di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 27 ottobre 2015 ore 07:30
Source Audio ci ha abituato a stomp box moderne, piene di controlli con cui familiarizzare. La serie One inverte la tendenza tecnologica per un ritorno a un’interfaccia più easy. Il cuore resta quello super-avanzato di sempre e pronto ai sound più estremi, ma l’aspetto è da stompbox tradizionale, pochi controlli e tutti abbastanza chiari.
Tra le mani, in un colpo solo, ci siamo ritrovati le modulazioni della serie One di Source Audio. Li abbiamo collegati tutti in fila per testarli a fondo. L’interfaccia è rinnovata e semplificata, ma il circuito è sempre un concentrato di tecnologia. Ve li presentiamo quindi in una panoramica dettagliata in attesa di sentirli dal vivo al prossimo SHG.
Cominciamo dal Chorus Gemini. Il blu si sa, è il colore del chorus e il Source Audio sfoggia un case in alluminio anodizzato davvero bello. Con quattro manopole e un micro switch il Gemini permette di avere sotto ai piedi l’intera storia di questo effetto. Si parte dai suoni ‘70s, più psichedelici e corposi, per passare al Quad Chorus che ricrea i fasti degli anni ottanta, con una voce più spaziale e delicata. Immancabili i controlli di death e speed con cui regolare i parametri base dell’effetto. Meno scontati il mix e il tone. Il mix permette di miscelare il segnale dry dello strumento e ampliare così le possibilità di utilizzo soprattutto dei setup più estremi, che sommati alla voce naturale della chitarra in maniera meno invasiva possono diventare una vera e propria risorsa.
Proseguiamo nella catena e approdiamo al Vertigo. Il Tremolo, come il Chorus, tenta di riassumere in un’unico chassis una quarantina d’anni di evoluzione. Anche qui troviamo quattro controlli e uno switch. In questo caso le modalità a disposizione sono Normal, Harmonic e Bias. La prima è un classico tremolo Fender style. Forse leggermente troppo HI-FI per essere definito vintage, ma comunque soddisfacente. Si passa all’Harmonic con un click ed eccoci trasportati negli anni ’60. Ispirato al Vibrato dei Fender Super che aggiunge un’accenno di phaser al sound dello strumento. Molto utile il controllo della shape, che squadra progressivamente l’onda del tremolo rendendolo via via più aggressivo.
Passiamo ora al vero phaser, il Lunar. Nello stesso pedale convivono tre tipologia completamente diverse di effetto. Il classic, in stile Phase 90 è a quattro stage, sufficientemente invasivo, ma non esagerato come il Multi. Questo crea un vero e proprio casino (in senso buono), sballottando con decisione il segnale dry e restituendo qualcosa di veramente ipnotico. Molto evocativa infine la modalità Uni-vibe, molto seventies. Ai potenziometri che permettono di regolare speed depth e shape si aggiunge qui la resonance che rende via via più incisivo l’effetto, modificandone l’equalizzazione.
Tocchiamo infine il Flanger Mercury. Anche per lui tre modalità a disposizione, classic, thru-zero e shadow. La prima ricrea il timbro di un flanger vecchia maniera, tipo Electric Mistress per intenderci. Thru-zero e shadow invece rappresentano qualcosa di più moderno. Anche se sulla carta il secondo dovrebbe essere un tape in realtà risulta molto hi-fi e fa il paio con lo shadow, che accentua l’effetto jet in decollo. Depth, speed e resonance ormai li conosciamo bene, resta da dire qualche parola sul controllo del delay. Questo permette di esplorare i territori di confine tra il chorus e il flanger agendo sul ritardo dell’effetto. Un buon modo per ampliare la paletta sonora.
Tutti e quattro i pedali sono true bypass e sono dotati del sistema Neuro. Questo permette di scaricare tramite app per IOS (e presto anche per android) molti nuovi algoritmi da inserire negli effetti. Le modulazioni sono tutte stereo, con due in e due out e vengono vendute con il loro alimentatore dedicato (anche se è un classico 9 volt con negativo centrale).
Ecco quindi l’anteprima video con una carrellata dei suoni più caratteristici della nuova Serie One di Source Audio.