Il liutaio statunitense Leo Scala denuncia su Facebook il channel bound. La tastiera scavata all'interno del manico sarebbe una sua idea, sviluppata anni addietro per Gary Kramer, e ci sono delle foto che lo testimoniano.
Si dice che le idee siano nell'aria. Più volte nella storia è capitato che diversi inventori giungessero a soluzioni simili quasi in contemporanea. È capitato col telefono, con il cinema, e la stessa chitarra elettrica si è delineata passando attraverso più mani più o meno in contatto tra loro. Quello di cui parla il liutaio Leo Scala, però, vede date e testimonianze completamente dalla sua parte, a discapito di mamma Fender.
In un recente post sulla
pagina Facebook di Scala Guitars, Leo ha avvertito i suoi fan con un messaggio molto chiaro:
"
Fate attenzione alle informazioni fasulle fornite da Fender! Ciò che viene pubblicizzato come una innovazione Fender non è altro che pubblicizzare il lavoro passato e le ricerche di qualcun altro."
Con la sua denuncia, il liutaio si riferisce ai manici channel bound, tecnica simile all'intarsio che caratterizza parte della moderna produzione Fender di fascia alta. La serie Select ha fatto dei manici channel bound, con tastiere letteralmente scavate all'interno dei manici in acero, una propria bandiera e solo pochi giorni fa sono apparsi in catalogo
due nuovi modelli in edizione limitata che hanno esteso la caratteristica anche alla serie American Standard.
Fender ha presentato il channel bound per la prima volta nel 2013, annunciandolo come frutto di ricerche all'avanguardia per nuovi livelli di estetica e suonabilità.
Diversamente dalle invenzioni di Leo Fender, di Antonio Meucci e dei fratelli Lumiere, però, quella di Leo Scala avrebbe visto la luce un bel po' di anni prima rispetto a quella proclamata dai diretti concorrenti.
Nel suo post, il liutaio spiega che l'idea di una tastiera intarsiata all'interno di un manico era stata da lui sviluppata per il Custom Shop di Gary Kramer nel lontano 2006.
A farne uso furono le chitarre della serie Bondage, mostrate ai Winter Namm del 2006, 2007 e 2008.
Leo non si era fermato alle tastiere, anzi alcuni modelli adottavano una tecnica simile per le palette e per i body, dando vita a combinazioni di legni esotici e colori di sicuro impatto.
A sostegno della sua tesi, il liutaio allega alcune foto originali di quegli strumenti, che proponiamo nella gallery che segue.