamente quando suono sul momento. Se usassi il cervello per ragionare o analizzare quello che sto per fare non riuscirei a suonare. Ho avuto anche esperienze come session man per delle produzioni pop quando mi sono trasferito a Londra: alla prima giornata di studio non riuscivo a suonare ciò che il produttore voleva che suonassi, perché suonavo ciò che piaceva a me e che per me suonava bene. Ma non era ciò che il produttore voleva, e alla fine dissi “forse dovresti chiamare qualcun'altro, non credo che questo sia ciò che fa per me”. E non ho mai più fatto un altra session nella mia vita. 
 
 Matt Schofield: esercitarsi sulle scale è uno schifo
 
Se qualcuno mi chiamasse e volesse inserire Matt Schofield sul disco allora andrebbe bene, ma se volessero farmi suonare qualcosa che non sono io non riuscirei. Adesso mi sento a posto con questa cosa, ma ho dovuto fare le mie scelte (risate). E così sono stati anche i miei eroi: Albert King suonava come Albert King. Non penso tornasse a casa dopo un concerto mettendosi a suonare cose country e chicken picking (risate). Così, come anche molti altri tra i grandi nella storia della chitarra moderna, come Carlos Santana (…e premetto che non ne sono un grande fan). Santana suona praticamente lo stesso assolo in ogni canzone, ma è Carlos Santana quando lo senti! Io ho sempre cercato di ottenere quella mia voce personale, ma è un lungo viaggio, è un percorso lungo una vita. A volte è quasi quello che non suoni che fa la differenza: è questione di togliere cose dal tuo playing che non siamo al cento per cento tue. Ed è facendo così che io ho imparato più cose. Cercandole dall’interno, rispetto a cercare di impararne di nuove ma che non mi appartengono. Sto cercando di suonare sempre di più come me.
 
lezioni matt schofield
Nascondi commenti     109
Loggati per commentare

Questo è il più bell'articolo ...
di aleck [user #22654]
commento del 15/01/2014 ore 15:11:04
Questo è il più bell'articolo che io abbia mai detto.

Finisce presto tra i preferiti.

E' sacrosanto.
Rispondi
Ecco...mi ha mandato in TILT! ...
di Carrera [user #31493]
commento del 15/01/2014 ore 15:15:56
Ecco...mi ha mandato in TILT!
Rispondi
bello, però...
di f.n [user #3760]
commento del 15/01/2014 ore 15:19:15
C'è una via di mezzo e, personalmente, me ne accorgo quando mi capita di passare qualche mese a studiare più del solito, fare e rifare scale, provare i rivolti degli accordi in varie posizioni, etc etc.

Beh, se mi rimetto a suonare quello che mi piace, cioè fingerstyle, anche se ho fatto altro, me ne accorgo non poco che suono meglio e sono più preciso e consapevole.
Quindi il giusto sta, a mio avviso, nel mezzo.

L'invito a "non studiare" implicitamente può contenere un invito a giustificare mediocrità e presunzione, poiché è come dire: "sono già imparato" e "io suono così perché è personalità...".
E' un po' troppo auto auto-assolutiva come cosa.

Il talento è talento, e non ci sono cazzi, ma se non ti fai il mazzo non si migliora.
Punto.

Fede
Rispondi
Re: bello, però...
di Marco536 [user #38835]
commento del 15/01/2014 ore 15:23:18
Mi hai anticipato di un minuto. La penso come te

Marco
Rispondi
Re: bello, però...
di yasodanandana [user #699]
commento del 16/01/2014 ore 08:39:21
mentre in generi "colti" c'e' una certa corrispondenza fra studio e riuscita, nei generi "popolari(rock, pop, blues, folk, soul ecc. ecc.)" la varieta' e' massima.. funziona e piace chi si esercita, chi non si esercita, chi suona e basta, chi suona tutti i giorni, chi prende lo strumento in mano una volta al mese, chi lo prende solo sul palco con tutte le varianti possibili e immaginabili...

uno deve fare le cose perche' gli piacciono.. uno studia se sente che in quel modo va in una direzione che gli interessa percorrere, non perche', in assoluto si deve fare cosi'...
Rispondi
Demotivante
di Marco536 [user #38835]
commento del 15/01/2014 ore 15:20:22
Mi trovo in totale disaccordo con quanto detto nell'intervista. Il messaggio che traspare è : o sei nato con la musica nel sangue o lascia perdere.
Didattica non è solamente noia. Esercizi non sono sempre noia. Il bagaglio culturale di un artista deve essere sempre più ricco e la didattica deve essere considerata uno stimolo per placare la sete del sapere.
Penso che il messaggio "suono quello che mi pare come mi pare" è fuorviante e supponente nei confronti di chi dedica del tempo a capire cosa suona senza limitarsi al saper suonare.
Massimo rispetto a chi dedica ore allo studio.

Marco
Rispondi
Re: Demotivante
di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 15/01/2014 ore 15:27:46
Ciao Marco,
Matt nell'intervista non dice affatto che sia inutile esercitarsi.
Semplicemente prende le distanze dall'esercizio nella forma più stereotipata e accademica a favore del semplice suonare. Lo dice chiaramente: non mi esercitavo mai, ma suonavo sempre. Ero con la chitarra in mano tutto il giorno. Tra i tanti chitarristi che abbiamo intervistato Marty Friedman è per esempio uno che ci ha raccontato di aver avuto una formazione simile. Di aver suonato canzoni allo sfinimento e di aver passato giornate, mesi, anni barricato in sala prove. Ma di aver investito pochissimo tempo a esercitarsi in maniera tradizionale.
Massimo rispetto a chi suona bene ed è felice di quello che suona. Quale che sia la strada attraverso la quale è riuscito a farlo.
Rispondi
Re: Demotivante
di Guycho [user #2802]
commento del 17/01/2014 ore 11:15:39
quale parte della frase "Però avevo la chitarra in mano, tutti i giorni" non ti è chiara?

Cosa c'entra la sete del sapere: si parla di musica, mica di scienza.
Rispondi
Re: Demotivante
di Marco536 [user #38835]
commento del 17/01/2014 ore 12:07:23
La tua domanda sarcastica denota la poca propensione alla discussione ma dato che sei stato palesemente stizzito dal mio intervento ti rispondo con una semplice domanda. La sete di sapere è solo riconducibile alla scienza? E in ogni caso la musica è molto più vicina alla matematica e alla logica di quanto si pensi all'inizio degli studi.
Se ti senti ferito anche da questa risposta non so che farci ma prova ,sempre se ci riesci, ad articolare un intervento in modo più propositivo.
Rispondi
Re: Demotivante
di Guycho [user #2802]
commento del 18/01/2014 ore 21:16:24
La sete di sapere con la musica non ha niente a che vedere. Persino un ignorante può fare musica.

