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Paul Gilbert: shredder redento
Paul Gilbert: shredder redento
di [user #17844] - pubblicato il

Per buona parte del mese di aprile, Paul Gilbert è impegnato in un tour attraverso l'Italia, a metà tra il concerto e la clinic. Gli abbiamo fatto visita alla data di Caserta scoprendo un virtuoso dedito al blues e al rock, patito del bending e pentito delle corse folli a base di pattern geometrici.
Per buona parte del mese di aprile, Paul Gilbert è impegnato in un tour attraverso l'Italia, a metà tra il concerto e la clinic. Gli abbiamo fatto visita alla data di Caserta scoprendo un virtuoso dedito al blues e al rock, patito del bending e pentito delle corse folli a base di pattern geometrici.

Fin dai suoi primi funambolici passi, Paul Gilbert ha nutrito orde di chitarristi a pane e plettrata alternata a velocità folli. Da qualche anno, però, ha riscoperto il piacere del rock, del blues e della canzone in senso più tradizionale. Alcuni puristi non hanno apprezzato il cambio di stile, c'è chi parla addirittura di "tradimento", altri chitarristi invece hanno imparato a conoscere un risvolto inedito di un artista un tempo snobbato da un certo tipo di pubblico proprio per il suo ipertecnicismo. Lo si ami o lo si odi, la metamorfosi di Paul negli ultimi album non può lasciare impassibili. Anche noi abbiamo ceduto al suo fascino e ieri sera, in occasione della sua clinic al Softly Live di San Prisco (Caserta) offerta da Centro Chitarre e Culture Factory, siamo andati a piazzargli una telecamera sotto il naso.
Abbiamo avuto modo di trascorrere alcuni minuti in tranquillità con lui per una chiacchierata, tutta documentata in video, che sarà prossimamente sulle pagine virtuali di Accordo.


Quando si programma un'intervista, la giornata comincia presto. Ci si incontra nel pomeriggio, di solito si lascia spazio al sound check e dopo i convenevoli del caso si va al sodo.
Durante il check è possibile capire molto di un artista. Ognuno ha il suo modo: c'è chi trascorre interminabili minuti a regolare i propri pedali, chi interroga in continuazione il fonico per accertarsi che l'ascolto in sala sia come lo vuole lui, c'è chi approfitta per ripetere i passaggi più complicati e poi ci sono quelli come Paul Gilbert.
Accompagnato dagli ottimi Antonio Muto alla batteria e Marco Galiero al basso, Paul ha impiegato relativamente poco per regolare i propri suoni, il fonico Marco Musco (sempre una garanzia) ha fatto il resto. Quello che è seguito è stato un vero e proprio concerto pre-serata. La formazione ha passato in rassegna buona parte dei brani in scaletta in uno spirito quasi da jam session, lasciandosi andare a lunghe improvvisazioni, scambi e confronti divertiti. Unici spettatori: il fortunato sottoscritto e Riccardo Cappelli, che accompagna Gilbert in questo tour italiano.

Quello che segue è poco più che un diario della masterclass, più che altro un pretesto per condividere con voi alcuni scatti e impressioni a caldo in attesa che l'intervista sia impacchettata a dovere per la pubblicazione.
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Quando poco dopo le 22 si sono abbassate le luci, il pubblico ha ottenuto esattamente ciò che si aspettava. Paul è un ex shredder redento, con tutto l'entusiasmo e la genuinità che ha contraddistinto i virtuosi della sua generazione. Ora suona rock, blues, si appassiona alle mille alterazioni che possono caratterizzare in un modo o in un altro le dodici misure e condivide con gli altri ogni piccola scoperta musicale, ogni spunto, con alla base una preparazione meccanica da far spavento.
Prima in scaletta è "Born To Be Wild", e già è chiara la direzione che prenderà l'incontro. Paul è su di giri, racconta e diverte, spiega le sue considerazioni su aspetti anche apparentemente banali, ma che visti con gli occhi di un professionista del suo calibro riescono a dare il via a riflessioni importanti. Ciò che fa di più, però, è suonare. Gilbert ha un classico del rock da suonare per ogni tecnica che intende dimostrare. Ecco quindi che si parte dal bending e la "faccia da chitarrista" che ti fa fare inevitabilmente quando ne tiri uno per bene, si passa poi per la gestione dell'espressività tramite i legati, la forza della pennata o la durata stessa delle note. Per darne un esempio suona un brano dal sapore jazzy, cupo, con quegli accordi alterati che lui spiega essere "accordi da adulti", ben diversi da quelli che apprezzava da ragazzo.
Paul sa come tenere vivo l'interesse degli studenti e, nello spiegare la tecnica necessaria a plettrare su tutto il set di corde facendone risuonare una sola e aumentarne così l'impatto, fa notare quanto spesso si vedano foto dei grandi chitarristi con una mano sul manico e l'altra per aria. "Quello" spiega "vuol dire che hanno appena beccato una gran nota!" e, per dimostrare quelle che chiama "arm-in-the-air notes", eccolo che parte con "While My Guitar Gently Weeps".
Il suo playing è gustoso, il suono definito e grosso il necessario. Anche se aveva promesso di aver chiuso coi tecnicismi, non mancano i fuochi d'artificio e la clinic è tutto un montare fino alla divertente jam session insieme ad alcuni dei presenti, che conclude l'incontro.


