di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 07 maggio 2014 ore 19:00
Come ciliegina sulla torta, la cessione di Guild a Cordoba, si sfalda un altro pezzo dell'impero. Dopo quasi vent'anni di proprietà Fender e due traslochi, anche lo storico marchio nato a Manhattan a inizio anni '50 vede una sorte incerta.
Come ciliegina sulla torta, la cessione di Guild a Cordoba, si sfalda un altro pezzo dell'impero. Dopo quasi vent'anni di proprietà Fender e due traslochi, anche lo storico marchio nato a Manhattan a inizio anni '50 vede una sorte incerta.
Analogamente all'altra vittima della crisi Fender (Ovation), anche Guild ha una storia importante. Protagonista in concorrenza con Gibson e Martin dell'esplosione folk degli anni '60, ha portato un contributo significativo di innovazione e qualità. Fu Guild, per esempio, a mettere in commercio la prima acustica cutaway (D-40C) nel 1972. Non a caso star di prima grandezza la scelsero come strumento da palco: Paul Simon, Johnny Cash, Richie Havens.
Penalizzata dalla fine dell'epoca folk, a inizio anni '80 Guild provò a cercare fatturato nel mondo dell'elettrica, con alcune interessanti solid body e una linea di elegantissime semisolide disegnate da George Gruhn. Ma nonostante una qualità che non subì mai compromessi, il declino di fatturato portò lo storico marchio sull'orlo della bancarotta, fino all'acquisto da parte di fender nel 1995, che dopo soli sei anni sbaraccò la fabbrica e portò la produzione a Corona, salvo traslocare di nuovo nel Connecticut, nelle fabbriche Ovation, nel 2008. Nonostante il valore qualitativo di quest'ultima mossa (i liutai di New Hartford hanno costruito alcune tra le migliori Guild della storia), Fender non fece mai nulla per rilanciare un nome che meritava ben altra fortuna e oggi, per tentare di mantenersi a galla nonostante bilanci in profondo rosso, prova a far cassa con quel che rimane. Cosa farà Cordoba non è dato sapere ancora, il futuro ci dirà se l'uscita dal sempre più instabile carrozzone Fender è stata l'inizio di un nuovo splendore (possibile, viste le potenzialità produttive di Cordoba, anche in territorio americano) o l'anticamera della fine.