Non è possibile articolare un discorso con premesse che nulla hanno a che vedere con una espressione artistica. E' proprio il tuo modo di vedere la cosa che non va, soprattutto quando si parla di "musica leggera".
Rispondi
Beh più o meno quello ...
di George S.L.A [user #10210]
commento del 15/01/2014 ore 15:24:21
Beh più o meno quello che dice Slash da circa 30 anni, solo che poi viene sempre additato come poco tecnico e ripetitivo, ma da circa 30 é sempre il numero 1, o quasi ;-)
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di francesco72 [user #31226]
commento del 15/01/2014 ore 17:43:1
molto quasi.
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 15/01/2014 ore 18:38:14
molto, molto, molto quasi.
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di George S.L.A [user #10210]
commento del 15/01/2014 ore 21:22:17
Beh sicuramente tu hai scritto svariate hits mondiali per affermare questo!!
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 15/01/2014 ore 23:24:21
Assolutamente no. Sono un autentico sig. nessuno non più competente di chi afferma che Slash è un n.1 da 30 anni
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di dfatwork utente non più registrato
commento del 16/01/2014 ore 01:14:58
si, è "un" numero uno..
;-)
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di diaul [user #33456]
commento del 16/01/2014 ore 08:16:15
Anche per me Slash è un numero 1, e purtroppo (o per fortuna) quando si parla di lui c'è sempre chi lo deve denigrare a torto o a ragione....a riconferma che è un numero uno!
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di Aleblues [user #26889]
commento del 16/01/2014 ore 10:16:38
Ma vogliamo parlare di Gilmour? Di Clapton, Steve Ray Vaughan, B.B. King, Buddy Guy, Albert King, Jimy Hendrix? Sono tutti autoditatti che tutto hanno fatto tranne che studiare scale, hanno preso la chitarra in mano ed hanno suonato, e fatto dei loro generi un mito, hanno fatto proprio la storia, alla faccia della tecnica! Loro ti trasmettono feeling, ti fanno venire la pelle d'oca durante un solo, sono espressivi e creativi, comunicano, sono profondi. Alla faccia di una Steve Vai qualunque, sono assolutamente daccordo con quest'articolo!
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di LaluChuck [user #35051]
commento del 16/01/2014 ore 14:20:27
Hai una visione tutta tua di cosa sia la musica e la chitarra...pensi davvero che Gilmour o Hendrix fossero degli ignoranti e che Steve Vai sia solo una specie di dattilografo della chitarra? Andiamo bene.....questi articoli fanno un sacco di danni a mio parere
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di Mamo1963 [user #15833]
commento del 17/01/2014 ore 05:24:53
La verità sta nel mezzo. Un Maestro mi spiegò come funziona. La teoria applicata al tuo strumento, cioè l'uso di determinate scale e intervalli su determinati accordi e centri tonali sono il tuo bagaglio di conoscenze e sono gli attrezzi che usi per la tua creatività. Come fossero gli attrezzi che un muratore usa per costruire una casa. Più attrezzi hai, meglio è perché puoi scegliere come costruire e hai più possibilità di scegliere cosa costruire, la forma della casa. Poi, se sei un genio, magari ti basta una cazzuola, che nel tuo caso potrebbe essere una pentatonica adattata. Però dovresti essere un genio, ma in giro non è che ce ne sono poi così tanti. Da allora cerco anche di trovare più attrezzi che posso, di provarli e di usare quelli che a me piacciono di più. Perché un genio io non sono. :)
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di LaluChuck [user #35051]
commento del 17/01/2014 ore 09:01:4
Sono totalmente d'accordo. E' da presuntuosi dire "Gilmour non conosce la musica e allora posso facela anche io".
A parte il fatto che vorrei vedere dove certa gente se l'è sognato che i chitarristi meno concentrati sulla tecnica non conoscono a menadito il manico della chitarra e l'armonia, mi pare presuntuoso come discorso, dato appunto che nessuno di noi, credo, è un genio. Di quelli ce n'è proprio pochi
Rispondi
Vero in parte...
di voodooman [user #8538]
commento del 17/01/2014 ore 10:30:47
Anche loro a loro volta hanno in realtà studiato. Hendrix ha "studiato" Muddy Waters, SRV ha fatto lo stesso per Hendrix e Albert King, Clapton idem con Big Bill Broonzy...
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di Xattaccabis [user #35834]
commento del 19/01/2014 ore 22:56:10
ahem...premetto che Hendrix e Gilmour sono le stelle più luminose nel mio personale firmamento chitarristico.
In secondo luogo mi permetto di spezzare una lancia a favore dello Steve Vai qualunque, che a 22 anni contribuiva a questa meraviglia:
vai al link
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di Spottyblu [user #29356]
commento del 23/01/2014 ore 19:26:43
Confermo ad un concerto tanti e tanti anni fa andai per sentire il grande Frank, non conoscevo nessuno della sua orchestra, e rimasi abbastanza deluso quando lui prese la sua bacchetta e cominciò a dirigere, neanche imbracciando la chitarra, ma dopo un po' sentire il suo giovane chitarrista mi mandò in brodo di giuggiole, Frank fece qualche pezzetto, pochissimo, nel suo stile inconfondibile, ma con amici, decidemmo che del feel chitarristico non c'eravamo persi niente. Chi fosse il giovane chitarrista lo scoprimmo più tardi. Comunque risentito nei dischi non mi ha più dato la stessa sensazione anche se non si può non riconfermare il giudizio di un manico eccezionale.
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di drfella [user #33044]
commento del 19/01/2014 ore 16:07:1
Mai stao un fan di slash,
Ma trovo incontrovertinile per chi sa di chitarra che fa le solite cose "da Dio" e con un suono
Della madonna. Non é da tutti, e si, é un numero uno negli ultimi 30anni
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di LaluChuck [user #35051]
commento del 16/01/2014 ore 10:15:04
Numero uno dei bend stonati oppure di bevute di birra? Illuminaci :)
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di rickyfigoli [user #36535]
commento del 16/01/2014 ore 13:54:06
Beh, Slash a 20 anni scriveva hits rimaste scolpite a fuoco nella storia del rock, scritto soli che sono altrettanto impressi nella memoria collettiva di generazioni. Si, credo dopo una certa età post adolescenziale non abbia avuto troppo tempo per studiare, si faceva come un asino, sbronzo come un animale e calcava palchi davanti a 100000 persono piu o meno in tutto il mondo con l'ultima grande rock band della storia del rock, aspettando di rientrare nel backstage dove n.signorine lo aspettavano per toccargli il "cilindro" Evidentemente live era deludente, è vero, imparagonabile al confronto dei fenomeni suoi contemporanei. Avreste voi voluto essere Slash a 20 anni pur stonando i bending??? Io si, fanculo i bending!!!
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di poseidon [user #30697]
commento del 16/01/2014 ore 22:06:52
diciamo pure che un bending sbagliato di Slash vale comunque di più dell'intera discografia di malmsteen
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di antales [user #4163]
commento del 17/01/2014 ore 14:33:45
ma cosa avrà poi fatto di male il povero Yngwie per essere sempre tirato in ballo a sproposito?
Mah!
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di rickyfigoli [user #36535]
commento del 17/01/2014 ore 15:49:33
Secondo me é colpa delle collane d'oro e dell'invidia per come calcia i plettri con pantalone di pelle attillato...
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 16/01/2014 ore 23:19:05
trovo slash e la sua musica insopportabile, d'altra parte il mio gusto mi dice cosi'.. pero' in effetti non si contano le star della musica rock che non hanno alcuna esperienza di studio alle spalle... per cui se uno vuole fa bene a studiare, ma non ce n'e' alcuna necessita' assoluta...
Rispondi
Re: Beh più o meno quello ...
di diaul [user #33456]
commento del 17/01/2014 ore 13:34:4
Perfettamente d'accordo.
Rispondi
di Salvog [user #26748]
commento del 06/11/2015 ore 08:00:47
Scusami George, ma che Slash sia il numero uno e anche da parecchi anni, è un’affermazione decisamente discutibile. Dovremmo guardare la cosa da un punto di vista oggettivo, senza mettere in conto i nostri gusti musicali.
Rispondi
Grande...
di Dinamite bla [user #35249]
commento del 15/01/2014 ore 15:56:2
Questo per schiaffeggiare moralmente quelli che si elevano a grandi professionisti, che prima di presentarsi con nome e cognome ti fanno leggere il curriculum, per farti capire di non essere degno di parola..
poi prendono in mano lo strumento.... e sono risate..
Rispondi
E' una cosa soggettiva
di dave11 [user #15660]
commento del 15/01/2014 ore 16:09:05
Io penso che sia una cosa soggettiva, per Matt (e per molti altri) è stata la strada giusta, per tanti altri può non esserlo, dipende dagli obbiettivi che ci si pone.
Se uno vuole fare il turnista, e quindi avere la conoscenza di molti generi e la tecnica per cavarsela in ogni situazione, questo approccio non funziona (come ammette lo stesso Matt!).
Anche io preferisco suonare piuttosto che fare esercizi ripetitivi, anche se ritengo che questi siano più efficaci, ma il mio obbiettivo non è quello di avere una tecnica avanzata.
Certo è che quando mi sono posto l'obbiettivo di imparare a fare assoli non pensando alle scale, ma pensando agli accordi, ho iniziato a fare un lavoro, senza il quale non sarei riuscito a combinare niente (e ancora ho moltissima strada da fare).
Rispondi
Bè si.. interessantissimo articolo, problema ...
di stevierayfra [user #31114]
commento del 15/01/2014 ore 16:11:13
Bè si.. interessantissimo articolo, problema che per noi comuni mortali o comuni schiappe (come me) lo studio è fondamentale..
Io credo che "suonando" solamente non arriverei mai da nessuna parte !
Rispondi
In quest'intervista a parer mio ...
di Claudio80 [user #27043]
commento del 15/01/2014 ore 16:25:29
In quest'intervista a parer mio c'è del vero assoluto...
lo studio è FONDAMENTALE!!!ed ognuno di noi studia con il metodo a lui più congeniale.
Certamente come qualcuno ha scritto prima di me, la verità sta nel mezzo...Matt Schofield lo spiega chiaramente; lui si è esercitato tanto, ma a modo suo, ha studiato con una sua intenzione personale, cioè suonando quello che sentiva in termini di feeling quindi cercando di tradurre in musica per mezzo della chitarra quello che è stato il risultato della sua ricerca sullo strumento e sulla musica...
Ha citato per fare un esempio Albert King e Jimi Hendrix; e ho capito cosa voleva dire...loro pensavano in termini di feeling, che poi (sopratutto Jimi Hendrix) ammesso che lo sapesse, fosse proprio interessato a sapere che in un certo brano stesse usando il modo misolidio o locrio ho qualche dubbio, ma questo è un discorso a parte..
Il mio punto di vista sta quindi proprio a metà strada, cioè che bisogna sia studiare tutto ciò che è utile per conoscere la musica ed il proprio stumento, ma allo stesso tempo non bisogna diverntare schiavo dello studio troppo accademico, concentrandosi in egual misura un pò su di uno e un pò su dell'altro..
E comunque le scale servono, eccome se servono.....
Un saluto.
Rispondi
Re: In quest'intervista a parer mio ...
di paoloantoz [user #34874]
commento del 15/01/2014 ore 16:34:36
Direi che la tua "frase firma" riassume tutto l'articolo! ;)
Rispondi
Schofield sta parlando di come ...
di paoloantoz [user #34874]
commento del 15/01/2014 ore 16:32:5
Schofield sta parlando di come lui abbia maturato la sua musicalità e le sue doti chitarristiche cercando di produrre sempre la musica che sente dentro. Spesso ci si sofferma molto sul suonare esercizi fino allo sfinimento senza dare rilevanza a quello che è alla fine il concetto chiave del perchè abbiamo preso in mano uno strumento: fare musica.
Rispondi
Ha ragione Matt e non ...
di gigswiss [user #35314]
commento del 15/01/2014 ore 16:39:31
Ha ragione Matt e non mi sorprende.
Chi vuole avere la propria voce riconoscibile e unica deve comportarsi così: suonare quello che gli viene; allenarsi coi propri riff e il proprio vocabolario non dimenticando di ascoltare tantissima musica.
Chi vuole fare il session man, il chitarrista professionista o l'insegnante deve studiare, allenarsi, ancora studiare e ancora allenarsi.
Non penso che qualcuno possa credere che Jimi, Eric, Keith, Jeff, Pete, Stevie, Mark abbiano mai passato molto del loro tempo a massacrarsi le palle con noiosissime ripetizioni di scale, modi ecc.
Probabilmente i vari Colombo, Varini come anche Tommy Tedesco o Tim Pierce invece hanno dedicato ore allo studio e sono tecnicamente e teoricamente molto più preparati e possono affrontare qualsiasi brano. Ma noi li conosciamo forse per la loro particolare voce musicale?

Rispondi
è musica..come sempre non c'è un regola
di MrGi [user #33656]
commento del 15/01/2014 ore 16:59:06
c'è chi ha un talento SMISURATO (Van Halen, SRV, Guthrie Govan..) e gli è bastato
C'è chi ha una tecnica SMISURATA (Petrucci, Gilbert..) e gli basta
C'è chi li ha entrarmbi (Satriani, Vai..)

tutti hanno in comune una sola cosa: suonano SEMPRE e DA SEMPRE..

ognuno trova la sua strada...il risultato è comunque eccellente se ci dedichi tutto quello che hai.

io sono un dilettante, ma ci dedico tutto il tempo che posso, mi diverto e tanto mi basta
ciaociao
Rispondi
di jdessi [user #27382]
commento del 06/11/2015 ore 10:43:00
Mettere Govan nel gruppo dei talentuosi e contrapporlo al gruppo di quelli con la tecnica smisurata mi sembra quanto meno azzardato ... Govan è membro di entrambi i gruppi
Rispondi
mah...
di 650s [user #2280]
commento del 15/01/2014 ore 17:03:58
Lo studio c'è, eccome.

"Meccanica" e "solfeggio", "pulizia" ed "intonazione" ne sento tanta.

Ma per essere un chitarrista "blues", ha un fraseggio "non tanto sentito"...

Insomma, il ragazzo ha studiato bene come uscire dalle secche dei Licks pentatonici ecc.

che nel blues impazzano.

Ed ha un'intenzione molto più jazz/fusion ed un bel fraseggio.

Non si sarà mai messo giù a studiare il "misolidio", il "superlocrio" ecc. tanto per studiare

il "misolidio", il "superlocrio" ecc. ma di certo ha passato il tempo a vedere dove poteva

infilarli il "misolidio", il "superlocrio", senza rifare sempre i licks ripetivi di tanti altri pseudo-

chitarristi blues.

