Quaini on stage (o quasi) Ep.2: Le fasi di un tour
di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 29 agosto 2014 ore 07:30
Si sente spesso parlare del chitarrista di professione, ma quasi mai si sviscera a fondo quello che si nasconde dietro le luci, le chitarre e i palchi. Un lavoro enorme e variegato. Con Michele abbiamo proprio parlato delle fasi di un tour dalla telefonata dell’agenzia fino alla data zero.
Si sente spesso parlare del chitarrista di professione, ma quasi mai si sviscera a fondo quello che si nasconde dietro le luci, le chitarre e i palchi. Un lavoro enorme e variegato. Con Michele abbiamo proprio parlato delle fasi di un tour dalla telefonata dell’agenzia fino alla data zero.
Michele Quaini: Prendendo come spunto il discorso sulle luci e gli inconvenienti legati ai momenti di buio e di accecamento, riepilogo le fasi di lavoro per lo start di un tour per rendere ancora più chiaro il racconto fatto nel video.
Lo studio (a casa) dei brani: a seconda dei tour é possibile trovarsi in una delle seguente situazioni, elencate in ordine di difficoltà.
Può succedere che una volta ricevuta la lista brani, bisogna poi trascrivere ad orecchio le parti del nuovo disco e fare un balance provvisorio delle sonorità. Quando due o più chitarre sono suonate contemporaneamente (praticamente sempre) é meglio trascrivere tutte le parti udibili e lasciare alla fase delle prove la scelta di quale eseguire. Bisogna poi trascrivere le strutture e le armonie dei brani antecedenti all'ultimo disco scelti per il tour. Spesso questi vengono riarrangiati, come detto nell'articolo precedente.
Nel secondo caso Insieme alla lista brani ricevete un hard disk contenente tutte le tracce che riguardano il vostro strumento. Per intenderci, aprite la cartella di un brano e trovate: un bounce basso-batteria, un bounce keyboards, un bounce voce e cori e, per ipotesi, 12 tracce di chitarra. Importate il tutto in una song di Logic, Protools o ciò che utilizzate ed ecco che potete ascoltare ogni singola chitarra, suono ed effetto utilizzato nel disco.
A volte vi incontrate con il produttore e fate il lavoro sopradescritto insieme a lui, riarrangiando in tempo reale le parti che vanno rivestite a nuovo per il live.
Di solito queste ultime due opzioni sono quelle che mettono nella miglior condizione per lavorare. Ovvio che trascriver e tirar giù le parti di fronte ad una persona che hai conosciuto qualche minuto prima e che magari è un top producer può non esser un'operazione così semplice ed immediata. Preparazione, esperienza e velocità mentale sono indispensabili in questi contesti.
Una volta trascritti i brani si entra nella seconda fase: le Prove Musicali. Di solito vengono fatte in sale grandi (40/60 mq) perché si passa molto tempo in sala e l'attrezzatura utilizzata e' abbastanza ingombrante. Immaginate di stare 10/12 ore al giorno per una,due o tre settimane in una salettina 4x5 mt schiacciati in un angolo, sarebbe un incubo!
A scelta del direttore musicale e della produzione le prove possono esser fatte con gli ascolti in cuffia. In questa modalità la produzione porta in loco il mixer e il fonico di palco e si fanno già in sala gli ascolti brano per brano. Si può fare anche alla vecchia, con spie potenti che buttano fuori un po di tutto, click compreso. Questa è la fase più produttiva e delicata di tutte. Si scelgono i suoni, si fissano le parti, si discutono nuovi arrangiamenti e tutto ciò che servirà allo show.
Finite le prove viene lasciato giusto qualche giorno per ricaricare le batterie e poi si entra in allestimento, la terza fase. L allestimento avviene in un luogo idoneo alla struttura che verrà portata in tour. Qui si montano il palco, le luci e tutto il resto. Vengono decisi i punti luce e vengono fatti i suoni, canzone per canzone.. Sia per la sala (pubblico) sia in cuffia per i musicisti. Il top delle situazioni è avere un paio di settimane per l’allestimento. Una per tutti i dettagli sopra elencati e l’altra per provare la scaletta, due volte al giorno. Provar la scaletta significa provar lo show, con i cambi strumento, le luci, le pause, i parlati, i bis, il set acustico (se previsto) etc. Un concerto alla mattina ed uno al pomeriggio. Ecco che dopo una settimana e 14/15 scalette provate da cima a fondo lo show dovrebbe scorrere senza intoppi.
E ora un po' di curiosità globali. La trascrizione delle parti non è assolutamente indispensabile e diversi musicisti ne fanno a meno. Per me è fondamentale e vi dico anche i perché. Nel momento in cui trascrivi una parte su carta anche il cervello la fotografa e la memorizza. Inoltre hai la possibilità durante le prove di fare micro-correzioni, cambi di struttura o quant’altro sia necessario senza affidarti per forza alla sola memoria. Nella prima fase di lavoro indico il tipo di suono (od, fuzz, tremolo etc) e il numero del preset del delay o rev che ho programmato. Successivamente quando costruisco la patch intera e la assegno sulla mia Vinteck TB10 segno il numero della patch sulla partitura, proprio nel punto in cui devo premere quel pulsante. Scrivo il numero bello in grande e lo cerchio di rosso. Infine in caso di sostituzioni e' comodissimo poter fornire ad un proprio collega le parti precise trascritte con strutture, chart accordi, obbligati e dettagli sui suoni Tutto sommato la partitura resta sempre un bel ricordo da tener nel proprio cassetto.
Nel 80% dei casi riesco sempre ad imparare il repertorio a memoria prima della data zero, ma quando ciò non avviene per motivi di tempi ridotti o repertori molto impegnativi trasformo le partiture in pdf e li carico sul mio fedele ipad. Mr Facchinetti ha un repertorio di oltre tre ore, per esempio. Un'asta nana e un pedalino per il cambio pagina dell’ipad sono sufficienti a rendermi autonomo senza dar nell’occhio con leggii ingombranti e/o problemi di illuminazione o svolazzamento delle partiture.
Alcune volte mi sono trovato in situazioni particolari che non rientravano nei canoni già citati. inutile dirvi che in questi casi la preparazione e l'esperienza ( l’ho gia' detto lo so) sono davvero indispensabili per non incappare in una figuraccia o peggio in un esaurimento nervoso!