di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 11 luglio 2015 ore 10:00
Spesso le ricette meglio riuscite sono quelle che hanno bisogno di pochissimi ingredienti. La L02 è un’acustica semplice semplice, senza fronzoli, che bada al sodo. L’abbiamo assaggiata con Paolo Antoniazzi per vedere quante stelle Michelin si merita il ristorante Larrivée.
La L02 è una di quelle acustiche che non attirano gli sguardi per le finiture pregiate, le verniciature glossy o binding esagerati. È uno strumento dall'aspetto non ricercato, ma realizzato per essere performante e soddisfare anche i palati più fini. La L, è costruita in Canada, a mano, come la serie 03. Alcuni dettagli differenti permettono al prezzo di scendere di parecchio verso il basso, rendendola più invitante.
Nello specifico la L è realizzata in soli legni massello, Abete Sitka per il top (sorretto da un x bracing della stessa essenza) e mogano per il fondo e le fasce, sempre solido. Anche il manico è in mogano, ma a differenza di quello dei modelli superiori non è in un solo pezzo ma in più parti. Le altre differenze sono pressoché estetiche, come l’impiallacciatura in palissandro sulla paletta al posto di quella in ebano della 03, o la rosetta meno pregiata. Tutti dettagli che non influenzano il suono, ma solo la cifra da sborsare al venditore.
Tastiera a 20 tasti e ponte sono in ebano, lo si vede anche a distanza, è compatto e nero, ma lo si avverte ancora di più sotto alle dita. Non restano da citare che le meccaniche cromate con ratio di 18:1.
Anche a leggere le specifiche ci si accorge di quanto basic sia la L02. Per gli strumenti acustici, spesso, la semplicità è un’arma vincente. L’assenza di fronzoli o binding troppo elaborati, diventa per molti aspetti una qualità, più che una mancanza, soprattutto quando lo strumento, nella sua semplicità, è comunque di qualità e non lascia a desiderare.
Questo è proprio il caso della L02, una chitarra costruita come i modelli delle serie più costose, ma scaricata di qualche centinaio di euro. L’obbiettivo di Jean Larrivée era quello di ottenere uno strumento professionale, che però fosse accessibile a tutti. Per farlo quindi ha scelto di non lesinare sulla scelta dei legni e sulla costruzioni. Di questa cosa gli siamo grati, perché già dalle prime note si avverte quanto questa 02 abbia da dire. Cominciamo con uno strumming con plettro leggero. Lo shape del body, bello largo, ma non eccessivamente, ci aiuta parecchio in questo frangente. Regala rotondità al suono, permette alle basse di sfogarsi e allo stesso tempo smorza lo sferragliare dei cantini.
L’action e la finitura dei tasti ci permettono di suonare stando a nostro agio. Il manico rotondo quanto basta, dà una bella sensazione di confort, anche se per certi versi l’avremmo preferito lievemente più sottile (siamo comunque lontani anni luce dalle mazze da baseball). Anche dopo diversi minuti e svariati colpi di plettro l’accordatura non si è mossa di una virgola, segno di una solidità ottimale per uno strumento che vuole strizzare l’occhio anche ai professionisti. Passiamo alle dita e la situazione non cambia. Le stesse buone impressioni dello strumming si rispecchiano anche nel fingerstyle. Il buon setup e la voce grossa ci fanno divertire fin da subito, accordi e melodie si riescono a sposare bene, senza doversi concentrare troppo sull’energia da applicare alle dita, il che permette di scialarsela senza troppe remore.
In definitiva la L02 è una chitarra acustica che a circa 1400 euro offre delle features di tutto rispetto e che si discosta dalle 03 di qualche centinaio di euro, ma quasi esclusivamente grazie a downgrade estetici. La prova la si ha suonandola, la 02 è uno strumento che merita sicuramente di essere strapazzato per bene e che può non deludere anche i più schizzinosi.