Ricordo un seminario del fu Bob Brozman e sosteneva lo stesso: "pensate al ritmo, alla

melodia... ad inventare una melodia, della musica e poi troverete le note" - nel senso di

partire dalla musica e non dalle diteggiature / tablature.
Rispondi
Bell'articolo, grazie :-) credo che ...
di simo80 [user #33698]
commento del 15/01/2014 ore 17:08:58
Bell'articolo, grazie :-)
credo che un talentuoso possa permettersi di fare più esercitazione che esercizi, perché non dimentica mai la parte creativa e gustosa del suonare: l'esercizio può consistere nel ripetere più e più volte un passaggio di note, un ritmo o qualcosa che ti piace o che ti gira per la testa, per velocizzarlo o per migliorarne l'esecuzione... Capisco benissimo cosa vuol dire trovarsi la chitarra in mano e far andare le mani su e giù, su esercizi e scale, ma con la testa scollegata dalla musica e dal piacere di suonare. Credo che l'importante sia trovare un metodo di studio che mantenga vivo il divertimento in modo da stimolare l'esercitazione.... anche con l'aiuto di alcuni esercizi.
Rispondi
Mah... condivido quanto dice, si ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 15/01/2014 ore 17:11:54
Mah... condivido quanto dice, si fa pratica per suonare e non viceversa, pero' poi lo senti suonare, ed eccotelo che se ne esce con una marea di fraseggi che denotano un sacco di studio tipico di ogni chitarrista, scale, arpeggi, tutti gia' sentiti e risentiti. Insomma, l'intento alla fine non mi sembra trasparire poi tanto. Ma forse sara' anche che non mi attizza poi molto quello che suona.
Rispondi
Mah...rimane solo e soltanto il ...
di maccarons [user #20216]
commento del 15/01/2014 ore 18:07:22
Mah...rimane solo e soltanto il suo pensiero.
Rispondi
Il vero schifo è esercitarsi ...
di Skadex [user #27312]
commento del 15/01/2014 ore 18:56:53
Il vero schifo è esercitarsi e capire di farle lo stesso male......
comunque direi che lo studio serve a darti strumenti (basi teoriche, tecnica,ecc...) se lo fai hai più strumenti a tua disposizione da usare, poi quello che esce dipende da noi stessi e da come sappiamo usare questi strumenti (esattamente come in tutti gli altri aspetti della vita).
L'unica cosa imprevedibile è il talento ma quello o ce l'hai o non ce l'hai e non è esercitabile.
Rispondi
Questo vale quando si suona. ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 15/01/2014 ore 19:13:34
Questo vale quando si suona. Scordarsi la tecnica ed essere se stessi. Ma ho imparato a capire che studiare "qualcosa" aggiunge qualcosa a te stesso e poi quando suoni e tiri fuori te stesso sei migliore. Quindi io direi che l'articolo esprime una grande verità, ma è una verità parziale. La verità è nel mezzo. Studiare secondo me è importante e mi dispiace non avere abbastanza tempo per farlo. Ma poi quando si suona bisogna dimenticarsi delle regole. Le regole devono servire a casa per trovare cose nuove da suonare. Ma questa ricerca, sul palco, non credo sia fattibile, a meno che tu non sia un ottimo musicista ed un ottimo strumentista. Trovare entrambe le caratteristiche nello stesso chitarrista non è cosa sempre facile.
Rispondi
Che bello questo articolo, io ...
di Liuto1500 utente non più registrato
commento del 15/01/2014 ore 20:42:54
Che bello questo articolo, io penso che certe cose in campo musicale non si apprendono in accademia ma davvero arrivano dal cuore, poi prendi un qualsiasi strumento in mano ed esce fuori cio che hai nell'anima!
Rispondi
Troppo facile!
di geronimetto [user #37297]
commento del 15/01/2014 ore 23:44:18
Troppo facile parlare quando si è famosi! Mi sembra un'intervista "furbetta" che strizza l'occhio ai tanti fan che vedono nel blues la propensione alla "vera musica che abbiamo dentro".

Che abbia studiato in modo non convenzionale e che non gli vada di fare il turnista (potendoselo permettere) ci posso credere. Ma da lì a dire che non ha mai provato scale, arpeggi, accordi, non venga a raccontarmela: certo che ha studiato, e si nota! Il che va a suo merito.
Sicuramente ha studiato in modo più umano (o musicale o melodico o comunque la si intenda).

Sarebbe stato più utile (e onesto) dire come ha coniugato lo studio con la musica suonata.
Ma del resto ogni artista ha i suoi segreti.
Rispondi
mah guardando un po' di ...
di svizzero [user #4516]
commento del 15/01/2014 ore 23:58:07
mah guardando un po' di video in rete mi pare assurdo che ammetta di non essersi esercitato in maniera "tradizionale". Ciò che suona (arpeggi alterati con tanto di sweep e sostituzioni varie) sono cose che si studiano, è impossibile farle anche se suoni tutto il giorno per 10 anni!
E' ovvio che il ragazzo ha un talento non comune a tutti!
Rispondi
é il suo pensiero
di dfatwork utente non più registrato
commento del 16/01/2014 ore 01:25:32
c'è chi può passare 25 ore al giorno a studiare tutte le tecniche e tutte le teorie per 20 anni senza essere mai soddisfatto di ciò che ottiene.
C'è anche chi come lui è soddisfatto per ciò che ottiene lasciando la libertà al gusto senza l'ossessione degli schemi; ovviamente sa anche farsi un esame di coscienza riconoscendo i propri limiti e si gode la vita con soddisfazione.
Massimo rispetto



p.s. io sono il sig. nessuno e faccio due cose in croce perché non ho mai studiato, non manca lo stupore da parte dei "secchioni"... XD
Rispondi
Ci sono i fini esecutori ...
di Aynrand [user #35588]
commento del 16/01/2014 ore 02:08:07
Ci sono i fini esecutori ipertecnici e gli appassionati creatori di semplici ma gustose melodie...

Sono due approcci diversi che portano a strade diverse e hanno entrambi pro e contro. Per esempio il primo (se è sveglio) troverà facilmente lavoro, mentre il secondo dovrà sperare nel successo personale.

Francamente non credo sia meno faticoso il fatto di suonare sempre con l'obbiettivo di creare qualcosa di bello, è divertente se hai la forte passione di farlo, come è appagante il fatto di superare sempre i propri limiti con l'esercizio, se ne hai l'ambizione.

Bisogna fare una scelta, come dice Matt, o meglio bisogna avere il coraggio di seguire la propria predisposizione, per alcuni è snervante il pensiero di stare ore e ore ad esercitarsi, per altri lo è il solo pensiero di dover produrre una nuova melodia ogni volta che si prende in mano lo strumento.

Infondo sappiamo benissimo quale delle due è la nostra strada, solo che a volte ci facciamo condizionare, l'esempio degli emisferi cerebrali è ottimo (anche se scientificamente ancora discutibile) ci sono persone che danno il loro meglio nella creatività e altre nella tecnica (pochi si possono permettere entambi) il bello è che l'uno completa l'altro, sarà per questo che si suona in gruppo...

Un mio amico ha frequentato un ottimo maestro per anni senza cavare un ragno da un buco, poi ha smesso, si è messo a comporre elettronica con il pc e ha ottenuto un discreto successo.
Rispondi
Bravo eh,ma...
di Cuotte [user #26754]
commento del 16/01/2014 ore 08:16:11
Bel brano e bel suono...peccato che Robben Ford sia sulla scena da trent'anni e che il "bluesman del momento" come è stato definito abbia attinto a piene mani dai suoi lick e dal suo sound...molto bravo ma di personale mi pare non abbia sto granchè...era già successo con Kenny Wayne Shepherd definito il nuovo Stevie Ray, un disco con il botto a cui ne è seguito un altro in sordina e poi è sparito o meglio relegato nella categoria "di nicchia" che vuol dire tiri a campà...studiare secondo il mio modesto parere vuol dire rimettersi in discussione sempre, rimettere in discussione il proprio playing e quindi migliorare.
Poi i talenti sono sempre esistiti.
Rispondi
la cosa e' piuttosto semplice.. ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 16/01/2014 ore 08:48:59
la cosa e' piuttosto semplice.. questo artista puo' essere ascoltato e osservato in una sua performance.. se piace, vuol dire che il percorso (o "non percorso") che ha usato per arrivare fin li' e' il migliore..

e per noi ha funzionato, funziona e funzionera' sempre allo stesso modo.. contano i risultati, se uno piace e si piace ha vinto sia che abbia studiato, sia che non abbia studiato mai, con tutto cio' che ci sta in mezzo..

uno deve studiare se gli piace farlo.. stop ...
Rispondi
complimenti per l'articolo!!
di feder [user #17573]
commento del 16/01/2014 ore 09:43:0
bellissimi consigli, una vera lezione.
Rispondi
boh
di maxventu [user #4785]
commento del 16/01/2014 ore 10:32:50
Innanzitutto: sarà pure il guitar hero del momento, sta di fatto che io, che pure un po' di musica ne ascolto, non l'avevo MAI sentito nominare; questo sito ultimamente pullula di articoli che descrivono come superstar degli emeriti sconosciuti - per bravi che siano. Come diceva Clapton più di trent'anni fa: the best guitarist in the world: there is one in every crowd.

In secondo luogo: mi pare che nell'intervista, Schofield (quasi omonimo di un altro chitarrista , questo sì che è un GIGANTE) si limiti a parlare del proprio approccio personale allo studio, forse non basato sulla meccanica ripetizione di scale e modi, ma sicuramente, come altri hanno già scritto, si denota che deve comunque aver studiato parecchio, e ascoltato parecchio. L'artista NON dice - ovviamente - che tutti quelli che vogliono diventare bravi debbano fare come ha fatto lui. Semplicemente, parla del percorso che lui ha seguito, stop.

Terzo: suona bene, non particolarmente originale, mi ricorda un po' il recente Robben, come genere musicale (non come timbrica di chitarra) e come impostazione vocale.

Condivido infine appieno la sua opinione circa Carlos Santana.
Rispondi
Re: boh
di alftheking [user #7473]
commento del 16/01/2014 ore 12:36:3
Non è affatto così: Matt Schofield è uno dei migliori del "nuovo" blues e si sta imponendo , sia per l'alta qualità dei suoi concerti che il suo stile sia tra gli addetti ai lavori che agli appassionati

Ps) ho 55 anni, grande usufruitore di musica (avevo migliaia e migliaia di dischi di rock, progressive, blues, psychedelia, country, ecc, di artisti USA, UK, europei, giapponesi, australiani, africani) e attualmente possessore di oltre 15.000 concerti inediti in CD/DVD dall'A alla Z.
Ma non mi permetterei mai di dire se io non conosco un artista questo sia un emerito sconosciuto


Buona musica
Rispondi
impara e poi dimentica...
di f.n [user #3760]
commento del 16/01/2014 ore 10:44:47
Torno a commentare perché vedo che il tema è (come ci si aspettava) caldo...

Dicevo che la verità sta nel mezzo e che la lettura dell'articolo può essere fuorviante laddove auto-assolutoria per il "mediocre/presuntuoso" che facilmente lo può strumentalizzare per dire..."beh, io suono così" ! (E non studiare).

Ma, torno a ripetere, l'importante è studiare, anche - certo - se non per forza in modo "canonico". Che, poi, diciamola...se ti piace capire cosa c'è dietro le cose, che sia una pentatonica, le scale modali o le sostituzioni, è un godimento quando capisci e dici: ah...vedi...io magari la facevo sta' cosa, ma non sapevo perché, ora qualcuno mi ha anche spiegato anche perché "suona bene" ! E magari trovi anche spunti in più per andare un pochino oltre...

Peraltro, leggendo le biografie o le autobiografie di gente come Hendrix, BB King, Richards, etc., scopri (guarda un po') che tutti vivevano con la chitarra in mano ! Se hai talento e gusto difficilmente fai schiefezze se con la chitarra ci vai anche a fare pipì.

Peraltro, per ricollegarmi al caso di cui stiamo parlando...ascoltando la musica di Matt Schofield, in verità mi sembra di risentire molto, sia come tocco che come stile, che anche come canto, il buon Robben Ford...per dire.
Anche ascoltare tanta tanta musica di tutti i generi vale come studio credo :)

Ciao
Federico



Rispondi
Questo qua come si suol ...
di giancarlo50 utente non più registrato
commento del 16/01/2014 ore 11:16:35
Questo qua come si suol dire " la sa lunga e la sa anche raccontare " in tutti i sensi. Il resto sono solo chiacchiere.