Mentre leggete queste righe, probabilmente Paul si sta scaldando prima di entrare in scena a Martirano Lombardo (Catanzaro). Se vi siete persi le prime tappe del clinic tour non disperate: ne seguiranno ancora altre nei prossimi giorni, tutte elencate in questo articolo.
clinics paul gilbert
Link utili
Le date del tour 2015 di Paul Gilbert
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A Latina....
di mickdemaria [user #22120]
commento del 16/04/2015 ore 21:30:22
....tra qualche giorno non mancherò :)
A me devo dire piace più adesso che è più rocker e meno shredder, e comunque trasmette un'energia ed una passione uniche. Io faccio anche la sua rock school su Artist works e mi diverto parecchio!
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Visto a Pordenone! Concordo su ...
di fbf [user #36393]
commento del 16/04/2015 ore 21:31:38
Visto a Pordenone! Concordo su tutto: un grande!!!
Unico rimpianto non aver potuto fotografare come volevo la clinic: vietato!!!! (Sigh sigh!!!!)
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I chitarristi post Malmsteen ad ...
di luis68 [user #35769]
commento del 16/04/2015 ore 21:52:18
I chitarristi post Malmsteen ad un certo punto si sono divisi in due categorie:gli ostinati/coerenti e i pentiti/maturati,Paul Gilbert appartiene a quest'ultima categoria e secondo me il meglio lo ha dato con i Mr.Big,dove aveva fatto delle cose interessanti,mentre i suoi dischi da solista sono un concentrato di citazioni,si passa dai Queen ai beatles ai Pink Floyd al punk fino alla musica classica,che lascia il tempo che trova,senza contare che come cantante lascia molto a desiderare,detto questo mi e' simpatico oltre che essere un grande chitarrista
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Visto due anni fa
di swing [user #1906]
commento del 16/04/2015 ore 22:00:14
La clinic qui descritta mi pare che più o meno ricalchi quella che ho visto due anni fa, mi era piaciuta un sacco, lui è molto simpatico, alla mano e suona alla grande. Anche se so che più o meno sarebbe la stessa clinic, lo rivedrei volentieri.
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cioe san prisco, cazzo a ...
di Ghirmo [user #11530]
commento del 17/04/2015 ore 00:40:59
cioe san prisco, cazzo a tre km da casa mia???? le cose importanti non le vengo mai a sapere, minchia
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stasera!!!!
di francescolomunno [user #38311]
commento del 17/04/2015 ore 10:38:13
Ci vado stasera, ad Alberobello (BA). L'ho visto 2 volte in concerto con i Mr.Big, ma così da vicino....
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Mizzica a Palermo! Grandissimo! Voglio ...
di helloween [user #27122]
commento del 17/04/2015 ore 11:41:51
Mizzica a Palermo! Grandissimo! Voglio andarci assolutamente!
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Grandissimo!
di francescolomunno [user #38311]
commento del 18/04/2015 ore 11:05:32
Ieri sera sono stato alla clinic di Paul, come da commento precedente...che dire? Un mostro per tecnica, tocco, feeling, suono...
La clinic purtroppo è stata funestata da un "interprete" che non conosceva non solo l'inglese, ma neanche l'italiano e la musica (Paul ha fatto un paio di pezzi di Robin Trower e l'interprete ne ha storpiato malamente il nome per poi ammettere candidamente "non so chi sia"), fortunatamente anche chi mastica poco l'inglese ha capito grazie all'espressività di Paul. Il senso della clinic, che è quello spiegato nell'articolo, cioè la redenzione dallo shredding sterile, la visione della musica a 360°, purtroppo non è stato compreso da molti: l'organizzazione in primis, Paul è stato presentato come "uno dei chitarristi più veloci al mondo", "ai primi posti nelle classifiche delle riviste X e Y", buona parte del pubblico, ragazzini metallari in testa, che gli hanno rivolto domande a dir poco stupide ("quanto tempo ci hai messo per diventare così bravo?" ..."quante ore al giorno fai pratica?" a quest'ultima Paul ha rispostoin maniera stupenda: "non lo so! amo suonare, e quando fai qualcosa che ami non ti metti a contare il tempo!").
Seguo Paul Gilbert da una ventina d'anni, Mr.Big, Racer X, solista, e sono convinto che la sua evoluzione da shredder a songwriter lo ha portato fuori dallo spazio angusto dell'ipertecnicismo per farlo diventare un Musicista con la M, punto di riferimento per chitarristi e non solo.
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"quegli accordi alterati che lui ...
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 18/04/2015 ore 17:24:18
"quegli accordi alterati che lui spiega essere "accordi da adulti""
:-)
Sono d'accordissimo! :-)))
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