di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 24 luglio 2015 ore 07:30
Nata come la versione economica della più prestigiosa SJ200 la 100 arriva nei negozi in 65 esemplari per una versione limitatissima. L’abbiamo provata con Paolo Antoniazzi nell’acoustic room di Lucky Music.
La SJ 100 è la “cugina modesta” della SJ200, come recita il sito ufficiale della casa americana, ma è diventata con gli anni (e sono davvero tanti ormai), una flat top apprezzatissima, con una storia a se stante e un pubblico di appassionati fedeli. Per il 2015 alla Gibson hanno pensato di creare alcuni modelli limitati e speciali, la Special Vintage Sunburst in prova oggi e la 1941. Del modello che abbiamo messo tra le braccia di Paolo ne sono stati fabbricati solo 65 esemplari.
La forma è quella classica delle Super Jumbo made in USA, il vintage sunburst lascia trapelare le essenze usate per la realizzazione. Nello specifico abbiamo dell’abete Sitka per il top, sorretto da un x-bracing scalloped sempre in abete. Fasce e fondo sono in mogano, così come il manico (realizzato in un solo pezzo). La particolarità che distingue la Special Edition dalla ‘41 (almeno esteticamente) è il ponte, bello baffuto, come quello della SJ200, denominato appunto Mustache, costruito in palissandro come la tastiera a 20 tasti con una scala da 25,5’’.
Arrivati in fondo alla scheda tecnica restano solo da citare le meccaniche cromate, dall’aspetto solido, ma non molto pregiate, e il sistema di amplificazione. Affidato sempre a LR-Baggs piezo e pre fomrano precisamente un Element VTC, con controllo di volume e di tono nella buca.
A vedere il cartellino del prezzo, la cugina non sembra così modesta, anzi. Prendendola in braccio, toccandola e osservandola da vicino, si dimostra subito per il buono strumento che è. Meno pomposo della SJ 200 la 100 lascia subito ben sperare. L’action è perfetta, il manico forse un po’ troppo spesso, sulle prime impensierisce. Basta poco per far adattare la mano alle dimensioni generose. Bello ingombrante anche il body. Le proporzioni sono esattamente quelle della cugina, rispettate al millimetro. Sotto al braccio destro si fa sentire, ma anche in questo caso basta un po’ di pazienza per non soffrire più di tanto per l’abbondanza di curve.
Vediamo ora cosa mette sul piatto la J100 dal punto di vista timbrico. Prendiamo un plettro e diamo qualche poderosa strummata. Come ci aspettavamo la risposta è molto simile alla Gibson che abbiamo provato poco tempo fa. Le basse la fanno da padrone, spinte dalle dimensioni della cassa e dal volume davvero poderoso. Basse si, ma non sufficienti a soffocare il resto delle frequenze. La parte alta del suono non fatica più di tanto a fare capolino, il tutto per creare un bilanciamento ottimale. Accordi aperti e pennate vigorose sono il pane per questa flat top, ma una prova in fingerstyle non si può risparmiare.
Anche con le dita la Gibson se la cava alla grande. L’ottimo equilibrio dimostrato nello strumming si ripete pari pari quando si abbandona il plettro, anche se le basse perdono un po’ vigore. Colleghiamo un cavo per vedere quanto l’LR Baggs riesca a replicare il sound potente e corposo della SJ. Purtroppo trattandosi di un piezo, il sound perde un po’ della sua magia. Le basse diventano un po’ più spugnose e gli alti più metallici. La abbiamo preferita decisamente in acustico, ma l’avere un sistema discreto che permetta di salire su un palco senza remore, è una possibilità da non sottovalutare.
Per concludere la SJ100 è una chitarra che modesta proprio non si può definire. Con i suoi quasi 4000 euro di prezzo si va a infilare tra i top dei top. Sicuramente il costo è lievitato anche a causa dei pochi esemplari prodotti, ma tutto sommato, a sentire come suona, li può anche valere.