Giancarlo
Rispondi
L'orecchio
di Claes [user #29011]
commento del 16/01/2014 ore 11:40:45
Da ragazzetto, i miei ascoltavano e suonavano music Big Band tipo Count Basie e Duke Ellington ma anche Wagner e Bach a gogò (!) - ai tempi dei primi Beatles e "Safisfaction" degli Stones, ho voluto suonare la chitarra invece di andare a lezioni di pianoforte: "ti compreremo una buona chitarra SE andrai a lezioni di chitarra classica...". Ho imparato fai-de-te e a orecchio su una Eko elettrica imprestata da preti in cambio di servire a messa! Non ho nessunissima idea di come siano le varie scale e sono ormai troppo vecchio per ripartire da zero. Per mia fortuna sono partito quando non si poteva andare a lezioni di chitarra elettrica, non vi erano spartiti, percui l'orecchio, se si può dirlo, era capillare. Ma eccovi per l'occasione una strana storia:

Milano, session con l'Equipe 84: Maurizio Vandelli aveva un pezzo che richiedeva un qualcosa di extra e di cui era il producer. Tramite Massimo Villa vengo chiamato e l'intento del pezzo era una follia tipo George Martin coi Beatles. Suono rispettando l'andazzo degli accordi. Dopo ogni take, Vandelli mi dice "forte! ...ma non è quello che ho in mente". Dopo perlomeno 10 prese scartate mi dico "andrò in follia da manicomio e sarò per fortuna licenziato". Invece, Vandelli irrompe in sala urlando "ma perchè non hai suonato così dall'inizio???". In questo caso, le scale non sono servite. È da pochissimo che ho riascoltato il pezzo su YouTube, "Senza Senso", di cui non ne sapevo sinora il titolo, ma qual'è il titolo dell'LP? Era 1973/74 - riascoltando, mi è sembrato una merdata... In questo caso, l'orecchio non mi è servito!

Il mio credo si riassume in: feeling per pezzo, testo (importante), linea melodica + groove ritmico. Le acrobazie da circo basate su mille note al secondo è quello che odio.
Rispondi
Penso che ognuno abbia la ...
di richie1982 [user #13247]
commento del 16/01/2014 ore 12:28:08
Penso che ognuno abbia la sua parte di ragione e racconti una certa verità.
Io ho interpretato che suonare e studiare non sono 2 cose distinte secondo me.
Per me (come penso anche per Schofield) suonare può significare studiare.
Prendere un pezzo e suonarci su cercando qualcosa di tuo, di esprimerti senza pregiudizi.
Può significare studiare? Per me si, magari io in quel pezzo uso scale e modi diversi senza accorgermene e li faccio suonare nel pezzo e li interiorizzo come fraseggi, sfumature ecc ecc e li ri-uso su altro a modo mio. Ho imparato qualcosa quindi ho studiato, non ho la certezza matematica e accademica di quello che ho fatto ma non mi interessa.
Anche io ho studiato, ma ho dedicato veramente poco tempo rispetto al suonare.
Il problema è che tutti pensano solo a suonare tutto , a conoscere tutte le scale possibili e a provare di diventare turnisti.
Pochi sfornano la propria musica. Ditemi quanti chitarristi come Schofield, Bonamassa, J. Mayer, Buddy Weddington ecc ecc sforniamo in italia..... nessuno, tranne qualche caso raro.
I nostri guitar hero sono solo oltre oceano, per noi il top, ma credo che sia possibile suonare come loro e creare qualcosa di simile a loro pur essendo italiani.
Io sogno che un giorno ci si ritrovi qui a parlare di nomi italiani, che Accordo segua artisti italiani e li pubblicizzi, che si facciano commenti sui live di chitarristi italiani.
Siamo lontani ma ci spero sempre.
Rispondi
Re: Penso che ognuno abbia la ...
di voodooman [user #8538]
commento del 17/01/2014 ore 11:04:39
Roberto Ciotti, Tolo Marton, Treves...
Rispondi
Re: Penso che ognuno abbia la ...
di Spottyblu [user #29356]
commento del 23/01/2014 ore 20:12:0
E' un fatto di cultura... quella è la "loro" musica... i nostri al più imitano, perché non è il sonud che ti porti dietro da quando sei ragazzino, non è espresso nella tua lingua, se fai un'orchestrina per trovare qualcuno che suoni decentemente fai fatica, lì ne trovi 10/100... anche i complessi italiani che vanno per la maggiore (intendo nella musica pop) sono di una povertà disarmante sul piano musicale.
Perché di pittori, direttori musicisti cantanti classici, stilisti, designer, architetti ne abbiamo a iosa? perché è la nostra cultura, perché un italiano nasce nel classicismo perché il melodramma è nato quì... la nostra musica popolare è la taranta e la loro è il blues...
Questo rientra anche nel discorso che si fa qui. Scale e tecniche possono servire, ma per tirare fuori quello che hai dentro, altrimenti sono inutili, e quello che hai dentro è frutto di tutti i musicisti che senti della musica che ti gira intorno, non solo del tuo talento personale. E che dire dei molti grandi americani con nomi italiani? Forse la tradizione familiare, sposata con l'ambiente circostante dà grandi risultati... (almeno spero)
Rispondi
Capita spesso sulle pagine di ...
di joerocker [user #11075]
commento del 16/01/2014 ore 13:34:02
Capita spesso sulle pagine di accordo, di imbattersi in una sorta di...snobbismo, diffidenza, verso lo studio dello strumento, il che in un sito di musicisti è abbastanza assurdo: non solo perchè poi magari quelli che hanno questo atteggiamento sono gli stessi che criticano un qualche chitarrista perchè non sa suonare bene (quindi non ha "studiato"); non solo perchè possibilmente quelli che hanno questo atteggiamento spesso suonano così così; ma anche perchè poi leggi uscite tipo "per suonare come keith richards suonare un'ora al giorno è troppo" o "meglio una nota con feeling che mille note veloci". Come se Keith Richards avesse sviluppato il suo senso del groove, l'uso delle accordature aperte, dello slide, e tutti quei magici riff, semplicemente svegliandosi la mattina e prendendo la chitarra in mano per mezzora, piuttosto che portandosi la chitarra pure al cesso; come se Hendrix avesse scritto Little Wing solo grazie a un'illuminazione, e non al fatto che si portasse la chitarra anche a letto e avesse già provato centinaia di accompagnamenti, di progressioni, di modi di suonare gli accordi.
A me sembra invece che quelli che snobbano lo studio nascondano semplicemente una mancanza di dedizione e di passione, o delle carenze tecniche (e magari anche un po' di invidia); il gusto, la personalità, lo stile e il feeling, sono cose personalissime che nessuno può insegnare o imparare, ma per tirarle fuori bisogna studiare e suonare, e dedicare molto tempo alla musica e alla chitarra (o a qualunque strumento si suoni). Che poi ci si dedichi a fare scale veloci col metronomo, oppure accordi funky o bending e vibrato o improvvisare, questo dipende dal genere e dal gusto, ma che si voglia far passare o accettare un messaggio che si è bravi a suonare senza studiare/suonare in base a chissà che cosa, è assurdo e ridicolo; le sensazioni dentro le abbiamo tutti, per tirarle fuori grazie a uno strumento bisogna passare ore sullo strumento, non succede per miracolo.
Anche Schofield stesso, per quanto non abbia studiato le scale con le diteggiature e tutto, ha imparato a suonare suonando molto - in sostanza lui si esercita suonando, ma sempre esercizio è.
Rispondi
Re: Capita spesso sulle pagine di ...
di rickyfigoli [user #36535]
commento del 16/01/2014 ore 14:01:59
Concordo pienamente con tutto quello che hai detto.
Rispondi
Re: Capita spesso sulle pagine di ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 17/01/2014 ore 08:38:48
===ma anche perchè poi leggi uscite tipo "per suonare come keith richards suonare un'ora al giorno è troppo"===

quella frase l'ho detta io.. e penso proprio sia vera. E se non e' vera (si fa per dire), la storia del rock e', comunque, fatta prevalentemente da gente che sappiamo benissimo tutti che allo studio non si dedicava mai e non e' nemmeno detto che suonasse molto spesso.. .

uno dei miei lavori e' insegnare composizione al computer e tecnica del suono in scuole private con qualche puntata, sporadicamente, in strutture pubbliche.. il tutto per dire che non sono contro l'insegnamento o contro l'approccio accademico. Ma per dire che non ci sono soluzioni valide per tutti.. uno puo' "riuscire" perche' ha studiato, uno puo' "riuscire" perche' non ha studiato... con tutte le vie di mezzo..

ci sono molte ragioni per le quali questo succede, se ne puo' anche parlare, ma, in ogni caso, bisogna accettare il fatto che non ci sono ricette sicure.. uno puo' avere successo, piacere perche' ha raffinato un certo talento di base attraverso tanto studio.. uno puo' ottenere gli stessi risultati perche' ha conservato la spontaneita' di uno stile innato grezzo e incolto ...

E' erroneo pensare che lo studio aggiunga.. lo studio aggiunge da una parte e toglie da un'altra.. e puo' capitare che migliori chi lo pratica, ma puo' anche capitare che copra o complichi qualcosa di buono gia' presente spontaneamente nel talento della persona...

Cio' che ho affermato io in altri interventi e', semplicemente, che siccome niente e' sicuro, uno deve fare quello che gli va .. che non si reprima se intende studiare.. o non lo faccia se non gli va..

fare i processi alle intenzioni, parlare di invidia trovo sia fuori luogo.. perche' potrebbero esserci "intenzioni" da entrambe le parti.. per i non studiosi potrebbe trattarsi del giustificare una certa pigrizia, per coloro che studiano potrebbe trattarsi dello sgomento nel vedere che capita che gli passi avanti gente che tutto il giorno, invece che studiare, lavora, si diverte, legge, si ubriaca o suona cio' che vuole....

