di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 03 marzo 2015 ore 07:30
Analogico o digitale, un problema che da sempre attanaglia chi vuole acquistare un delay. Mastro Valvola ha confermato che la verità sta nel mezzo. Il TimeLab è un ibrido che cerca di tirare fuori il meglio dei due mondi.
Analogico o digitale, un problema che da sempre attanaglia chi vuole acquistare un delay. Mastro Valvola ha confermato che la verità sta nel mezzo. Il TimeLab è un ibrido che cerca di tirare fuori il meglio dei due mondi.
Il case è quello in metallo asimmetrico che accomuna la maggior parte dei prodotti di Mastro Valvola e che abbiamo già avuto il piacere di testare qualche tempo fa. A differenza di boost e distorsori, il delay ha qualche controllo in più sparso sul piano superiore, oltre ai due switch dedicati all'On-Off e al Tap Tempo. La funzione delle cinque manopole è chiarita dalla grafica curata e solida come il resto del pedale.
Delay,Repeats e Mix sono i tre parametri base con cui gestire tempo, ripetizioni e mix.
Come detto all’inizio della recensione, il TimeLab è un ibrido. Mentre le ripetizioni sono affidate a un algoritmo digitale dedicato, il segnale dry è trattato analogicamente. Questo permette di poter mixare alle ripetizioni il vero sound della chitarra, che passa attraverso il circuito senza essere convertito in nessun modo.
Gli algoritmi creati da Mastro Valvola permettono di simulare quattro differenti tipi di delay, selezionabili con il Type, che in realtà è un selettore a quattro posizioni. Digital, Analog, Resonance e Modulation sono i mondi totalmente diversi che rendono il TimeLab un effetto ben più versatile di quanto ci si aspetterebbe. A questi, per ampliare la rosa di suoni con cui sperimentare e giocare, si aggiungono lo switch per selezionare tre differenti suddivisioni (quarti, ottavi e terzine di ottavi) e il Filter. Quest'ultimo potenziometro è l'altra parte analogica del circuito e permette di aggiungere alle sole ripetizioni un filtro attivo. Nella posizione centrale è flat, mentre ruotato a sinistra o a destra permette di enfatizzare rispettivamente le basse e le alte. È una sorta di controllo di tono, ma che interviene sul solo segnale effettato lasciando il dry libero di passare attraverso lo stompbox.
Nonostante i numerosi controlli a disposizione, il TimeLab è facile da usare, quasi prêt-à-porter. Soprattutto se si comincia a usarlo con Filter in flat e selettore su Digital. Questa si può considerare come base di partenza per cominciare a prendere confidenza con il Mastro Valvola. Come da copione, le ripetizioni digitali sono precise e squadrate, ma la possibilità di mixare a queste il segnale dry diretto dà all’effetto una marcia in più. Il suono resta corposo e presente.
Prima di giocare con il Filter, passiamo alla modalità Analog. Questa rende il sound un po’ più cupo e aggiunge la tipica modulazione leggera dei circuiti di questo tipo, un timbro che diventa la ciliegina sulla torta dei suoni distorti. Resonance e Mod invece sono le due voci più psichedeliche. Entrambe si basano sulla seconda modalità e, a questa, aggiungono un filtro di risonanza nel primo caso e un chorus multivoci nel secondo. Queste due impostazioni sono decisamente creative, rappresentano le classiche sonorità che rischiano di fare perdere interi pomeriggi tra tappeti sonori e dissonanze diaboliche.
Il Mastro Valvola TimeLab è veramente un laboratorio in miniatura. Le numerose regolazioni permettono di avere sotto i piedi una versatilità a tutto tondo. Si riesce a spaziare da suoni moderni, indietro nel tempo fino alla vera psichedelia, il tutto al prezzo più che adeguato di 230 euro.