di redazione [user #116] - pubblicato il 14 ottobre 2014 ore 16:00
Il giovane musicista cerca di stupire e attirare l'attenzione con exploit tecnici e virtuosistici. E la rete è satura di video performance zeppe di passaggi impossibili ma povere di quegli elementi che caratterizzano un vero professionista: suono, personalità, groove.
Il web rappresenta per i ragazzotti - giovani musicisti che ambiscono a diventare professionisti - una vetrina straordinaria. Chiunque può caricare il video di una propria performance e affacciarsi su una platea ampissima. L’errore che fanno molti, quale che sia lo strumento che suonano, e di proporre performance che stupiscono e attirano l’attenzione con exploit tecnici e virtuosistici, trascurando aspetti che veramente caratterizzano un professionista: il suono, la personalità, la sicurezza nel tocco e nel groove. Performance di questo tipo finiscono per attirare attenzione e consensi solo da parte ristretta e ben circoscritta di pubblico: altri ragazzotti e nerd infoiati dalla tecnica. Ma è ancora peggio quando musicisti di questo tipo si cimentano in video performance di brani veri e propri. E le canzoni che eseguono diventano pretesti, contenitori asettici, per inserire le loro prodezze strumentali. Quindi tutto è eseguito con sufficienza, distrattamente, senza passione: fatta eccezione per le svisate, gli assolo e i fill suonati invece in maniera perfetta e bella da vedere. Senza saperlo il ragazzotto, inizia a scavarsi la fossa da solo.
Di Marco Vinzoni, il Guru della Batteria, sappiamo pochissimo. Originario di Monza, oggi vive nella Repubblica Domenicana. Ha trascorsi come musicista, ha odiato il jazz per una vita ma ora ci si sta appassionando e ha suonato cover dei Duran Duran. Al momento, è il riferimento assoluto per tutti i batteristi del pianeta che lo seguono nel suo corso di Alto Livello.