:-)

ciao!!!
Rispondi
Re: Capita spesso sulle pagine di ...
di joerocker [user #11075]
commento del 17/01/2014 ore 11:13:15
Ho citato quella frase perchè era una di quelle che ho letto di recente e mi è rimasta in mente, ma non era una critica alla frase in sè, quanto a un certo atteggiamento abbastanza diffuso.
Tu dici che la storia del rock è stata fatta da molti che non si dedicavano allo studio o non suonavano spesso; mi dici chi? Jimmy Page suonava, Hendrix aveva sempre la chitarra in mano, anche Slash (prova a leggere la biografia) ha passato tutta l'adolescenza sulla chitarra, e sicuramente Blackmore o Townshend, per non parlare della generazione da Van Halen in poi. Poi ripeto, magari alcuni studiano nel senso proprio di mettersi a fare esercizi, altri invece suonano canzoni o jammano in sala prove, ma dedicano comunque ore allo strumento. Poi probabilmente quando si diventa famosi o anche semplicemente professionisti, e si è continuamente divisi tra studio, tour, e altri "impegni" (feste, droga, o promozione dei dischi) magari si mette più da parte lo "studio" vero e proprio.
Sono sicuro che potrai trovare qualche esempio di gente che è diventata famosa ed era veramente scarsa, ma sono altrettanto convinto che potremo constatare di come magari quella stessa gente non ha prodotto più di uno o un paio di singoli/album, rientrando più nella categoria "moda passeggera" che storia del rock.
Sono assolutamente d'accordo che uno può e deve fare solo quello che gli va, e che se BB King avesse avuto qualcuno che lo forzava a suonare scale, modi, ecc., non sarebbe stato BB King, ma probabilmente lui ha passato molto tempo a improvvisare e cantare (voglio dire, uno che chiama la sua chitarra Lucille deve esserci affezionato); se non suoni non sviluppi il tuo linguaggio e non hai niente da dire. Io non credo che ci siano musicisti bravi che non hanno studiato (nel senso ampio del termine, cioè dedicare tempo allo strumento o alla musica).
Sulla cosa dell'invidia o della pigrizia: ovviamente è una considerazione generale, poi per alcuni può essere vero, per altri no, ma è una cosa che mi è sembrato di notare. E come hai detto tu magari alcuni studiano perchè si vedono passare gente davanti...ma possibilmente i secondi miglioreranno, i primi non credo!
Rispondi
Re: Capita spesso sulle pagine di ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 17/01/2014 ore 14:19:53
fra la gente che hai nominato sopra ci sono artisti che facevano dischi inframmezzati da pause di un paio d'anni almeno e non e' nemmeno che facessero tournée di continuo … a me viene in mente, per esempio, Gilmour.. e' pensabile che per fare un evento una volta ogni tot anni , dagli anni che so 80 ad adesso, si eserciti tutti i giorni a fare Wish You Were Here?

Oltre a cio' sappiamo benissimo che il suonare a ruota libera di per se non equivale all'esercizio, anzi puo' essere perfino, dal punto di vista della tecnica, controproducente.. se io, per esempio, suono per ore con un'impostazione della mano sbagliata, la mia tecnica puo' anche diminuire.. Se, sempre per giocare senza studiare sistematicamente, sto perennemente a fare assoli sulla pentatonica del La con la mano ferma al quinto tasto, dopo un po' rischio di saper fare solo quello..

Cosa che, per me potrebbe non essere una perdita, dato che non collego la perizia tecnica al gradimento di un artista.. ma per dire che se, invece, la colleghiamo, se uno non studia ma sta sempre a strimpellare come gli pare sullo strumento, la cosa potrebbe molto facilmente risultare controproducente introducendo una nuova categoria.. dopo i grandi artisti che piacciono perché' studiano e quelli che piacciono perché' non studiano, quelli che piacciono perché' la tecnica se la rovinano… :-)

Giusto l'esempio di BBKing .. questo signore a me da proprio l'idea di uno che, specialmente da un certo periodo in poi, la chitarra l'appende soprattutto al muro e va bene così', dato che tutto quello che suona o non suona va benissimo…

per finire.. il mio discorso era sull'inutilita' del processo alle intenzioni, anche perché' ognuno di noi e' normale se difende una posizione perché' vive quella e la vuol promuovere come la migliore, quindi, quindi per dialogare proficuamente e' meglio se uno ragiona sulla base di cio' che viene detto… anche per non scadere nell'inutile litigio

sul discorso del migliorare, ovviamente, non concordo, puo' essere.. ma se una donna mi piace acqua e sapone, non considero un miglioramento il fatto che mi si presenti dopo due ore di trucco..

considera bene quello che ho detto sopra.. lo studio non e' vero che aggiunge, lo studio aggiunge e toglie.. anche perché' uno e' sempre portato a spingere sull'acceleratore sfoggiando le proprie nuove acquisizioni.... Tu puoi essere un interessante chitarrista blues, io ti chiamo in una mia realizzazione in studio, mando la base, tu suoni e fai una cosa che mi piace . Poi ti richiamo dopo un periodo nel quale, che so, hai studiato tanto jazz, oppure del metal neoclassico (spero si dica così') tipo malmsteen e posso trovarti peggiorato perché' chiedendoti di nuovo di improvvisare in un mio brano, ti dimentichi di quando eri "blues" e porti dentro i tuoi interventi dei fraseggi , degli stili, dei colori dei quali non me ne puo' fregare di meno..

e non sarà' possibile per te sforzarti a ritornare a come eri prima, perche' da quel cambiamento che hai avuto non potrai mai più' prescindere…

certamente puo' anche capitarti che le tue nuove tecniche invece ti facciano piacere di più' e/o lavorare di piu' .. per cui, ribadisco, non ci sono regole… uno puo' fare quello che gli pare, tanto non c'e' alcuna possibilità' di associare, nei generi di musica "popolari", la tecnica o la non tecnica alla sicura riuscita del musicista …

per me uno dei pochi strumenti che deve essere accompagnato da un esercizio costante e suonato con un livello minimo di tecnica e', forse, la batteria.. ma vogliamo parlare di Ringo Starr? di Charlie Watts o della "non batterista" dei White Stripes?

(grazie per la risposta…. ciao!!)
Rispondi
Negli anni 60 e 70 ...
di MrPecosBill utente non più registrato
commento del 16/01/2014 ore 14:43:29
Negli anni 60 e 70 non c'erano tutte le opportunità di apprendimento e di studio che ci sono ora, si andava parecchio ad orecchio ed istinto e quindi sono nati i chitarristi con un proprio stile ben definito, riconoscibili dopo 3 note (i nomi li sapete già)..
Poi con lo studio tutti sono diventati tecnici, veloci, bravissimi e fighissimi.

Io penso che una base di studio teorico serva e sia necessaria, però è innegabile che il nostro istinto ci porti verso il tipo di musica che preferiamo.
Perchè non lasciarsi un po' andare e seguire le nostre emozioni ? Lo dico per esperienza, fino a due anni fa mi sono sempre impegnato per suonare come vogliono gli altri anche per dimostrare che qualcosa so fare.. da quando ho deciso di lasciarmi andare, sciogliere la tensione, seguire il mio istinto musicale suono molto meglio e sono più contento, perchè a fine concerto la gente non viene a dirmi 'hai fatto il solo come SRV' ma 'hai un suono blues della madxxna e uno stile particolare'.
Chiaro che se uno vuole vivere facendo il turnista allora il mio discorso non vale niente, quindi in conclusione penso che molto dipenda dai punti di vista.
Rispondi
Il ragazzo è bravo.... però non facciamoci ingannare
di distorto [user #28299]
commento del 16/01/2014 ore 15:42:06
Io conosco molto, ma molto bene un Signore di nome Robben Ford! Io credo, a meno di non essere sordi, che il ragazzo all'80 percento suona esattamente come zio Robben, il 20 percento lo prende dagli bluesman. E' chiaro che Robben stesso ha attinto da molti altri, e quindi sicuramente è un circolo virtuoso. Io considero Matt un grande chitarrista, ma non vedo proprio dove sta la sua voce, sembra un copia e incolla continuo. Diffido da quelli che dicono, suono tutto quello che ho dentro e basta, ok poi basta ascoltarli e ti rendi conto che non sono sinceri, perchè cacchio ci vuoi prender per il c...? Una volta leggevo un'intervista ad Eric Gale, un tizio gli chiese a cosa pensava mentre suonava, lui ha risposto..... lascio solo che chi sta lassù mi indichi la strada da percorrere....... credetemi io al posto dell'intervistatore lo avrei mandato direttamente a fare in c..., ma chi cacchio credono di prendere per i fondelli, e basta co ste menate, ogniuno suoni quello che gli pare, ma quanto meno nessuno venisse a dire che si sente unto dal Signore e cose del genere.
Ciaooooooooooooo
Rispondi
Re: Il ragazzo è bravo.... però non facciamoci ingannare
di giancarlo50 utente non più registrato
commento del 16/01/2014 ore 16:18:11
eeeeeeeee..addirittura! Questo suona, eccome suona. Da quello che dice non mi pare proprio che si senta unto dal Signore! Ha una filosofia sua di interpretare la chitarra e allora? Lo manderesti a fare in c... per questo? E che cacchio!
Rispondi
Secondo me da come suona, ...
di giancarlo50 utente non più registrato
commento del 16/01/2014 ore 16:32:44
Secondo me da come suona, visto che fraseggia anche in modo jazzato, i suoi studi all' inizio li ha fatti e come, poi, arrivato ad un certo punto, si è accontentato di quello che aveva imparato e da lì, mettici anche un talento non indifferente, eccolo qua che suona come suona. Non è perchè assomiglia a questo o a quello ( penso che non gliene freghi niente ) lui adesso si gode il suo suonare e...amen. Ma tutto questo non mi sembra una novità ci sono tantissimi chitarristi che sono venuti su in questo modo. Punto.
Rispondi
E' che semplicemente non sa cosa sta suonando!
di fmele [user #25317]
commento del 17/01/2014 ore 09:43:44
Mi spiego meglio.
Lui suona senza studiare, magari senza sapere che sta suonando, per dire, sul misolidio. Stop. Fine.
Lui dirà che sale le scale mettendo i piedi solo sui gradini 1, 3, 5, 7, ecc ed un altro che usa i gradini dispari.
Molti chitarristi famosi sono partiti da perfetti ignoranti della musica, per propria ammissione, senza che nessuno ne abbia fatto una questione di vita o di morte.

Ovvio, sta facendo un discorso diverso, sull'importanza dello studio, ma quello che voglio dire io è *capire* quello che si sta suonando vs suonarlo e basta.
Robben Ford, in un video che trovate anche su YouTube sulla scala semidiminuita, la spiega, ma ripete più volte che "se suona bene al vostro orecchio, allora va bene".

Personalmente dopo un po' che non studio mi rendo conto che ne ho bisogno. Torno a studiare e quando riprendo la parte più musicale, forse per suggestione, mi sembra di suonare meglio.


Su tutto però ricordiamoci che il fine ultimo è la Musica!
Rispondi
Articolo "complementare"
di fmele [user #25317]
commento del 17/01/2014 ore 10:03:19
Questo articolo fa coppia con questo: vai al link
Rispondi
Approccio alla chitarra diverso
di bennimei [user #18807]
commento del 17/01/2014 ore 10:12:40
Non credo che abbia voluto dire di non aver studiato, bensì che lo studio fatto, comprese scale e diteggiature etc. le ha imparate ed eseguite sempre per suonare un determinato brano...

ragionamenti del tipo:''ora la frase che deve chiudere il mio solo con queste note che suonano particolarmente bene deve essere in alternata piuttosto che in legato e in sedicesimi etc. quindi la suono finchè il mio orecchio mi dice che è ok, ergo mi esercito fino al raggiungimento dell'obiettivo''.

