di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 21 novembre 2014 ore 07:30
Quando si parla di entry level subito si pensa a strumenti economici per principianti. Se però il marchio è di quelli spenderecci anche questa categoria comincia a raggiungere prezzi interessanti. La Taylor 320 è si un modello entry ma relativamente. L’abbiamo data in pasto a Paolo Antoniazzi per un po’ di sano strumming e qualche blues vecchia maniera.
Quando si parla di entry level subito si pensa a strumenti economici per principianti. Se però il marchio è di quelli spenderecci anche questa categoria comincia a raggiungere prezzi interessanti. La Taylor 320 è si un modello entry ma relativamente. L’abbiamo data in pasto a Paolo Antoniazzi per un po’ di sano strumming e qualche blues vecchia maniera.
Quella giunta in redazione nella solida custodia rigida è una dreadnought con tutte le forme al posto giusto, modello entry ma della linea americana, non proprio uno strumento per principianti ma lo strumento più economico della serie quindi relativamente economico visto che passa i mille euro in scioltezza.
La cassa con le giuste proporzioni è realizzata con un top in mogano tropicale, scelto per la brillantezza e la ricchezza di toni. Fasce e fondo sono invece in sapele, un’essenza molto simile al mogano del top, con caratteristiche timbriche molto vicine e una lieve variazione cromatica. Il bracing scelto è il Forward Shifted with Relief Rout, un sistema di proprietà della Taylor stessa. Questa particolare incatenatura, molto simile a quella utilizzata nei violini, permette al top di avere la giusta resistenza senza perdere troppa elasticità garantendo così un’ottima performance sonora. Alle dreadnought si sa serve un buon volume, ma non bisogna disdegnare la ricchezza timbrica vero punto di svolta tra una chitarra di fascia media e una più costosa. Mogano ed ebano per manico e tastiera. La scala scelta è da 25’’ e mezzo, con 20 tasti con giunzione del manico al 14esimo. Nonostante l’aspetto rustico la Taylor 320 ha finiture davvero curate, a partire dai pin nel ponte in ebano passando per il binding nero intorno al body per finire al palissandro indiano che riveste la paletta. Come si può facilmente intuire non abbiamo a che fare con uno strumento economico o realizzato in maniera superficiale ma abbiamo tra le mani una chitarra fatta bene e rifinita meglio.
Il modello in prova non era dotato di sistema di amplificazione, ma come optional la 320 può essere dotata oltre che del cutaway anche del complesso Expression System. Vediamo però unplugged come si comporta questo pezzo di mogano tropicale visto che di buchi per il jack proprio non ce ne sono.
Quello che ci si aspetta quando si imbraccia una dreadnought è sicuramente un ottimo volume. Si tratta pur sempre di chitarre votate alla strumming, perfette per questo scopo, ma non certo monouso. La Taylor in prova oggi mostra già dalle prime note che la voce grossa è in grado di farla. La scelta dei legni e la cura dei dettagli costruttivi però, non le regalano solo volume e potenza, ma anche un sound ricco e armonico. Bassi profondi e cantini equilibrati. I medi ci sono ma non sono preponderanti. La chitarra non suona inscatolata o spenta, anzi regala soddisfazioni anche suonando con le dita e abbandonando il plettro per qualche minuto. La potenza come diceva Ronaldo, è nulla senza il controllo.
La Taylor, coccolata nella giusta maniera è dotata anche di una dinamica eccezionale. Anche sfiorando appena le corde, si ha la sensazione che il legno vibri con decisione. Imbracciarla non è nemmeno così complicato, anzi! Le dimensioni sono generose, certo, ma sono quelle di una dreadnought, volenti o nolenti vanno accettate. Il manico però rappresenta il vero fiore all’occhiello della 320. Comodo come pochi fino ad ora, accompagnato da una action bassa che fa sembrare le 0.012 Elixir montate di serie più morbide di quanto ci aspettassimo.
La Taylor 320, per concludere, è uno strumento realizzato con cura e con una gran voce. Lo si paga più di 1000 euro, ma è una chitarra che pur essendo un modello base può essere già considerata definitiva. Il modello amplificato sicuramente regalerà ottime soddisfazioni anche su un palco. Conosciamo bene l’Expression System e siamo sicuri potrà dare alla 320 una marcia in più.