di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 19 giugno 2015 ore 08:00
Tra le mani di Paolo Antoniazzi è capitata una delle novità più interessanti di casa Yamaha, la LL6, una chitarra acustica con caratteristiche tecniche interessanti ma un prezzo contenuto.
Tra le mani di Paolo Antoniazzi è capitata una delle novità più interessanti di casa Yamaha, la LL6, una chitarra acustica con caratteristiche tecniche interessanti ma un prezzo contenuto.
La LL6 è una chitarra che bada alla sostanza, lo si intuisce da subito. L’aspetto, soprattutto nella colorazione natural, non si perde in fronzoli, orpelli e ghirigori. Binding leggeri, una rosetta in madreperla, ma delicata e un classico battipenna a goccia tartarugato, queste sono le uniche concessioni all’occhio. Tutte le altre specifiche si concentrano sulla soddisfazione delle orecchie, la parte più importante per ogni strumento, quella da non sottovalutare mai.
Il top è realizzato in abete Englemann massello. Questo è trattato con il sistema A.R.E, una particolare tecnica, sviluppata proprio da Yamaha. Attraverso l’utilizzo di ambienti con umidità e temperatura controllate, i tecnici giapponesi operano un vero e proprio invecchiamento dei legni (del solo top in questo caso), per regalare all’abete quella ricchezza timbrica tipica di strumenti suonati per anni. A questo trattamento si somma il nuovo x-bracing, realizzato con la stessa essenza e reso leggerissimo da un profondo scallop che, a detta della casa dei tre diapason, donerebbe un’accesa nota bright al timbro della LL6.
Fondo e fasce sono in palissandro laminato, come il ponte e la tastiera a 20 tasti. Lo stesso legno è utilizzato per realizzare le due parti centrali che, assieme alle tre in mogano, compongono il manico. Questa soluzione permette di aumentare la rigidità del manico, rendendolo più resistente a torsioni e imbarcamenti.
Oltre alle meccaniche dorate e la custodia in dotazione, l’ultimo accessorio da citare è il sistema di amplificazione Zero Impact. Questo è un pickup piezoelettrico passivo, o meglio è un composto di sei differenti trasduttori (uno per corda), studiato per riprodurre al meglio il sound della serie L.
A dispetto del prezzo ridotto, imbracciando la LL6 non sembra di avere tra le mani uno strumento economico, anzi. La comodità del profilo del manico è accentuata dal bordo ricurvo del binding attorno alla tastiera, che fa il paio con i tasti jumbo ben smussati. Leggendo la scheda tecnica scopriamo che alla Yamaha hanno scelto con cura la distanza tra le corde e la action da adottare sulla LL6. Sotto le dita non possiamo che apprezzare il risultato. Tutto è al posto giusto, dove lo si vorrebbe avere. Ora resta da vedere se anche tutte le frequenze sono dove le vorremmo.
La forma del body è molto simile a quello di una dreadnought, in realtà si tratta di un LL, uno shape sviluppato da Yamaha, una evoluzione della classica D, modificata quanto basta per mantenere le stesse peculiarità timbriche, ma con qualche miglioria (almeno si spera).
Cominciamo con dello strumming, con un plettro morbido. Il sound è equilibrato e potente. Le alte sono frizzanti, ma non taglienti o fastidiose. La pancia larga della cassa armonica regala comunque una buona dose di ciccia sulle basse. Il volume non è esagerato, ma dalla buca si ha una buona proiezione. Si sente lo strumento vibrare sulla pancia e ci regala una bella sensazione, trasmette feeling. La LL6ARE, come molte delle sue compagne di marchio, è uno strumento che sembra di avere avuto tra le mani per anni. La voce è ricca di armoniche, anche se ammettiamo di non riuscire a percepire con decisione i risultati del trattamento speciale del top.
La LL6 è uno strumento che, completo di custodia, viene via a meno di 500 euro. Un prezzo che, viste le caratteristiche, la rende particolarmente appetibile. Una chitarra in grado di soddisfare anche i palati più fini senza svuotare i portafogli più giovani.