Altri sentendo il suo brano alla radio ragionano in altra maniera: per suonare bei pezzi come lui riuscirò solo se so suonare i sedicesimi quindi mi metto innanzitutto a studiare scale tutto il giorno....
è un approccio diverso non per forza giusto o sbagliato.
Rispondi
...ma chi ci crede a queste cose...
di tunsi [user #25470]
commento del 17/01/2014 ore 10:27:5
ecco lo sborone di turno...santificato...ma chi ci crede a queste cose....figuriamoci..ha preso la chitarra in mano e come per magia ha cominciato a suonare...poi si è messo davanti ad un forno ed ha moltiplicato pani e in riva al lago ha moltiplicato pesci......gli rimane da camminare sulle acque...questo sembra ancora non lo abbia fatto...
queste inteviste se ce le risparmiassero..non fanno che mettere confusione in testa hai giovani...
la storia è piena di chitarristi "ignoranti"...soprattutto nel blues ma se vuoi imparare a muoverti nella tastiera devi fare gli esercizi...poi con il tempo smetti perchè non ti piace farli ma rimani limitato su certe cose...c'è sempre da imparare e non si è mai arrivati...ricordatevelo..sempre..
Rispondi
Re: ...ma chi ci crede a queste cose...
di Guycho [user #2802]
commento del 17/01/2014 ore 11:28:3
anche a te:

quale parte della frase "Però avevo la chitarra in mano, tutti i giorni" non ti è chiara?
Rispondi
Re: ...ma chi ci crede a queste cose...
di tunsi [user #25470]
commento del 17/01/2014 ore 12:05:50
....solamente non credo che non abbia mai fatto esercizi...una scala anzi prendiamo le pentatoniche....se non le fai e poi le rifai e le rifai fino alla nausea non ti entrano in testa...e per farlo devi esercitarti....chiamale come vuoi ma sono esercizi...anche se le fai su una base blues...tutti questi che si vantatno di essere autodidatti a me non la danno a credere...forse oggi con internet e you tube c'è modo che uno impari senza andare dal maestro, ma perchè il maestro va da lui tramite youtube..non perchè non sia presente....non capisco che male ci sia ad esercitarsi...vantarsi di non fare esercizio la vedo un po come andare a far credere di essere un miracolato, io non ho bisogno di fare esercizi perchè sono bravo e anche senza farli e chi ci va perde tempo....poi se è veramente come dice lui...sara miracolato...
Rispondi
Re: ...ma chi ci crede a queste cose...
di psykoguitar utente non più registrato
commento del 17/01/2014 ore 15:06:3
Scusa caro Guycho, ma non capisco il significato della frase che sottolinei...
Sarà ironia sottile, ma per me è incomprensibile.
Quindi, secondo te un muratore che prende in mano un compasso tutti i giorni diventa architetto dopo qualche anno, oppure il macellaio che ha sempre i coltelli in mano dopo un po' diventa un chirurgo?
Cioè, secondo te, lo studio è inutile e basta prendere in mano la chitarra tutti i giorni, e la capacità di suonare viene fuori da sola...

Sinceramente l'atteggiamento di Matt mi sembra molto da fighetto, e il brano che ho ascoltato non mi ha trasmesso nulla.
Che poi quello sia stato il suo modo di imparare ci sta, un autodidatta puro, tenace, bravo complimenti per la costanza.
Ovviamente facendo così ha limitato molto i suoi orizzonti musicali e la sua versatilità, come lui stesso ammette.
Ha ottenuto quello che voleva. Ma attenzione: io credo che NON SIA UN MODELLO DA SEGUIRE.

E' ovvio che fare studiare, fare scale, accordi, allenarsi quotidianamente è dura... ma è la strada per migliorare. Questo non vale solo per la musica, ma anche per lo sport e per molte altre attività in cui la conoscenza e l'esercizio sono le chiavi per migliorare.
E' anche evidente che talento, preparazione e successo non sono collegati in modo lineare... ci sono "capre" che hanno successo e soldi e turnisti bravi che fanno la fame... devo ricordarti che Franco Cerri faceva la pubblicità per il Bio-Presto, "l'uomo in ammollo" ed è stato probabilmente il più grande chitarrista jazz italiano di tutti i tempi...

Poi, ognuno segue la sua via, e molti di noi, credo, spero, suonano non per "avere successo" ma semplicemente perché ci piace e basta.

In conclusione, attenzione ad esaltare questi strani chitarristi "forgiati & imparati".

Le scorciatoie per suonare bene, puliti e intonati NON ESISTONO: "lacrime, sudore e sangue" per la tecnica; "cuore" per tramettere quello che si ha dentro.
Il resto sono caxxate.

Psyk.





Rispondi
Re: ...ma chi ci crede a queste cose...
di Guycho [user #2802]
commento del 18/01/2014 ore 21:13:5
"la conoscenza e l'esercizio"

Parlassimo di scienza e sport potrebbe andare. Ma parliamo di musica.
Rispondi
Re: ...ma chi ci crede a queste cose...
di psykoguitar utente non più registrato
commento del 19/01/2014 ore 12:09:50
Ok, capito.
E' un problema di semantica.

Io attribuisco alla parola "musica" un significato (e un mondo correlato) e tu semplicemente un altro.
Non abbiamo né ragione né torto, parliamo di cose differenti perché diverse e differenti sono le cose a cui facciamo riferimento.
Non esiste un significato univoco, "giusto"; l'unica guida condivisa (forse) è "musica= suono che sia piacevole da ascoltare".
Sul modo di raggiungere questo risultato si diverge...
Ma come sui gusti musicali, c'è chi ama il metallo, chi ama il jazz, chi la classica, chi il blues...

Il nostro è stato un semplice equivoco semantico.
Quindi pace, e buona musica.
Nel significato piacevole che ha per entrambi noi.

Psyk.
Rispondi
...emozioni
di bennimei [user #18807]
commento del 17/01/2014 ore 10:29:33
Leggendo i commenti sopra vedo che alcuni ancora interpretano la musica con una esibizione da olimpiadi con tanto di votazioni verso artisti che i numeri li hanno fatti...

c'è qualcosa nelle persone, come si muovono, come suonano, cosa suonano etc. che rispetto ad altre piace alla gente, quando questo sentimento è diffusissimo allora si è di fronte al successo...hai voglia a darti spiegazioni o a non riuscire a dartele: una cosa piace e tu non puoi farci niente

P.S. se mi voglio capacitare del successo di Jovanotti attraverso i canoni del canto esco matto, ovviamente non posso asserire che per avere successo non è necessario studiare ed essere intonato...tale artista piace perchè è lui, punto, fior di cantanti in giro per il mondo nei vari piano bar fanno e faranno solo...il piano bar, ma se non sono molto bravi rischiano di non farlo nemmeno.
Rispondi
Il tema è caldo. . .
di luvi [user #3191]
commento del 17/01/2014 ore 10:47:12
. . . perché dalle frasi (in parte forse volutamente provocatorie, anche se in senso costruttivo) di Matt Schofield emerge in maniera prepotente la concezione pragmatica (tra l'altro tipicamente americana) e un po' bohemiénne, se vogliamo, del chitarrista inteso come "artista".
L'artista acquisisce il suo kmow-how tecnico con una metodologia finalizzata essenzialmente all'espressione artistica di ciò che ha da dire, in modo a volte empirico, attingendo a piene mani da ciò che è intorno a lui ed interpretando poi in modo personale, scevro da tecnicismi e da masturbazioni mentali di livello teorico.
E' evidente che questo non equivale ad "essere ignoranti", tutt'altro. E' solo il fine dello studio e la modalità con la quale si apprende che cambiano e che, ovvio, presuppongono alle spalle del talento naturale e qualcosa da comunicare.

Quel che Matt dice è anche il manifesto di una concezione contraria all'assimilazione nozionistica della teoria e delle tecniche, che considera lo strumentista un "musicista" che utilizza la musica per esprimere sé stesso ed assimila regole, cultura e convenzioni ascoltando, praticando e rielaborando in senso creativo seguendo un percorso del tutto personale.

Mi rendo conto che a molti questa possa sembrare una posizione controcorrente rispetto al modello imperante che vive di fenomeni, tuttologi e spesso autoreferenziali, che passano il tempo a dimostrare al mondo la padronanza di ogni stile e tecnica possibile, ma suonare uno strumento non è solo questo e soprattutto non lo è mai stato nemmeno in passato, grazie al cielo!
Esiste ancora ben radicato (a mio modo di vedere per fortuna nostra e della musica stessa) un mondo che predilige un buon comunicatore, profondamente esperto del tema che gli sta a cuore, ad un'enciclopedia vivente che a parte dimostrare la propria competenza ha sostanzialmente ben poco di interessante da dire a livello artistico e personale.
Rispondi
OGNUNO VIVE COME SENTE E PRENDE CIO CHE VUOLE DALLA MUSICA.
di mayno3 [user #29922]
commento del 17/01/2014 ore 11:01:10
Mi fa stare meglio sapere che anche un grande chitarrista come Matt viva il rapporto con lo studio come me!
Vedo che ci sono molti pareri discordanti riguardo le dichiarazioni di Schofield, ma credo che bisogna capire bene ciò che lui volesse dire. Non credo che abbia detto che sia inutile studiare o che lui sia un uomo prodigioso poiché non lo fà ed è riuscito a diventare un chitarrista conosciuto, ma capisco che parla della SUA ESPERIENZA PERSONALE E DEL SUO RAPPORTO PERSONALE CON LA MUSICA. Oltretutto ammette che il cammino che ha intrapreso è un cammino lento è difficile...ma sono scelte personali.
IL RAPPORTO CON LA MUSICA NON è UNA COSA DEFINITA, E OGNUNO E LIBBERO DI VIVERLA COME MEGLIO CREDE E SOPRATUTTO COME MEGLIO LO SENTE.
Anch' io personalmente la penso e vivo la musica come lui, non per mia scelta ma perché così mi viene di fare e non riesco ad oppormi a questo. Suono la chitarra mediamente una o due ore al giorno, e da sempre mi impongo che prima dovrei fare un po' di esercizi e poi suonare liberamente, ma mi ritrovo sempre a improvvisare sulle basi e non riesco proprio a dedicare 10 minuti a esercizi se non una volta ogni 100.
Anche se non sono un chitarrista professionista molti amici mi chiamano per suonare in delle cover band, ma dopo un paio di prove mollo tutto perché non mi piace fare i pezzi degli altri, ormai rinuncio a priori poiché sento il bisogno di suonare delle cose mie, e adesso sto lavorando a questo. Ascolto i pezzi che più mi piacciono dei grandi chitarristi, cerco di impararli e ne prendo spunti per creare uno stile tutto mio, e a questo dedico la maggior parte del mio tempo.
Purtroppo non sempre una grande conoscenza e padronanza tecnica della chitarra corrisponde a "suonare bene la chitarra", ho visto ragazzi tecnicamente perfetti fare virtuosismi spettacolari con grande freddezza e senza anima, senza darmi la minima emozione! Con questo voglio dire che a volte basta un fraseggio semplice sulla scala blues ma suonato con passione e intensità a far "parlare una chitarra". Con ciò non voglio togliere nulla ai virtuosi che sono perfetti e anche espressivi!
Per concludere nessuno ci dice come dobbiamo amare, ognuno ha il suo modo di amare ed ogni modo purché dia un buon risultato e ci faccia stare bene, è corretto!
Un saluto a tutti!
Rispondi
Cos'è studiare?
di Claes [user #29011]
commento del 17/01/2014 ore 11:24:5
I vostri interventi mi fanno pensare e domandarmi cos'è studiare. Pure i chitarristi (tipo me stesso!) che si dichiarano perfetti ignoranti di tecnica hanno in realtà studiato. Insomma, auto-studiato! Senza metodi stampati, spartiti o altro del genere che si può scovare in rete tramite Accordo.
Rispondi
L'italia è una fabbrica di ...
di richie1982 [user #13247]
commento del 17/01/2014 ore 11:42:03
L'italia è una fabbrica di turnisti e nemmeno tanto bravi perchè anonimi, non usano suoni che li caratterizzano non hanno peculiarità che caratterizzano il loro playing e studiare fa bene ma per uno scopo musicale, nuovo, innovativo, personale.
In Italia idolatriamo i chitarristi delle orchestre della RAI e di Sanremo, che sono arrivati li come turnisti e tali rimarranno per sempre, con suoni anonimi, parti decisi da produttori sordi come quelli dei giovani Talent (tati). Uno studia anni interi per fare questo?
Io apprezzo chitarristi che fanno dischi propri con musica propria e principalemente prromuovono quella, gente tipo Alberto Milani, Davide Pannozzo, il compianto Roberto Ciotti, Tolo Marton.....questi sono eroi della chitarra italiana per me perchè suonano il loro stile, studiando, provando, perfezionandosi, ma hanno un loro piccolo spazio nella musica per esprimere il loro stile.
Studiare per questo va bene, studiare per andare a mettere 4 accordi al cantantino di turno, e per dare lezioni a giovani ragazzi nella propria stanza a casa non serve a niente.
Studiare uno strumento è studiare se stessi, ed esprimere se stessi.
Rispondi
Re: L'italia è una fabbrica di ...
di rickyfigoli [user #36535]
commento del 17/01/2014 ore 17:07:10
Beh, se per Sanremo intendi Luca Colombo ti consiglio vivamente di ascoltare il suo disco solista, Sunderland, uscito l'anno scorso, ti ricrederai vivamente. Poi in Italia che uno per lavorare debba scendere a compromessi sono perfettamente concorde, peró quando mi capita di ascoltare gente che propone progetti inediti, spesso e volentieri trovo scopiazzature esterofile che valgono quel che valgono. Trovo molta dignitá invece nei progetti legati più alla tradizione popolare, dove ovviamente la chitarra ha un altro valore.
Rispondi
non sono d'accordo
di adsl36 utente non più registrato
commento del 17/01/2014 ore 12:24:5
sicuramente esercitarsi su un preciso piano di studio è molto palloso e quando finalmente, dopo tantissimo esercizio e spremute di cervello si riesce a fare per bene la scala o arpeggio di turno, il gusto e la soddisfazione sono soltanto momentanei perchè si è impiegato tanto di quel tempo per impararli, che alla fine il fatto stesso di averli dovuti ripetere per tanto tempo ti nausea...d'altra parte, essere soltanto un "istintivo", come il musicista in questione, è a dir poco limitante. in definitiva sì, le scale, gli arpeggi, l'armonia ecc. sono cose che sembrano far perdere tempo e, se vogliamo, anche "fredde", ma vanno inquadrate come una sorta di cassetto degli attrezzi, più se ne ha e più aumentano le possibilità di fare cose altrimenti impensabili! conoscere la teoria e studiarla apre tantissimi orizzonti che non si pensava esistessero e dopo aver imparato scale, arpeggi armonia e altro, l'unico limite è la fantasia...
Rispondi
A parte il titolo dell'articolo ...
di Kata_ts [user #2290]
commento del 17/01/2014 ore 12:37:30
A parte il titolo dell'articolo altisonante quanto ... "fuorviante" NON credo proprio che questo NON abbia studiato sulle scale ed il fraseggio ehehheh

Comunque bello ;)
WiWa!
Rispondi
......MMMMMMM........
di SCHIZOFONIC [user #36909]
commento del 17/01/2014 ore 16:21:09
Ciao a tutti Accordiani , che dire , ho un'età per cui purtroppo è difficile credere alle favole.....Il signor Matt , se vogliamo esercitarci nello svolgere gli Sherlock Holmes della musica, ha studiato eccome e si sente , ma bisogna intenderci su cos'è lo studio ....Ricordo che da ragazzo a scuola quando gli insegnanti spiegavano la lezione in classe mi bastava ascoltarli , poi, a casa , rileggevo le parti più importanti di solito in grassetto ci costruivo un ragionamento logico intorno lo condivo con un paio di altisonanti paroloni e spesso beccavo il 7 ...ahahah!!!...anche quello era un metodo di studio poi c'era chi aveva invece bisogno di leggere e rileggere la lezione più volte a casa....e beccava 7 lo stesso o forse meno .....io ero più bravo? Più furbo ? Avevo semplicemente un talento diverso? Bho ! :D Il signor Matt non a caso a citato Jimi Hendrix , uno che ci ha insegnato molte cose......era un genio ? Forse , una cosa è sicura dopo di lui la chitarra eletrica si è suonata diversamente...così come dopo Clapton anche se per poco (finche non è apparso Jimi) dopo Van Halen purtroppo non dopo il mio amatissimo Page ma lui ha altre doti secondo me la conferma ? Bè se non si è capito questo si è davvero indietro nello " studio " comunque il signor Matt faccia come creda ,l'importante e che si piaccia e che piaccia a chi lo ascolti....ricordo un rarissimo intervento di LUcio Battisti alla Tv quando gli chiesero : "....ma insomma lei è impegnato o disimpegnato?..." e lui : " ...ma insomma le cose che faccio vi piacciono o no? Vi emozionano o no ?".... Perchè è tutto lì secondo me ...qualcuno a citato Gilmour ....mmmm.... è un'ipertecnico alla Vai ? E' un fine snocciolatore di licks alla Ford o Scofield ? Forse no anzi certamente no sui dischi che tutti conosciamo ...ma...a me piace ...nonostante possa risuonare a mena dito il suo solo di Confortably Numb con il medesimo suono o il suo riff di Money a me emoziona ancora sentirlo anche se non più come quando avevo 16 o 20 anni ...purtroppo....ma mi emozionano altre cose ora ahahaah!!! ....Il fatto è che è il SUO solo e qualunque addetto ai lavori e anche qualcuno non se gli capita di accendere la radio e di ritrovarsi nel bel mezzo di un solo di Gilmour ...mbè lo riconosce così come per Clapton Santana , Hendrix ,B.B.King Van Halen ?...mmmm...All'inizio forse ma lui è unico per altre cose....secondo me...ecco cosa cercano di raggiungere tutti , la UNICITA' io credo , l'impronta indelebile...Clapton è tecnicamente una pippa ? forse nell'accezione classica ,ma nessuno è più unico di lui da almeno 50 anni ahahah! Personalmente sò cos'è un misolidio o dove posso piazzare un bel lick di una minore melodica ma veramente quando suono in una band o su di un disco , ho detto disco?....sono proprio vecchio ahahaah!!! Bè comunque quando suono non ci penso minimamente a ste cose ...altrimenti sbaglio ahahah !!! Scusate se mi sono dilungato ma è un'argomento così soggettivo e vasto.... Ciao Accordiani alla prox...
"...Parlare di musica è come ballare di architettura ..." ( Frank Zappa )
P.s. la frase quì sopra ....mbe...forse ...ahahah!!!
Rispondi
Re: ......MMMMMMM........
di rickyfigoli [user #36535]
commento del 17/01/2014 ore 17:09:29
Grande!!
Rispondi
Re: ......MMMMMMM........
di SCHIZOFONIC [user #36909]
commento del 17/01/2014 ore 19:08:07
I leggins e.... ahahahahahaah!!!!!!! Grazie per il complimento ricky !
Rispondi
Col senno di poi ....
di keithtaylor [user #9519]
commento del 17/01/2014 ore 21:04:4
Premessa: mai sentito nominare Matt Schofield (scusate l'ignoranza).

Sequenza con cui ho approcciato questo articolo: apro la pagina dalla newsletter, vedo l'articolo, vedo la lunghezza dei commenti e mi metto a leggerne alcuni, prima ancora di leggere l'articolo.
Enormi discussioni sulla teoria, sul feeling, sullo studio, etc etc. Ovviamente tutto e il contrario di tutto, come non potrebbe essere altrimenti per un argomento del genere.
Poi leggo l'articolo (molto intrigante e interessante, credo di comprendere il suo pensiero, naturalmente lui e' un professionista, io un dilettante per di piu' scarso), poi clicco sul video per sentire, alla fine "come suona questo qui"...

Beh, in 1 minuto di assolo capisco tutto: c'e' dentro di tutto: fraseggi rubati ai grandi, rielaborati con personalita', tocco fine e veramente la sensazione che questo una scala in sequenza non l'ha mai suonata in vita sua: solo ascolto e ascolto e ascolto e suonare e suonare e suonare.

Forse se avessi ascoltato subito il video, senza leggere niente altro se non il titolo dell'articolo, avrei risparmiato mezz'ora di lettura. :-)

Rispondi
Re: Col senno di poi ....
di tormaks [user #26740]
commento del 18/01/2014 ore 21:17:44
Che dire.... Se avessimo avuto il tempo/ risorse/non vivere in Italia dove la musica non è' un mestiere saremmo tutti capaci di suonare come lui?
Ammesso che ci sia un minimo di orecchio e senso del ritmo ( che qualcuno chiama talento musicale) penso che tu abbia ragione.
il tipo dell'intervista comunque lo ammette che non saprebbe fare altro ( che palle!) , personalmente quelle poche volte che ho il tempo di esercitarmi , mi rendo conto che sono una sega.
Ma non smetterò mai di suonare, mi fa stare bene da 40 anni.
Saluto
Maks

Rispondi
Non cestiniamo gli esercizi sulle scale. ...
di dechiara65 [user #39795]
commento del 20/01/2014 ore 10:18:13
Personalmente trovo interessante anche eseguire esercizi sulle scale, accompagnato dalla batteria e con un pedale multieffetto può diventare tutto più motivante. Si possono provare le tecniche come bending, hammer, pull-off, ecc. e si può improvvisare su linee melodiche particolari. A me fa bene!
Rispondi
Eccezionale!!!!
di kithara [user #24622]
commento del 20/01/2014 ore 10:41:38
Mi ci ritrovo completamente, non avrei saputo spiegare meglio come si riescono a fare certe cose dopo più di 30 anni (nel mio caso, sempre da dopolavorista) a chi ti chiede: "Wow, fico! Come lo hai fatto?"...Matt mio nuovo eroe...e suona anche magnificamente...
Rispondi
?
di telecrok [user #37231]
commento del 21/01/2014 ore 12:05:52
articolo molto interessante altrettanto interssanti tuti i punti di vista, espressi da professionisti, appassionati, turnisti e chitarraioli in genere, intervengo perche però ora sono un po' confuso e da qui il "?" del titolo, ripeto articolo interessantissimo ma vorrei comunque un'opinione più diretta rispetto al mio interrogativo:
Ho iniziato a strimpellare a 13 anni su una Eko da 5000 lire, mi piaceva, ne sentivo il bisogno, ho sempre canticchiato da bambino e mi veniva naturale, mi dava soddisfazione e così ho cominciato a sentire l'esigenza di accompagnarmi con uno strumento e quale se non la chitarra? Era il 1969 e mi fratello più grande di mé di 4 anni già strimpellava, aveva il complessino e la chitarra elettica, poi ha smesso quasi subito attratto da cose più terrene.....
Ho continuato a strimpellare più o meno bene e canticchjiare fino all'84 circa, poi ho smesso per cose altrattanto più terrene con costernazione di molti che dicevano: "hai un dono", "non smettere, non farlo, continua, hai taleto...." evia di questo passo, ma me ne sono fregato contunuando per la mia strada, addio chitarra, addio canto.
Ora da 4-5 anni ho ripreso, sempre come allora perché ne risento il bisogno, ma a 58 anni ho deciso di andare dal maestro di chitarra, pertanto mi spetto esercizi, scale, fraseggi ecc ecc e lo trovo giusto perché occorre disciplina per migliorare, ma voi cosa pensate, sono un deficiente?
Mi sottoporrò allo scherno degli altri allievi 18-20 enni che si domanderanno: "ma che cavolo fà questo quà, ma perché non si mette il cuore in pace e lascia perdere?"
Ormai é chiaro non sarò mai un musicista e men che meno un professionista ma mi sono accorto che forse era vero che avevo del talento e che il desiderio di rimettermi a suonare lo sento come un bisogno, cosa mi dite voi, faccio male o bene a dar retta ai sentimenti ed andare a lezione cercando di migliotrare le mie scarne basi, o butto via soldi e faccio solo la figura dell'idiota?
siate sinceri.
grazie a tutti.
Rispondi
di IlFolleDelloZen utente non più registrato
commento del 06/11/2015 ore 00:56:59
Anch'io nel 69, anzi già nel 59 avevo il complessino (xd).
Tu chiedi se butti via soldi e se fai la figura dell'idiota, e io ti rispondo che provavo più piacere quando da ragazzo riuscivo a fatica a suonare i primi pezzi, piuttosto di quello che provo oggi che sono più scafato anche se non sono un tecnico e non faccio mai esercizi.
Quando diventerai un ipertecnico sappi che non potrai mai tornare indietro e non godrai più della musica come quando facevi fatica a farla per mancanza di tecnica.
Ma è una scelta, c'è chi se non sa fare i numeri tecnici non è soddisfatto e chi con due note al punto giusto e nel momento giusto prova un orgasmo nell'anima!
Io preferisco di gran lunga appartenere al secondo tipo.
D'altronde non facciamo musica per provarne piacere?
Il piacere ce lo deve dare la musica e non chi ascoltandoci ci dice "come sei bravo e come fai ad essere così veloce".
Rispondi
Fai la figura ammirevole
di voodooman [user #8538]
commento del 21/01/2014 ore 14:27:54
di un uomo che coltiva la propria passione, che sa che non è mai troppo tardi per imparare e/o che non si finisce mai di farlo e che si può sempre migliorare. Sono soldi e tempo spesi bene perché finalizzati a realizzare una cosa che ti fa stare bene. Lo scherno, di cui non ti dovrai curare, sarà da parte di chi, ragazzino o adulto, studia musica con la speranza o obiettivo di diventare qualcuno e non semplicemente peché gli piace, si diverte, si sente bene. Quindi per me non fai bene a riprendere, fai stra bene! Grande!!!
Rispondi
ok
di telecrok [user #37231]
commento del 23/01/2014 ore 09:16:
grazie per l'appoggio morale e la comprensione, ne ho veramente bisogno.
Rispondi
di IlFolleDelloZen utente non più registrato
commento del 06/11/2015 ore 00:42:38
Chi suona per far vedere che è un mostro di tecnica certamente deve farsi un mazzo così, di studi tecnici, non ci piove. Chi invece suona per fare musica può anche farne a meno. I pezzi più belli mai scritti sono facili da suonare e non bisogna essere dei mostri di bravura per eseguirli.
Quello che non potranno mai dare gli esercizi è il cuore e credo che sicuramente ci metta più cuore e anima uno che trova difficoltà, ad eseguire un pezzo suo o di altri, piuttosto di chi lo esegue come se fosse la cosa più facile del mondo e di conseguenza non soffre mentre lo fa.
La musica deve contenere un po' di sofferenza, a "me" i vari mostri senz'anima tipo Mozart non "mi" sono mai piaciuti anzi, mi stanno antipaticamente sui gabbasisi!
Ma è una mia convinzione e non pretendo di essere condiviso, anzi, lo so che farà sorridere i cultori della perfezione (che umanamente e filosoficamente) per fortuna non esiste.
Se non si capisce cosa rende superiore un Santana tecnicamente meno che mediocre a tanti chitarristi ipertecnici, è inutile discutere di musica.
Rispondi
di Salvog [user #26748]
commento del 06/11/2015 ore 08:19:48
A mio avviso al musicista in genere non viene necessariamente affiancato un codice deontologico, non è che a tutti i costi deve seguire delle norme o degli insegnamenti se vogliamo essere come Matt o chi per lui, perlomeno nel modo di pensare ed agire, inoltre lui non ha specificato che la sua sia la via “ DIRITTA “, è puramente una sua scelta dettata dal suo ....Senso. Devo ammettere che ogni persona ha il sacrosanto diritto di scegliere la strada che più ritiene percorrere e dovremmo necessariamente allargare il discorso in tutti i campi ( Piano, Fiati, etc...), se vuoi suonare alla Scala di Milano in un contesto orchestrale sicuramente avrai bisogno di molto ben altro nella vita che seguire il tuo istinto. Ma anche pur scegliendo di fare il chitarrista come Professione, quindi essere versatile, duttile e professionale, il mio consiglio a tutti i neofiti di mettersi sotto a studiare, ed anche con particolare piglio e passione. Tutto sta a cosa si decide d’essere!
Rispondi
di darkfender [user #16554]
commento del 06/11/2015 ore 10:05:30
Ennesimo articolo fiammeggiante.... :)
Un paio di informazioni di background:

-la generazione di schofield ha questa mania dell'autodidatta dotato etc etc etc...
è lo stesso identico atteggiamento di un tale Giovanni Allevi..
Un chiaro atteggiamento da Marketing che lo rende odiato da chi sa bene quanto sia falsa e pericolosa questa immagine.
Persino il mio idolo di gioventù: Richie Sambora (e molti altri) è caduto in questo atteggiamento discutibile ma andando a scavare nelle storie passate si scopre quanto sia abbastanza falso....caso strano alla fine salta sempre fuori che hanno studiato.
Poi magari salta fuori che vengono assunti da qualche scuola di musica tipo Berkley e simili e cominciano a insegnare teoria in maniera rigidissima :)

-Seconda cosa... la teoria serve ad essere dimenticata... Se un musicista vuole imparare a pensare quello che deve suonare e a farlo in maniera corretta ha due strade:
la prima è fare come dice lui impiegando 10 volte tanto
La seconda è studiare la teoria per renderla meccanica e automatica (NB se questo limita la creatività vuiol dire che avete studiato male o non ancora abbastanza, non che la teoria faccia male).

Il problema di fondo è che il tempo necessario varia da persona a persona quindi se magari qualcuno ci mette 1 anno da autodidatta e un altra persona 2 con la teoria, un paragone diretto è fuorviante...entrambi ci avrebbero messo meno...

Questa non è una mia teoria, ma anche l'opinione di persone come Bollani, ma anche altri famosi musicisti di formazione classica.....
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 08/11/2015 ore 19:34:03
Non credo che sia questione di generazione nè di immagini pericolose, casomai (dico casomai) potrebbe essere una questione geografica. Anche perchè Allevi non è autodidatta.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 06/11/2015 ore 12:19:17
Aggiungo un elemento extra in questo lungo e acceso dibattito: l'orecchio!! Il miglior modo è IMHO ascoltare altra musica di quello che si suona per farsi il proverbiale orecchio. C'è da trovare ispirazione un pò da tutte le parti e si studia senza chitarra in mano. Potete partire ascoltando il canto degli uccelli, rumori ritmici altrimenti seccanti, le 3 campane di una chiesa e andando avanti, Classica, Folk / canti popolari "vintage" per arrivare alla musica odierna e il vasto panorama di stili ora presenti... e se ne inventano nuovi di continuo! Vi è musica e ritmica nelle lingue - anche in dialetti. La musica di una lingua cambia a seconda dello stato d'animo. C'è un sacco da imparare oltre scale a velocità ipersonica.
Rispondi
di angovi [user #21247]
commento del 08/11/2015 ore 18:19:12
Ma non e' che poi suonando solo quello che si sente di suonare non si progrdisca mai perche' si suona solo quello che si sa'?
Rispondi
di magheggio [user #10968]
commento del 12/11/2015 ore 15:07:3
Leggo da molte parti nei commenti che Tizio è un numero 1... forse si, ma in giro ce ne sono svariate migliaia di numeri uno... numero uno in base a cosa per cominciare? Non ha molto senso... Novak Djokovic è il numero 1 del tennis mondiale del 2015 perchè nella classifica ATP, l'unica che conta, ha 15285 punti ed il numero 2 è a 8470 punti e questo è un fatto incontrovertibile.
Qui tutto è mostruosamente relativo!

Per quanto riguarda l'articolo... sono contento che Matt Scoffield abbia trovato la sua musica... ciò non toglie che altri possano trovare la loro musica in altro modo... poi però non mi dite che lui non sa nemmeno le scale minori o maggior o la scala su cui suona? Ovvio che non ti serve sapere tutto lo scibile musicale per suonare... se non vuoi fare il supervirtuoso o il turnista universale... anche io ho trovato la mia musica da "ignorante", non posso farci niente ma non mi piacciono moltissimi generi dal jazz, al blues, al rock ecc ecc che non saprei suonare in ogni senso perchè non lo troveri soddisfacente (declinerei ed ho declinato inviti a partecipare a progetti che non rientrano nei miei interessi), ma penso di avere un mio stile. Ciò detto però vorrei essere un pelino più bravo e per questo mi esercito quando posso sia su scale che sui soliti esercizi cromatici... oppure quando non mi va suono quello che mi viene...
Rispondi
di Lisboa [user #47337]
commento del 22/08/2018 ore 10:00:18
Sto ragazzo ha feeling ed espressivitá davvero notevoli. Srv e Robben Ford compaiono da dietro le tende come riferimenti ispiratori. Se poi abbia studiato le scale non lo so e non mi interessa. A me tocca studiarle perché non ho neanche una briciola del suo talento naturale. Basta esserne serenamente consapevoli....
Rispondi
Altro da leggere
Doug Aldrich: pentatonica, corde a vuoto e pennata alternata
Doug Aldrich: come arricchire la scala pentatonica
Tosin Abasi – Arpeggi in Sweep Picking
Paul Gilbert e il primo accordo Blues
Tony MacAlpine: arpeggi e salti d'ottava
Paul Gilbert: un lick blues in cinque
Steve Vai & David Lee Roth: troppo famosi per suonare
Corde fini, cervello grosso
Steve Lukather con Gibbons e Ford sul palco dei Supersonic Blues Machine
Steve Vai: la prima cosa che provo in una chitarra? La leva
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
Mini Humbucker FG Mini-H SP-1
Fattoria Mendoza Hi-Crunch: il fratello arrabbiato dell'M
Harley Benton Tube5 combo: sei bella quando strilli
Parliamo di analogico!
Sistemi digitali per cinquantenni soddisfatti
Impressioni a freddo sul Neural DSP Quad Cortex
Acquistare strumenti musicali in Gran Bretagna: come funziona il dazio...
Basi o Altezze?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964